martedì 31 luglio 2012

Anoressia emozionale e bulimia letteraria

Ci sono giorni in cui l'unica cosa che riesco a fare è sonnecchiare e leggere, leggere e sonnecchiare. Devo disintossicarmi dalla lettura, smettere di vivere le vite altrui e iniziare a sfruttare quella che ho dinanzi e che avrò per un altro pò. Ma come si fa a rinunciare a qualcosa che ti ripaga di tutto senza alcuno sforzo? Come si fa a rinunciare a qualcosa che ti appaga e ti rende contenta e febbricitante? Maledetti siano i libri e le storie che raccontano. Maledetta sia la mia incapacità di lasciarmi andare, maledetti siano i primi appuntamenti e l'ansia che mi provocano. Spegnetemi il cervello, disinescatelo e lasciatelo perire una volta per tutte... Anoressia emozionale e bulimia letteraria, questo è ciò che meglio riassume questa giornata perlopiù apatica...E continuano le domande, le ipotesi, i ragionamenti malsani, i "sè" e i "forse", il vivere nei ricordi e mutarli, portarli forzatamente nel futuro non reale e immaginarli per come avrebbero potuto essere. Il passato è passato. I libri sono solo libri. Proverò ad autoconvincermene, ma non vi sarà alcun risultato, di questo ne ho la certezza assoluta. La dipendenza da lettura non la si perde mai se non nella tomba.

sabato 7 luglio 2012

Malessere...

Ho fatto di tutto per trattenere le dita e le parole che vorrebbe scorrere liberamente per potersi imprimere in questo foglio virtuale, ma ho perso... Non riesco a trattenermi. 
Ennessima ondata di malessere, di tristezza acuta. Cerco di ripassare a memoria Pessoa, il suo pensiero, cerco di ricordare i passi migliori di Bukowski, cerco di ricordare Baudelaire, ma tutto sembra essere totalmente sovrastato dal malessere. 
Che sia giunto il momento di chiedere aiuto a qualcuno? Ma a chi? La mia migliore amica abita lontano, chiedere a qualche conoscente? E cosa chiedere? Ogni volta che provo a contattare qualcuno o non ricevo risposta oppure mi si dice che si ha dei problemi in quel momento e che quindi non è possibile. In parte l'ho voluto io questo isolamento forzato, in parte mi è stato imposto dagli eventi. Trattengo per l'ennesima volta le lacrime, ma a che pro? Vogliono venire fuori e trattenerle non serve a molto. Pensavo bastasse dimagrire, cambiare look, cercare di essere più propositiva e positiva, ma alla fine resto sempre la stessa, quindi che fare? Torniamo alla domanda precedente... A chi chiedo aiuto? Chi è rimasto? Nessuno. Sono tutti impegnati nella loro vita, fidanzati, sposati ed io vedo scivolare via i migliori anni della mia vita in completa solitudine. Eppure ci provo, mi metto in gioco, esco di tanto in tanto, ma alla fine non mi rimane assolutamente nulla. Che ci sia qualcosa di sbagliato in me? E' molto probabile che sia così, perchè altrimenti non riesco a trovare un eventuale opportunità, una seconda scelta con cui poter eventualmente fare un paragone, un confronto. Chiedo a mio cugino di uscire con lui? Ma in 28 anni non si è mai avuto tutto 'sto rapporto... Chiedo a qualche ex? No sembrerei patetica.
Mi passerà com'è venuto... Va a finire sempre cosi, qualche mese di tranquillità e poi una sera distruttiva... Devo solo non pensarci, distrarmi. Non posso fare affidamento su nessuno. I miei problemi devo essere in grado di risolverli da sola, non posso pesare sulle spalle degli altri.  Ho sempre urlato, ma nessuno mi ha ascoltato... Devo bastarmi da sola come sempre... Passerà... Deve passare... Soffiamoci il naso, asciughiamo le lacrime e andiamo avanti...