mercoledì 31 dicembre 2014

Resoconto annuale e Augurio per chi mi legge

Il 2014 sta per giungere al termine, nell'anno appena trascorso, come in quelli che lo hanno preceduto ho consolidato vecchie amicizie, ho stretto nuove conoscenze, ho perso persone che ho ritenuto per lungo tempo importanti, ma al primo fosso hanno mollato la presa, insomma un anno simile a quello di tanti altri. Di traguardi importanti sul fronte universitario o lavorativo non ne ho visto nemmeno mezzo, ma non mi preoccupa, oramai, da due anni a questa parte preferisco pensare principalmente alla mia salute, al gestire quanto meglio possa il Diabete e tutte le conseguenze che esso sta comportando nella mia vita. Certo il lavoro c'è, non guadagno tantissimo, ma non mi interessano i soldi se per averli devo essere stressata e rischiare solo di collassare definitivamente. Come ho detto a qualcuno, del 2014 salvo principalmente l'ingresso nella mia vita di Kenny, il cane che ho adottato e di cui sono follemente innamorata da ben nove mesi e l'ingresso con passo lento e cadenzato di un Trenino che mi ha sconvolto totalmente l'esistenza (in senso buono). Gli alti e bassi ci sono in qualunque relazioni, ma il saperli affrontare e superare è alla base della consolidazione e della volontà di far funzionare le cose. Le differenze col tempo si appianeranno, le difficoltà di comprensioni diverranno granelli di polvere da spazzare via con facilità. Tempo, in tutto ci vuole sempre e solo il tempo. Tempo trascorso e tempo che trascorreremo. Mi auguro un anno nuovo sereno, un anno di felicità e un anno in cui potrò donare senza limiti l'amore che mi scoppia dentro. Mi auguro quello che dovrebbero augurarmi gli altri, perché mi voglio bene e so quanto valgo, so quanto ho sofferto e quanto merito un pochettino di serenità e amore e per ora mi sembra di averne un po' tra le dita.
A chi mi legge auguro le medesime cose, perché nessuno merita di essere privato di amore, serenità e felicità. Chiunque, nel suo piccolo, lotta ogni giorno per sopravvivere a questa Giungla in cui ci siamo ritrovati catapultati una volta venuti fuori dal ventre delle nostre madri. Un augurio speciale va proprio alle madri e alla loro forza nonostante le difficoltà del parto e della vita in genere. Un ruolo che da qui a tot anni spero di poter avere la fortuna di ricoprire.
Addio 2014 tutto sommato non hai fatto poi troppo schifo, hai mantenuto le aspettative che ti erano state imposte.

lunedì 29 dicembre 2014

Citazione

«Più scrivo più divento un essere umano. Ho scritto cose che possono essere sembrate mostruose (ad alcuni), perché erano offensive, ma scriverle mi ha reso più umano. Stavo buttando fuori il veleno».
Henry Miller, “Arte e oltraggio”

Lettera n°33

Ho paura, dovresti saperlo, te lo ripeto da tempo ormai, ed è la prima volta che siamo lontani più di un giorno. Oggi è stata una giornata pesante su tutti i fronti, te l'ho detto anche al telefono, cosi come ti ripeto che hai pienamente ragione, sono io che mi sono messa in quel cazzo di angolino per la paura di essere troppo invadente, troppo presente e tutto quello che la paura mi ha spinto a vedere come in negativo. Ci tengo a te, ci tengo sul serio, dovresti sapere anche questo, proverò a calmarmi, ad essere normale, per quanto sia una di quelle persone che reputa la normalità come utopia allo stato puro, non perché mi piaccia il complicato, quanto piuttosto per il suo essere cosi soggettiva dal non avere parametri oggettivi su cui far riferimento, ma prometto che ci proverò a lasciarmi andare un po' di più, ad allontanare la paura che mi attanaglia lo stomaco e proverò ad avvertirti quando è un momento "no" e rischio di mandarti male o trattarti di merda come ho fatto oggi, dove ti ho risposto da stronza senza farti capire cosa mi fosse preso, un po' come me con la storia della tua risposta risicata. Non voglio perderti, in tutto quello che di incognito che vi è quella è l'unica certezza, oltre quello che sento per te, ad essere presente in maniera vivida e chiara.
Non voglio più litigare, ogni litigata mi porta a stare male come sono stata in passato, non voglio piangere e non voglio farti esaurire. Voglio stare bene con te quando siamo lontani cosi come stiamo bene quando siamo vicini, se ho voglia di sentirti di più farò in modo che ciò avvenga senza preoccuparmi di mandarti o meno un messaggio perché la paura mi fa castrare l'atto stesso di scriverti quelle undici lettere che avrei dovuto scriverti oggi. Fino all'ultimo ho nutrito la speranza di una sorpresa domenicale come domenica scorsa, pur essendo consapevole di quanto fosse improbabile. Mi manchi. Vorrei stringerti, baciarti, coccolarti e amarti senza vari chilometri di mezzo, ma per ora va cosi. 

Tua (stronza)

domenica 28 dicembre 2014

Lettera n°32

Non era mia intenzione innervosirti, ma come credi che possa prenderla io ad avere risposte brevi e concise, nessuna parola in più del minimo indispensabile? 
Mi sto mettendo da parte, ti sto lasciando stare tranquillo e sereno, non ti rompo le palle in nessun modo e non mi pare di chiedere molto se ti dico chiaramente che ho voglia di chiacchierare con te, non ti ho di certo chiesto un rene o un polmone porca miseria. 
Vuoi che sia me stessa, ma facendo cosi mi porti solo a censurare e castrare quella che sono, qualunque cosa possa venirmi in mente o sensazione possa provare, pure dirti un mi manchi mi pare fuori luogo al momento. Assecondo ogni fottuta cosa, ma vorrei ricordarti che ci sono pure io in questa relazione, sì, uso una frase che ti sembrerà piuttosto famigliare: ci sono anche io. Secondo te mi piace saperti lontano? No. Secondo te non vorrei sentirmi libera di mandarti un cavolo di messaggio senza aspettare che sia tu a farti vivo? Sì, lo vorrei, ma evito. Evito qualunque cosa per paura di essere troppo tutto: presente, impaziente, curiosa... Tutto.
E ora sono io quella con le palle girate, perché non mi pare di aver fatto o detto nulla di che per portarti ad essere seccato. Sei tu che mi hai liquidato con un "Buona notte" eppure... Lasciamo stare che è meglio. Non mi va di discutere tanto quanto non va a te, ma non mi va nemmeno di tenermi dentro qualunque emozione, ok che ci tengo a te, che vieni prima di tutto (eccetto Kenny), ma non esageriamo. Lo ripeto: ci sono anche io!

Tua (seccata)

venerdì 26 dicembre 2014

Lettera n°31

Mi è venuta su la malinconia, per quanto oggi si debba festeggiare l'84 esimo anno dalla nascita di mia nonna (la quale ad un certo punto, quando tutti dormivano e siamo rimaste lei ed io sveglie a guardare Kenny che si spaventava per ogni rumore, mi fa "Ma su quel coso c'è il tuo zito?" il coso era il cell col quale stavo giocando, la storia del "zito" non ho idea da dove le sia nata, io non ho detto niente a nessuno, ma presumo che ci sia lo zampino di mia madre, ma vabbé le ho detto che non avevo foto tue (bugia) su quel "coso" e abbiamo continuato come se nulla fosse). Mi manca mio nonno, ad un certo punto mi sono ritrovata a giocare a scopa con l'applicazione del cellulare proprio per sopperire un pochino quella mancanza che d'un colpo, più dei giorni passati, si è fatta presente e viva in maniera prepotente. Tu che hai fatto oggi? Non so nemmeno se riesco ad uscire più tardi, il tempo non è dei migliori, piove e si gela per il freddo, la voglia di uscire è ai minimi livelli, vorrei solo infilarmi sotto le coperte e lasciare che il tempo scorra veloce sino alla fine di queste maledette feste che mal digerisco. Ho mangiato molto anche oggi, cosi ti faccio felice (sappi che anche io voglio un compagno e non un papino/diabetologo/dietologo vicino). L'idea di ingrassare non mi fa saltare di certo di gioia, e lo so che ho sempre detto che l'estetica è l'ultimo dei problemi, che ci dovrebbe essere altro, ma un minimo credo che si debba piacere a se stessi e io non mi dispiaccio poi troppo cosi magra, per quanto sia consapevole di esserlo, probabilmente, un po' troppo. Vorrei sentirti, ma come al solito vige una sorta di timore e silenzio castrato, devi essere tu ad aver voglia di sentirmi, non devo essere io a cercarti o chiedertelo, magari sbaglio, dovrei dirtelo e nulla di più, ma per ora va ancora un po' cosi: col freno a mano innescato.

Tua

P.S: rilassati e divertiti, ma di tanto in tanto donami un pensiero che mi faccia rabbrividire e sapere, cosi, che mi stai pensando.

mercoledì 24 dicembre 2014

Lettera n°30

La vigilia di Natale si è conclusa, almeno per me, alle venti e trenta, cioè quando sono rientrata a casa. Dopo aver mangiato, detto due chiacchiere, scambiato i doni (figuriamoci se si aspetta la mezzanotte per dei pensierini, soprattutto se lo si passa con persone anziane che dopo la pappa vogliono solo un letto in cui riposare il corpo stanco degli anni che passano veloci) mi sono ritrovata davanti al computer a pensare. Scorrevo la bacheca di facebook e vedevo le foto dei Natali altrui, non nego che un piccolo senso di malessere malinconico mi abbia colpito. La mancanza di persone care si fa realmente viva in maniera prepotente proprio in queste giornate. Come ben sai condivido la tua opinione sulle feste programmate, non mi piacciono particolarmente, sono stressanti e poi, se volessimo festeggiare qualcosa lo potremmo fare a prescindere da una data x apposta su di un calendario. Ammetto pure che non vedo l'ora che finiscano presto queste giornate, sia perché poi ti potrò stritolare di nuovo e sia perché poi torno a riempire le mie giornate con la mia solita routine: palestra, lavoro, Kenny, te etc etc. Insomma mi aspettavo una botta di adrenalina dovuta alla glicemia, visto quello che ho mangiato e invece... NIENTE. Pure il diabete è stato dalla mia parte, nonostante abbia mangiato pure qualche cibo "vietato" (niente dolci, ma cosine salate o fritte), la glicemia mi ha sorpresa con un bel 105 post cena, per carità ne sono contenta, ma almeno avrebbe dato un senso differente alla giornata. E tu che fai? Come ammazzi il tempo? Non ti cerco per non recarti disturbo, voglio che tu stia bene coi tuoi, che tu possa rilassarti, perché te lo meriti dopo lo sbattimento degli ultimi giorni sul lavoro. Fatto qualche scatto? Io sì, nel pomeriggio con l'obiettivo che mi hai regalato, devo ancora capire bene qualcosina, ma sicuramente una o due foto le salvo cosi faccio contenta la coppietta di piccioncini che volevano immortalare il loro primo Natale (o vigilia o quel che è). E noi? Quando ci scatteremo una foto assieme? Oddio nella mia mente ce ne sono a migliaia, ma mi piacerebbe tenerne una stampata nell'agenda, troppo infantile? Probabile, ma oh non è colpa mia se mi sono innamorata.

Tua

lunedì 22 dicembre 2014

Lettera n°29

Sorrido nell'immaginarti come ti sei descritto. Chissà come sei in quella condizione, me lo domando e probabilmente non lo saprò mai, in fin dei conti mi hai detto che non ti piace bere da solo, io non posso farlo, quindi lascerò che l'immaginazione, questa volta, vada libera per la sua strada.
Sai domenica mi hai reso felicissima, è stato un crescendo da sabato, dove non mi aspettavo minimamente quel regalo (tu sei un pazzo!), continuo a leggere i bigliettini e oggi ho fatto un paio di scatti con l'obiettivo che mi hai regalato, usando le impostazioni che mi hai spiegato, e in effetti faccio meno fatica nello scegliere tutti i parametri, il modello (il mio allievo) non è che voleva prestarsi troppo, ma sono comunque soddisfatta di qualche scatto che ho fatto. Domenica, come dicevo, sono stata benissimo, mi hai sorpresa di nuovo. Con l'inganno mi hai distratta e poi ti sei presentato sotto casa. Vederti giocare con Kenny, il vostro affiatamento, mi ha fatto scoppiare di felicità e amore: i miei due amori nella stessa stanza, nello stesso momento, impegnati a giocare e divertirsi. Sei bello quando ridi, non smetterò di dirtelo, cosi come sei bello quando per tranquillizzarlo ti sei messo li a coccolarlo mentre io tagliuzzavo i peperoni per la cena che abbiamo diviso assieme. Amo cucinare per te, amo vederti mangiare con gusto le cose semplici che preparo, amo le attenzioni che hai donato al mio cucciolo sapendo quanto per me sia importante. Sei dolce. Mi conquisti giorno dopo giorno. Continui a "fottermi" la mente, il cuore, l'animo senza sosta. Mi hai imprigionata lì tra le tue braccia dove mi sento al sicuro, al calduccio, protetta e tranquilla, rilassata come mai lo sono stata prima d'ora. Grazie per tutto quello che fai per me. Sei il mio tesoro sbuffatore testone.

Tua

sabato 20 dicembre 2014

Lettera n°28

Ciao amore,
ieri è stata una giornata incasinata, avrei voluto scriverti, ma poi non ho avuto tempo, come avrai notato quando sei rientrato e mi hai augurato la buona notte non ti ho risposto: sono letteralmente crollata tra le braccia di Morfeo. In questi giorni è tutto uno sbattimento, come questa mattina che portare Kenny a spasso ha significato praticamente trascinarlo, non ne vuole proprio sapere di camminare, ha una fifa assurda, non hai idea di quanto mi dispiaccia. Tu ti sei ripreso? Nel pomeriggio viene il mio alunno, e poco dopo una delle mie migliori amiche col marito, sono qui per le feste e ne approfittiamo per passare un'oretta assieme. Spero che stasera ti vada di stare assieme, ma se hai impegni lo capisco, ci sta pure che anche tu stia incasinato tra il lavoro e le feste alle porte.
Che ti mangi oggi? Io ancora non l'ho deciso, mah qualcosa da cucinare la troverò sicuramente, tanto per ora è presto e non ho molta fame. Tu che programmi hai per la giornata? (che domande! Non sei uno che programma le giornate, ne sono pienamente consapevole).
Ho una voglia tremenda di stritolarti e riempirti di baci. Ti penso (scusa la brevità, mi hai influenzato col tuo essere breve e conciso).

Tua

mercoledì 17 dicembre 2014

Lettera n°27

«Il mio corpo non può comprendere. 
Ha bisogno di te quanto me.
Il mio corpo ha bisogno di te, 
spesso mi hai quasi guarita. 
La mia notte si scava fino a non sentire più la carne e il sentimento diventa più forte, più acuto, privo della sostanza materiale. 
La mia notte mi brucia d’amore».
Lettera di Frida Kahlo a Diego Rivera, 12 settembre 1939. Mai spedita.


E come Frida ieri notte avevo bisogno di te, ma mi tocca accettare il tuo volere nonostante vada a scontrarsi con il mio. La tua razionalità in determinati momenti è estenuante, ma d'altronde, non posso che darti ragione, dovrò rinunciare al condividere con te una parte importante perché ne sei atterrito, non tanto della cosa in se quanto dell'eventuale conseguenza che ne potrebbe scaturire e per quanto muoia di volta in volta per lo spasmodico desiderio di sentirti momentaneamente mio, di sentirmi un tutt'uno con te, non posso fare altro che acconsentire e accettare, passeranno giorni, settimane, visto le feste di mezzo, ma va bene, non è che abbia poi molte alternative, sei un testone, se ti metti in testa qualcosa dubito che qualcuno compreso il Padre eterno possa farti cambiare idea, quindi figuriamoci se posso riuscirci io. Ti vengo incontro. Per te, per me, per noi. Rinuncio. 
Evitiamo. Stiamo (io di sicuro) male un pochino per quello di cui ci stiamo privando al momento, e godiamoci quello che abbiamo con la consapevolezza che poi, magari, sarà migliore e speciale (anche se personalmente è sempre speciale).
Non ti stressare o scazzare troppo.

Tua.

lunedì 15 dicembre 2014

Lettera n°26

Ascolto "I don't want to change you" di Damien Rice, annuisco con la testa e mi dico che non ti vorrei cambiare cosi come mi auguro che tu non voglia cambiarmi, un augurio che posso dire con certezza essere reale, me lo hai detto tu stesso qualche giorno fa che non vuoi che io cambi, perché non sarei più io, ma mi rendo conto che dopo ieri sono tornata a non essere nuovamente me stessa al 100%, per quanto tu possa dirmi che quel tuo malumore e la tua tristezza non siano dipese da me, le coincidenze sono sin troppo evidenti e palesi, i segnali sono chiari e per quanto mi stia forzando di pensare positivo, mi conosci, devo tenere conto anche del mio io più negativo, se non lo facessi non sarei io, sarei chi non sono mai stata, sarei qualcuno che probabilmente non ti piacerebbe o probabilmente sì, nonostante tutto ciò, nonostante non sappia se stasera staremo assieme, come personalmente vorrei, devo tenere conto anche dell'eventuale rifiuto da parte tua, perché in fin dei conti in questa relazione ci sono io, ma ci sei anche tu, e devo necessariamente tenere conto anche del tuo volere per quanto possa scontrarsi con il mio. Se tu mi sei venuto incontro assecondando il mio bisogno di chiarirci (o come diresti tu: discutere) ieri, io devo assecondare il tuo volere se non mi vorrai vedere, un po' come ieri. Ti ho assecondato pur desiderando stringerti, ti ho assecondato anche quando volevo sentire la tua voce per capire come tu potessi stare e non hai voluto, ho compreso da sola che ti fossi addormentato quando non ho ricevuto alcuna risposta immediata ma alle quattro di notte (mannaggia a te che non dormi tranquillo e filato tutta la notte). Devo venirti incontro quindi se anche stasera preferirai restare da solo o scegliere la compagnia dei tuoi amici. Non devo prendermela perché è cosi che vanno avanti le relazioni: piccoli compromessi, un andare incontro l'uno verso l'altro e viceversa senza che uno dei due vada a sopraffare l'altro. Mi dispiacerebbe non vederti, non sentirti, soprattutto se considero che a breve saremo necessariamente separati a causa di queste festività che poco gradiamo entrambi, ma va bene cosi. Lo comprendo e lo accetto, nella speranza che non sia un ritornare di diecimila passi indietro, un ritornare a quel giorno odioso per la mia memoria, ma come vedi non ti sto stressando poi troppo, niente mail, messaggini su whatsapp blandi e leggeri, evito pure di chiederti come stai per timore possa scaturire chissà quale meccanismo in te, e sia chiaro, vorrei sapere come stai, se stai bene, se sei ancora in modalità down come ieri, ma sostengo che debba essere tu a dirmelo, di tua iniziativa, cosi come di tua iniziativa ad ora devi essere tu a dirmi se vuoi vedermi o meno stasera o se preferisci di no. Torno ad aspettare senza reali aspettative, tranquillo non sto male, per quanto possa essere brutto da sentire: ci sono abituata, ci sono già passata in questo momento di caos, silenzio, distacco, freddezza, chiusura, non condivisione; cosi come tu sai già come la penso al riguardo, sai che per me coppia significa anche condividere questi momenti, ma rispetto il tuo modo di essere e mi faccio andare bene tutto. Non è colpa mia se amo di te tutto: cose belle e cose brutte che ti definiscono. Già ti amo, nonostante tutto, nonostante il nostro essere diametralmente diversi. Ti amo come non ho mai amato. Mi hai fottuto la mente, ma anche questo lo sai benissimo.

Tua

domenica 14 dicembre 2014

Lettera n°25

Ci sono le donne… e poi ci sono le donne donne.E quelle non devi provare a capirle, sarebbe una battaglia persa in partenza. Le devi prendere e basta. Devi prenderle e baciarle, e non dare loro il tempo di pensare. Devi spezzare via, con un abbraccio che toglie il fiato, quelle paure che ti sapranno confidare una volta soltanto, a bassa bassissima voce. Perché si vergognano delle proprie debolezze e, dopo avertele raccontate, si tormenteranno – in un agonia lenta e silenziosa - al pensiero che scoprendo il fianco e mostrandosi umane e facili e bisognose per un piccolo fottutissimo attimo, vedranno le tue spalle voltarsi ed i tuoi passi allontanarsi. Perciò prendile e amale. Amale vestite, e senza trucco che a spogliarsi sono brave tutte. Amale indifese e senza trucco, perché non sai quanto gli occhi di una donna possono trovare scudo dietro un velo di mascara. Amale addormentate, un po’ ammaccate quando il sonno le stropiccia. Amale sapendo che non ne hanno bisogno, sanno bastare a se stesse. Ma appunto per questo, sapranno amare te come nessuna prima di loro. Alda Merini

Come va? Sparata a tutto volume nelle orecchie ho "Still loving you" degli Scorpion, un tempo (anni fa) l'ascoltavo in loop continuo, non so il perché, probabilmente per la musicalità, alla fin fine il testo non è tutto sto granché, per carità di essere carino è carino, ma c'è sicuramente di meglio nella mia scaletta musicale preferita, comunque mi piace l'idea di renderti partecipe di quello che faccio quando non siamo assieme come oggi, renderti partecipe del mio aver mangiato a pranzo e cena lasagna (cosi non mi stressi sulla mia eccessiva magrezza, ma tanto domani in palestra la smaltisco tutta, ok per l'aumento di peso per farti contento, ma non voglio grasso soprattutto sull'addome), la musica che ascolto, le persone che incontro, per quanto tu non le conosca (ancora, ma spero che in futuro potrai conoscerle, magari per una pizza assieme, cosi come io potrei, se lo vorrai conoscere i tuoi amici), i libri che leggo o i film che vedo. Mi piace la condivisione, penso che in una frequentazione sia importante condividere cose come queste e non solo. Sai quanto per me sia importante il chiarirsi, il parlarsi, il cercare un punto in comune o il semplice mettersi a tavolino e cercare in qualche modo di comprendere o conoscere, perlomeno, il punto di vista dell'altro sulle varie argomentazioni che potrebbero, secondo te, creare discussioni estenuanti. Mi dispiace essere estenuante, o che sia quella l'impressione che ti ho fatto oggi o in passato. Non era mia intenzione essere estenuante, volevo solo farti capire, essendo realmente me stessa (come volevi anche tu) il mio punto di vista, quello che mi passa per la testa, avrò sbagliato probabilmente, non dovevo dirti nulla e tenermi tutto dentro, ma non riesco a fingere, mi becchi subito se lo faccio, hai il radar per queste cose (maledizione!).
Mi mancherai questa notte, mi mancherà sentirmi protetta e calda tra le tue braccia, ma va bene cosi, è giusto che sia cosi. Avrai avuto le tue buone motivazioni, che siano o meno dipese da me non ha importanza, se non hai voluto stare con me lo comprendo, capita anche a me di voler stare per i fatti miei, lo capisco e ti lascio in pace e tranquillo. Spero solo non si stia tornando a quel venerdì diciassette. Ti penso, un po' scontata come cosa. 
Mi dispiace.

Tua

venerdì 12 dicembre 2014

Lettera n°24

Le sue labbra erano sulle mie.
Mi teneva stretta, come se avesse paura che potessi scappare via da un momento all’altro.

Mi teneva come nessuno aveva mai fatto.
Mi toccava come se fossi veramente l’unica, l’unica che davvero valesse.
I suoi abbracci.
Le sue mani sulla mia pelle.
I suoi baci.
I suoi morsi.
I suoi modi.
E’ proprio lui.
Lui non è la colazione, non è i libri romantici, non è la musica bella, lui è molto di più.
E lui adesso è mio, solamente mio.
E. De Caro

Penso che le persone non ci appartengano, possiamo scegliere e sentire di appartenere noi stessi a qualcuno che non sia se stessi, ma l'opposto non penso sia giusto sentirlo. Tu non sei mio, non lo sarai mai, sarai sempre tuo e di nessun altro. Io mi sento tua, mi sento perfettamente incastrata tra le tue braccia, un po' come quel pezzettino di puzzle che ti rigiri tra le mani e non riesci a capire dov'è che vada messo. Dalle tonalità simili ad altre, ma se noti bene le sfumature di colore non sono uguali ad altre, ogni pezzo è unico, ecco io sono quel pezzettino di puzzle e il mio incastro l'ho trovato in te, per questo affermo e mi firmo con un "tua", perché mi sento di dire con assoluta certezza di essere non più solamente mia, ma anche tua, di appartenerti cosi come tu stesso appartieni a te. E non so cosa ne sarà di te e di me, non mi interessa saperlo, non mi interessa fantasticare con la mente e proiettarci nel futuro (cazzate lo faccio, ma come ben sai caccio via l'idea per evitarmi illusioni o false speranze, ma i pensieri futuri, le immagini o le fantasie ci sono eccome, ma tranquillo non è mia intenzione opprimerti con queste cose), ma so che una parte di me sarà sempre tua, lo posso affermare con certezza perché ho riconosciuto in te quell'incastro di cui consapevolmente e inconsapevolmente stavo cercando. Tu sei quello che, pur non rispecchiando i canoni estetici del mio "tipo" ideale hai passato a pieni voti tutto il resto dell'esame. E cos'è l'estetica se sai che poi si finisce tutti per avvizzire e divenire un ricordo perenne sotto forma di ruga? Sono belle le rughette, ne hai una sulla fronte che ti viene fuori quando pensi, è un solco un po' profondo è li, quasi centrale, verticale come un mini righello irregolare, più profonda appare, più la mente sta elaborando pensieri, se è leggera vuol dire che il pensiero è blando, se manca non pensi realmente a nulla. Sono belle le rughette di espressione, ci forniscono più informazioni di quanto le parole possano fare, basta semplicemente saperle individuare e leggerle, ma per leggerle ci vuole un minimo di conoscenza, un minimo di vita condivisa. 
Vorrei averti qui, tenerti stretto come ieri notte, accarezzarti il viso e sentire il tuo respiro farsi pesante, vederti addormentato e rilassato, reale e completamente disarmato.

Tua (pezzo di puzzle incastrato tra le tue braccia)

Lettera n°23

E faccio fatica, lo ammetto, mi mordo la lingua e mi lego le dita per non porti domande che potrebbero portarci a bisticciare o potrebbero portarti a credere che non mi fida di te, per carità ci sta tutto il pensiero da parte tua, mi sto mettendo nei tuoi panni, ma mettiti per un attimino nei miei, sentiti impaurito e insicuro come mi sento io ora. Vorrei chiederti se quella si è fatta di nuovo viva, ma a che pro? Se mi dici sì ci rimarrei male perché non l'hai bloccata, cancellata o detto chiaramente che sei "impegnato", se mi dici di no, con molta probabilità penserei che potresti essere in fase di omissione per evitare che io ci rimanga male, è un fottuto circolo vizioso dal quale non riesco a venirne fuori. Mi ripeto ad oltranza che hai scelto me, che nonostante tutto so al 100% che non mi faresti del male volontariamente, eppure sono fatta cosi, sono un'eterna insicura, che ci posso fare? Mi fido di te, ma non mi fido di chi non conosco, che sia una tua amica o una che non ti interessa, ma che continui ad avere tra i contatti. E' semplicemente il mio modo di vedere le cose. Come ti ho già detto: io ho messo in chiaro sin da subito, ancor prima che provassi qualcosa per te, con chi mi veniva dietro, le cose. Ho detto chiaramente che c'era qualcuno nella mia vita e che non avevo tempo e voglia di conoscere altri, per rispetto verso me e per rispetto verso te. So che mi rispetti, so che me lo hai detto proprio perché non hai nulla da nascondere, ma un pensiero che va a quella cosa purtroppo c'è. Omissioni, verità celate, lingua morsa, parole zittite e domande soppresse. Per quanto potremmo andare avanti cosi? Saranno gli ormoni a rendermi più emotiva del solito, domani starò meglio, domani mi vedrò come una stupida che si preoccupa del nulla. Non c'è nulla di cui preoccuparsi. Anche se non dovesse funzionare, so che non starei male come già sono stata tempo fa, so che riuscirei ad andare avanti, nonostante tutto, andrei avanti, soffrirei, ma sarebbe una sofferenza diversa, perché comunque del tempo ce lo stiamo concedendo. Mi manchi. Sono insicura. Sono momentaneamente disarmata, nuovamente nuda dinanzi a te, vestita di paure e insicurezze, ma con la consapevolezza che più di tanto esse non possono più farmi male. Ti amo e per questo devo necessariamente sopprimermi un bel po', omettere pensieri, paure, dubbi, domande. Omettere una parte di me che ha incasinato tutto già una volta. Lasciare che di me venga fuori solo la parte più decente, quella che a te pare "rilassata", ma che tale non è. Te l'ho pure detto, non sono rilassata, forse un po' rassegnata all'idea di dover sacrificare una parte di me per far funzionare questa cosa che c'è adesso. E nonostante tutto adesso non sono riuscita a fingere di stare benissimo, te ne sei accorto che sto un po' cosi, anche se non sai cos'è che mi ha spinto a sentirmi in questo modo, a comportarmi cosi, a mal gestire i tuoi "va bene", solita storia dell'accumulare, accumulare, accumulare e poi BUM scoppio come una bomba a mano con la sicura mal inserita. Ok, ora basta scrivere, già mi sono pentita di aver lasciato libera la "bestia", quella parte di me che andrebbe soppressa per sempre, imprigionata  e lasciata morire di stenti, fame e sete.
E ora sento di averti trasmesso un minimo di malumore anche, ti sento strano, ma è solo una fottuta impressione dovuta dalla distanza, dalle mie maledette paure e dalle mie fottute insicurezze. Ignora tutto ok? Domani sarà tutto passato, mi sfogherò per bene in palestra, lascerò che la rabbia e l'impotenza si sfoghino per bene durante ogni singolo esercizio fisico, godiamoci solo quello che di bello il tempo ci vorrà regalare. Pregusta con l'immaginazione la lasagna che ti preparerò. Ci metterò tutto l'amore che posso per fartela venire buona buona. E' passato. Il momentaccio è volato via come una foglia di acero che con il primo vento invernale va a finire i suoi giorni lontana dal tronco che l'ha tenuta in vita fino ad allora. Lontano. Lontano da casa. E' passato. Passa tutto.

Tua (idiota patentata dai film mentali assurdi)

giovedì 11 dicembre 2014

Lettera n°22

Sai, tra le tue braccia mi sento proprio al sicuro, protetta, amata e coccolata. Mi sento perfetta in quell'incastro, ma è solo la mia sensazione, probabilmente falsata oppure no, da quello che nutro per te, nonostante tutto ciò lo sento, mi sento bene quando siamo assieme e sì, anche quando come oggi siamo separati mi sento bene, certo, mi vengono pensieri negativi, ma li caccio via cosi da non esserne importunata, ci provo a dimostrarti fiducia, ci provo a non essere gelosa e ad essere, in minima parte, come potresti volermi, come mi vorrei, come probabilmente non sarò mai, perché alla fine i pensieri comunque sopraggiungono, lasciano un minimo di malessere, sempre come una sorta di scia, ma mi dico che è flebile, che non mi tocca, che devo fidarmi o perlomeno provarci a donarti la fiducia che meriti, perché sino ad oggi non  hai proprio fatto nulla di male per farmi pensare di non meritare la mia fiducia. Ti fidi di me incondizionatamente, non sei geloso (ok, questa cosa non la capisco molto, un minimo di gelosia male non fa, potrebbe essere vista come la dimostrazione dell'affetto e del legame che senti verso la persona con cui condividi del tempo, ma se tu non ne senti perché sei cosi, non voglio cambiarti. Certo potrei dirmi che non dovrei cambiare nemmeno io, ma sappiamo bene che, in minima parte, non si tratta di un vero e proprio cambiamento quanto piuttosto, come nell'ultima lettera scritta, ad omissioni che in maniera, più o meno, bonaria, vanno ad essere usate onde evitare inutili battibecchi sterili che non porterebbero a nulla di buono).
Rilassati oggi senza di me. Io sentirò la mancanza dei tuoi occhi, delle tue braccia, del tuo calore e del tuo stringermi e chiedermi di fare altrettanto nel bel mezzo della notte. Mi mancherà riscaldare i piedi gelidi tra le tue gambe e sentire i tuoi piedi solleticare i miei. Mi mancherai, ma anche su quello penso sia meglio che di tanto in tanto torni ad abituarmi a dormire sola, a non condividere il letto e il sonno con chi dico di non volere bene quando me lo chiede, perché il mio bene va al di là del bene di quella frase cosi troppo usata di frequente da chiunque. Nonostante tutto mi manchi, ma non devo essere troppo presente e pressante. Mi censuro per te, per me, per noi.

Tua.

martedì 9 dicembre 2014

Lettera n°21

Come va? A me cosi cosi, sto cercando di farmi scivolare di dosso un po' il momentaneo malessere che certi pensieri mi hanno creato, ma non ti preoccupare, va tutto bene, nonostante tutto ho mangiato e ho la pancia piena, mi costringo a mangiare pur non avendo poi tanta fame, giusto per farti contento, sia mai che scenda ulteriormente di peso e chi ti sopporta poi? Sto ironizzando naturalmente, ma nemmeno troppo, se vuoi sai essere pesantissimo soprattutto per quanto concerne il mio peso attuale, ma lo so che lo fai per me, per il mio bene, cosi come tutto il resto. 
Ho voglia di stringerti, stare accoccolata tra le tue braccia proprio come questa notte. Ho dormito bene, anche se di tanto in tanto mi svegliavo, ti guardavo, ti baciavo, ti accarezzavo o semplicemente ti stringevo, comunque ho dormito abbastanza, mi sento riposata. Come ti ho scritto altrove, spero che lo stesso valga per te, non ho voglia di essere nuovamente la causa del tuo stress (e sì me lo hai detto tu quando abbiamo parlato della tua amica e del mio migliore amico, magari non te lo ricordi, ma io, purtroppo ricordo troppo bene tutti i dettagli che ti e ci riguardano, paradossalmente io che ho una memoria di merda per tutto il resto poi mi ritrovo a ricordare cose che probabilmente sarebbe meglio non ricordare). Sai, pensavo che per quanto possa apparirti, nuovamente come una persona che non si accontenta, mi dispiace non poter avere con te un rapporto libero da incomprensioni, con una totale complicità o uno scontro che ci porti a conoscerci come penso sia giusto fare in una qualsivoglia relazione, ma mi rendo conto, sin troppo bene che, proprio per far proseguire al momento sta cosa, è meglio che entrambi continuiamo a censurarci, io con le mie paure e i miei film ti porterei ad allontanarti (di nuovo), tu con quello che sai mi porteresti ad essere insicura e pregna di paura. Entrambi non lo vogliamo, su quello ci posso mettere la mano sul fuoco, però per certi versi lo vedo un po' come un forzare e falsare il rapporto, la censura mi è sempre stata piuttosto antipatica proprio per il suo falsare le cose, non renderle più totalmente vere al 100% quanto piuttosto una verità al 50% dove il restante 50 è fatto di omissioni. Confido nel tempo che ci stiamo donando, confido che con esso impareremo a conoscerci e ad evitare che le parole o le emozioni ci facciano scontrare più del dovuto. Oggi un po' cosi. Troppo pensierosa. Probabilmente ho quell'espressione che sai riconoscere, stampata sul volto. Sorridi, me lo sento che sorriderai non appena leggerai la parte dell'espressione da "Mmmmh ho un frullatore acceso di pensieri in perenne movimento". 
Siamo noi, ma non lo siamo, fingo un rilassamento che non ho perché non lo sono per nulla, sono solo ponderata, censurata e calibrata perché ho semplicemente paura che possa andare com'è già andata tempo fa. Tu invece? Come stai tu al riguardo? Lo so che ti stai censurando in egual modo al mio, so che mi ometti le cose, so che certi argomenti o persone diverranno una sorta di tabù e lo ammetto, mi dispiace, ma per ora è cosi. Mi dico che non devo pensarci, che devo pensare costantemente al fatto che tu hai scelto me e io ho scelto te. Devo pensare che condividiamo ben altro, che parliamo di quasi tutto, anche le cose più intime e importanti per noi stessi. So che è un volere l'uno nella vita dell'altro, un renderci partecipe delle nostre esistenze quando siamo separati e viviamo le nostre vite a se. 
Smetterò di sentirmi frenata, di aver paura di contattarti per paura di disturbarti o di essere troppo presente o pressante. Smetterò di essere gelosa (forse), smetterò di farmi film mentali (forse), smetterò prima o poi di non scriverti liberamente o di esprimere qualsiasi pensiero mi stia frullando per la testa quando mi domandi: "A che pensi?", ti dico niente, ma sai meglio di me che quel niente in realtà è un tutto. Certo delle volte quel niente è veramente niente, delle volte riesco a spegnere la mente, un po' come ieri sera prima dell'arrivo di quel messaggio, stavo solo li a fissarti riposare e nulla di più, non avevo alcun pensiero nella mente, ti contemplavo e basta. Ma non ne parliamo più, finisce sempre cosi, non se ne parla, ti chiudi, mi chiudo e fingiamo che non sia accaduto nulla, per quanto sia accaduto e una parte di quella scia di malessere continua ad esserci, nonostante tutto, ma almeno stanotte non c'era, stanotte c'eravamo solo tu ed io e Morfeo a fare la guardia ai nostri sogni e al nostro abbraccio.

Tua

lunedì 8 dicembre 2014

Lettera n°20

Sono appena rientrata, te l'ho anche scritto direttamente, ora sì che è Dicembre, l'ho percepito chiaramente e non di certo per le lucette natalizie appesa fuori dai balconi o dalle finestre delle varie abitazioni, quanto per il freddo gelido che ho sentito senza mezzi termini, nonostante il mio essermi coperta tantissimo. Lo so, dirai che sentirei freddo anche se non lo facesse realmente cosi tanto, è vero, ma che ci posso fare se lo percepisco maggiormente rispetto al caldo?
Detesto le festività, in primis perché non mi dicono molto, da anni ormai non le sento più, in secundis perché per colpa dei botti vari ed eventuali ho Kenny iper terrorizzato e di camminare non ne ha più voglia, fa quello che deve fare e poi corre verso casa che reputa il suo porto sicuro, il luogo dove sente che nulla può accadergli. Di queste feste sono felice solo perché è il primo Natale con lui, col mio bambinetto peloso, geloso e possessivo, il tuo opposto insomma. Spero tu abbia passato un buon weekend. Ti voglio stringere e baciare, ma queste sono cose che, secondo me, sai sin troppo bene, seppure non le dica esplicitamente (togliendo questo caso specifico).

Tua (e di Kenny)

domenica 7 dicembre 2014

Lettera n°19

E' stato strano dormire ieri notte senza averti a fianco, senza sentire il tuo calore, le tue braccia cingermi, il tuo respiro infrangersi contro la mia nuca, girarmi e non trovare nessuno da abbracciare a mia volta. Strano. Sì, decisamente strano, ma mi dico che non devo disabituarmi al dormire da sola (quel traditore di Kenny ieri mi ha lasciata sola per dormire nel lettone, chiamalo scemo!). 
Mi sono appena rivista "Harry ti presento Sally", ne avevamo parlato qualche giorno fa, cosi mi è venuta voglia di rivedermelo. Una domanda del film si è fatta largo anche nella mia mente, figurati se non mi lasciavo prendere da qualche pensiero specifico e via col vortice delle congetture, dei ragionamenti annessi e tutto quello che, come ben sai, frulla nella mia mente, appena un'idea, una parola o una domanda risaltano tra le tante. La domanda è semplice e al contempo complicata. Ad un certo punto Sally chiede ad Harry perché per lui un uomo e una donna non possono essere amici, la risposta che lui le da è quantomeno accettabile e veritiera: il sesso. Già, il sesso, l'essere di due sessi diversi comporta pulsioni sessuali, che siano originate dal lui o dalla lei di turno, ci sono, ed è, per quanto mi dispiaccia dirlo, vero. Lo sai, ho un bel po' di amici maschi, e so per certo che anche il solo pensiero di portarmi a letto lo hanno avuto, quindi mi domando: si può essere amica di un uomo senza desiderare altro? Personalmente direi di sì, in fin dei conti sono amica di uomini da cui non sono minimamente attratta, cosi come tu, probabilmente, sei amico di donne che non ti attirano sessualmente, ma ciò non comporta che il non desiderio sia reciproco, io so che le amicizie che ho hanno passato quel periodo di attrazione da tempo oramai, e tu? Le tue amicizie quel periodo lo hanno passato oppure no? Sei certo al 100% di non essere fonte di attrazione per qualche amica che si spaccia (termine duro, ma reale, in quanto donna so perfettamente quanto sia facile essere amica di qualcuno per cui provi attrazione, credimi è piuttosto facile e conosco il meccanismo, in quanto persona che c'è passata in questa "fase") come tale, ma che in realtà, implicitamente o velatamente esplicita ti stia lanciando segnali differenti? Sia chiaro, non sto pensando a nessuna nello specifico, vorrei sottolineare questo punto: non ti fare film sul fatto che pensi a chi pensi tu, mi è indifferente e lo sai benissimo, ma come ben sai i pensieri vengono fuori dal nulla o da qualcosa e poi premono per essere scritti e condivisi, quindi condivido con te questo pensiero senza che ciò possa portarti a pensare che stia puntando il dito contro qualcuno in particolare. Ripeto, io ho amici maschi, so chi è stato attratto sessualmente, ma questa fase sono anni che la si è superata perché personalmente non mi posso imporre l'attrazione se non è presente sin dal principio. Comunque ti auguro una buona domenica. Mi manchi, ma so che ci sei. Non ti cerco perché non voglio disturbarti, per quanto sappia di poterlo fare, rilassati e goditi questo weekend. A presto.

Tua (regista di film mentali)

P.S: questa è la scena che ha scatenato tutto:



sabato 6 dicembre 2014

Lettera n°18

Adoro dormire con te, adoro quando ci stringiamo e tutto il Mondo perde di importanza, adoro di te quel tuo modo infantile di guardare la curiosità dei bambini e quel sorriso che ti nasce quando loro si accorgono di essere osservati, adoro di te la premura che ci metti in ogni cosa, seppur sia piccola come un filo di lana fuori posto. Adoro di te l'amore che trasmetti quando parli della tua famiglia, adoro di te come mi fai stare bene, nonostante siamo consapevoli entrambi che tendo ancora a frenarmi quando quello che provo vorrebbe straripare al di là degli argini che ho costruito. Adoro di te tutto, anche quando non avrei dovuto adorarti per nulla. Adoro di te il sapere che ho ancora molto da capire e conoscere, adoro di te la tua faccia tosta quando dici che io non sono gelosa, lo sono e lo sai benissimo. Adoro di te come mi guardi anche quando penso di scorgere qualche alone in quegli occhi cosi grandi e dal colore comune. Adoro di te il tuo volermi rendere partecipe delle piccole e grandi cose. Insomma ti adoro e non solo, ma quello si sapeva già. Grazie trenino sbuffatore.

Tua

lunedì 1 dicembre 2014

Lettera n°17

Che strano scriverti qui, non che non stia proseguendo la "scimmietta", ti scrivo a prescindere dal luogo o dal contenitore che manterrà nel tempo le parole, ci siamo scritti direttamente anche fino a poco fa. 
Ieri è stato bello. Imbarazzante all'inizio, ti sarai accorto di quanto fossi impacciata, tendenzialmente chiusa, restia a lasciarmi andare totalmente, ma sai benissimo cosa mi spinga a comportarmi in quella maniera. Nonostante tutto, però, è stato bello, intenso, strano. Mi sei sembrato di nuovo TU, premuroso, dolce, attento, non frenato, sei stato semplicemente te stessa come lo eri mesi fa. Non so come andrà d'ora in poi e non mi interessa molto, mi impongo di non crearmi aspettative per evitare di stare nuovamente male, ho solo il desiderio di prendere, dal tempo che mi donerai, tutto quello che ne verrà nel bene e nel male, di cogliere ogni sfumatura del tuo essere, cosi da poterti conoscere come non sono riuscita a fare in passato. Ti ringrazio dell'opportunità che ci stai dando, che ci stiamo dando, alla fine siamo in due ed entrambi contribuiremo ad accrescere la nostra conoscenza (cribbio sembro un avvocato per come sto scrivendo... Mi aprirò col tempo, lo prometto, piano piano, non ho fretta, non abbiamo fretta)

Tua

sabato 29 novembre 2014

Lettera n°16

Io non lo so proprio come diavolo fai a sentire come sto pur non vivendomi, soprattutto se basi il tutto solo ed esclusivamente su quello che scrivo, comunque sì, ieri c'hai preso: ero incazzata nera, ma tranquillo, non di certo con te. Lo ero e lo sono ancora oggi con me stessa. Per quella che sono diventata, per la mia totale incapacità di scindere le due parti o di scegliere o una o l'altra. La chiusura? C'è in parte, minima parte se proprio vogliamo essere onesti, ma è il minimo che posso fare per potermi difendere da quelle cazzo di emozioni non richieste che sono entrate assieme a te quando ho spalancato quella fottuta porta, quindi non te la prendere se mi leggi o senti distante, distaccata o fredda. Devo necessariamente farlo, perché quello che vorrei non è per nulla realizzabile, oddio non che ad oggi sappia che cos'è che voglia. Già, mi ritrovo, di nuovo, confusa. Se prendo una decisione dopo un paio di ore puff muta come se nulla fosse avvenuto in precedenza. Certo che, se ti sei addormentato, poi avresti potuto perlomeno farmelo sapere, ma vabbè avrai avuto i tuoi crismi, impegni etc etc che non ti hanno dato il tempo di prendere il cellulare in mano e scrivermi un semplice messaggio: "Scusa, mi sono addormentato". Spero che si sia chiarita la questione, non ce l'ho con te, non hai colpe, mai avute per quanto mi riguarda. Sono solo incazzata con me, per la confusione creata da quella fottuta guerra interna ancora in atto, dalla mia voglia di disinnamorarmi presto perché di tutto questo fottuto amore non so che cazzo farmene e sì oggi sono volgare e non me ne fotte nulla, l'intercalare rispecchia perfettamente come sto: di merda e incazzata nera (sempre e solo con me)!

Tua 

venerdì 28 novembre 2014

Lettera n°15

Come va? Hai riflettuto e dato una risposta a quella domanda? Prenditi tutto il tempo di cui avrai bisogno per essere sicuro che quella sia la vera risposta, la reale risposta e che nulla potrebbe mutarla. Un po' come la situazione creatasi tra di noi, nulla potrà modificarla. Le opzioni in realtà sarebbero due:

1. Torniamo a frequentarci 
2. Torniamo ad essere due perfetti estranei

La prima opzione implicherebbe un sentimento da parte tua che vada ben oltre il semplice affetto che al momento senti per me, non mi va di essere la donna di qualcuno che non è innamorato e che non prova puro, unico e fottuto amore. 
La seconda implica dolore, perlomeno da parte mia, probabilmente anche da parte tua, ma a differenza mia a te passerebbe ben presto, in fin dei conti non hai messo in gioco tutto, non è colpa tua, magari lo avresti voluto, ma non è andata cosi, non ti è scoppiato nulla e va bene cosi, tutto sommato sono cose che capitano.
Anche oggi ho dovuto rifiutare le avances di altri due, uno che conosco e uno che non ho la più pallida idea di chi possa essere e tanto meno mi interessa sapere chi sia. Probabilmente sto perdendo occasioni e opportunità, ma i segni mi dicono altro, per carità magari li sto interpretando male, ma la vita è anche questo: sbagliare.
Intanto blocco quasi sul nascere il desiderio di farmi viva, di scriverti qualcosa direttamente, di proporti di vederci e stare assieme questa sera. Penso che dovresti essere tu a propormelo, ad avere voglia di vederci e stare assieme, tutto sommato, per quanto mi riguarda, è piuttosto palese cosa mi spinga a volere la tua compagnia. Quindi se leggi la mia voglia di vederti stasera, non me lo proporre se non sei sicuro di volerlo anche tu. Pensa a te e non solo a me stessa e a cosa fare per farmi stare meglio. Io sto bene.

Ancora tua per ora

giovedì 27 novembre 2014

Lettera n°14

Scriverti sta diventando sempre più difficile, non perché non abbia voglia di farlo, quanto piuttosto per la limitatezza degli argomenti di cui posso trattare. Vorrei evitare la rindondanza dei soliti "mi manchi", "ti amo", "che fai?" e cose del genere, ne avrai le palle strapiene, posso conoscere pure tutto il dizionario a memoria, posso conoscere una infinità di parole, ma alla fine i concetti restano solo quelli e scrivere al posto tuo non è poi troppo facile, inventarmi qualcosa che non esiste, scrivere quello che vorrei o cose simili non mi viene molto bene, ci sto provando, ma non è un romanzo o un racconto che sto scrivendo (o meglio lo sto già facendo in una sede differente da quella della "scimmietta"), quello sarebbe differente, ma scriverlo a mano non è il massimo, soprattutto considerando i tagli, le modifiche e le aggiunte che vado a fare di volta in volta. Anzi, sarebbe meglio se ritornassi a scrivere quello piuttosto di quest'altra cosa, oppure no, oppure alternare. Non lo so. Non so più di cosa scrivere per non apparire "banale" o "ripetitiva" quello che dovevi sapere, in parte, lo sai. Quello che non sai sarà tutta quella parte di vita che non stai condividendo con me e che non condividerai in futuro. TI voglio, ma né il sincrodestino, né i pensieri positivi, né le aspettative irreali, possono cambiare quello che è adesso: nulla. Non c'è nulla. Ci sentiamo, quando tu ne hai voglia, perché per il momento evito di palesarti oltremodo la mia presenza, ne avrai avuto a sufficienza, per non dire in abbondanza, ci sono qui, ci sono su altri social che puoi o meno visualizzare e spulciare a tuo piacimento, non ho poi molto da nascondere, non l'ho mai avuto e dubito che ne avrò in futuro. Oggi va un po' cosi, o meglio ora va un po' cosi e non so se è il fatto che come la volpe del Piccolo Principe aspettavo (inconsapevolmente o consapevolmente ormai non lo so più) che tu tornassi a palesarti, lo so che lo hai fatto questa mattina e mi è scoppiato il cuore di amore quando ho visto il messaggio, sapere che mi hai pensato, magari dormi o sei uscito a festeggiare non lo so e non deve nemmeno interessarmi, effettivamente nella tua vita io non ci sono, non ne faccio più parte e non ne farò parte in futuro se non capirai quello che io ho capito, ma nonostante ciò non sta a me dirti quello che ho sentito, dirti quello che tu senti e provi, devi arrivarci tu da solo. Probabilmente come il film che ho visto oggi, semplicemente sono tutte delle stronzate: il destino, i miracoli, le favolette d'amore. Sono tutte stronzate le cose che sento o che ho sentito e che mi hai trasmesso. Probabilmente dovrei smetterla semplicemente di pensarci (come se fosse facile), smetterla di esserci, cancellarmi da ogni dove e sparire nell'oblio del silenzio cosi da renderti partecipe (oppure no, chi lo sa, a questo punto, che cosa ti possa passare nella testa) di quello che si prova quando non si sa nulla di chi, in un modo o nell'altro, in minima parte o in massima parte è importante, a cui tieni o che ti piace. Congetture. Parole e congetture. Sono solo quelle. Un minimo di delusione per delle aspettative che speravo di aver spazzato via, un minimo di speranze che ancora resistono e come guerriere combattono costantemente contro la ragione, una grande confusione. Ecco: confusione. Una parola che descrive perfettamente quello che ho dentro. Sono confusa. Tanto confusa. Innamorata e fottutamente confusa.

Tua (ancora, nonostante tutto)

mercoledì 26 novembre 2014

Lettera n°13

Ho appena finito di lavorare, sono esausta, ma va bene cosi, significa che sto facendo bene il mio lavoro. Mi brucia un po' la gola per tutte le parole che ho dovuto tirare fuori. Spiegare la Storia a dei ragazzini a cui non frega nulla della scuola non è facile, ma per fortuna, con gli anni, ho imparato a parlare con loro in modo tale che le nozioni principali siano assimilate, e qualche volta un sorriso nasce con qualche aneddoto spiritoso su quello o quell'altro Re, Sacerdote o qualunque sia l'epoca storica in cui ci ritroviamo. Matematica poi non ne parliamo, finalmente mi sono accanita su qualche espressioncina (facile), ma che ai loro occhi appariva impossibile, quindi nuovamente ho dovuto spiegare le proprietà delle potenze e i trucchetti per aiutarli a risolverle facilmente. Tutto sommato sono soddisfatta. A te com'è andata? Spero bene, il rotacismo ti ha dato delle noie? Io ci gioco su questo piccolo difetto, oggi mi sarò impappinata almeno una ventina di volte, ma un sorriso cancella tutto. Ora vado a mangiare, ho fame e così, implicitamente rendo te felice. 
Eri (sei) bello in quella foto che mi hai mandato stamani. Da mangiare di baci.

Tua

martedì 25 novembre 2014

Lettera n°12

Sono stanca, mi ero dimenticata quanto potesse essere stancante avere a che fare con più adolescenti per volta, prenderli per mano e condurli a divenire gli uomini che saranno da qui a qualche anno. Il mio lavoro per quanto possa apparire, a molti, banale, scontato, in realtà è un lavoro di formazione tale e quale a quello dei docenti. Cribbio, lo faccio da diciasette anni e ogni ragazzino o ragazzina che riesco a formare mi sembra di poter rendere un pochino migliore questo schifo di Mondo in cui viviamo. Per carità, molti non apprendono gli insegnamenti che velatamente gli inculco, molti detestano la lettura a priori e quelli non li recuperi più, ma sono soddisfazioni quando poi, a distanza di anni si ricordano ancora di te, si fidano di te e si confidano. Mi affidano la loro cultura senza mezzi termini, la loro carriera scolastica è tutta nelle mie mani, nella mente e nel cuore e per quanto stressante possa essere questa mole di lavoro, so che poi sarò soddisfatta. E a te come va? Sei pronto per lasciar virare le parole dalla tua bocca e farle giungere nitide alle orecchie altrui? Stile cheerleader sono qui a fare il tifo per te. Ti sostengo pur non facendo più parte, attivamente, della tua vita. Ci sono e continuerò ad esserci, non smetterò mai di dirtelo o scrivertelo. Tutto sommato ci tengo a te e non voglio perderti. Ti voglio nella mia vita, qualunque sia o diverrà il tuo ruolo. Che tu d'un tratto voglia essermi complice, compagno, padre dei nostri figli, amico o conoscente, mi va bene qualunque cosa, purché tu ci sia. E lo so che al momento è l'amore che parla, ma dietro di lui ci sono io. C'è quella pazza che veste come una zucca o che indossa vestiti "strani" cosi diversi da quelli classici con cui ti copri tu. Ci sono io. Sempre e solo io.

Tua

Lettera n°11

Orsacchiotto prossimo al letargo, come va la giornata? Sei pronto per spaccare tutto? Mi raccomando se il nostro, comune, rotacismo dovesse impiastricciare qualche parola, sorridi, prendila a ridere, fa parte di noi, ci rende unici e simili, pensa a me e sorridi se ti viene facile o pensa a chi ti crea quel sorriso sulle labbra che amo baciare e mordicchiare. Quella labbra su cui ho posato le mie e ho lasciato una molecola che tanto desideravi. 
Io dal mio canto, oltre fare il tifo per te, mi preparo al lavoro. Sto bene, tutto sommato va bene, ci sono momenti in cui lo sconforto bussa a quella porta che ormai ho chiuso (per te sarà sempre spalancata), ma non apro, lo osservo dallo spiraglio, mi colpisce un pochino, ma poi mi rifiuto di lasciarmi travolgere da qualunque cosa che potrebbe distruggermi. 
Legacci, catene o altro non ci sono mai state, cosi come mi sono innamorata, col tempo mi disinnamorerò (sempre che non capiti qualche miracolo a cui poco credo e voglio credere, per quanto la speranza possa essere l'ultima a morire), ma non diamo fretta a un processo che vuole i suoi tempi, può essere domani o tra un anno, non deve importarci. Tu continua ad essere te stesso. Continua a chiamarmi o cercarmi se senti di averne voglia, bisogno o qualunque cosa ti spinga a farlo. Io ci sarò, ci sarò sempre anche quando quel processo sarà giunto a termine. Ci sarò perché vorrò esserci sempre per te. Te che al momento sei ancora la luce del mio faro in un buio sconfinato, nonostante non sia io stessa quella luce. Sono con te anche quando non ci sono. Sei con me anche quando non ci sei. Aspetto. Aspetterò. Ti amo e ti amerò nonostante tutto.

Tua

lunedì 24 novembre 2014

Lettera n°10

Come va? Io mi sento felicemente esaurita. Oggi finalmente si è aggiunto un nuovo allievo. Ed è proprio nuovo nuovo, non è uno dei miei vecchi che ritornano all'ovile quando si rendono conto che da soli non hanno voglia di studiare o darsi da fare, è un ragazzino educato, molto introverso, con problemi di dislessia non troppo pronunciati, ma comunque evidenti e dichiarati. E' una bella sfida, che sicuramente mi terrà occupata d'ora in avanti, quindi ben venga l'esaurimento e lo stress se è per fini di lavoro. Riuscire a portare alla promozione qualcuno su cui nessuno punterebbe è sempre gratificante, nonostante tutto quello che di negativo ciò possa comportare. Un nuovo ragazzino da accudire. Già l'ho preso a cuore. E' un gigante buono dallo sguardo dolcissimo. Per fortuna si è aperto quasi subito, ho la capacità di metterli a loro agio i miei allievi, tra un momento alla Rottermaier e uno alla loro pari, si crea la complicità giusta per poter affrontare lo studio senza farlo pesare troppo. E tu sei riuscito nell'inghippo che avevi? Hai trovato la soluzione? Sicuramente sì, confido in te, sei razionale sul lavoro, molto di più di quanto potresti esserlo nelle relazioni, me lo hai detto tu e mi fido, come potrei fare altrimenti? Ho iniziato la "scimmietta", oddio oggi non l'ho ancora toccata troppo, magari con calma e silenzio mi ci metto un po' su. Ho voglia di scriverti ed essere nuovamente me stessa come solo tu mi conosci. Ti abbraccio mentalmente e con le parole (per ora resisto anche qui, per quanto sappiamo entrambi quanto sia diverso, quanto io stessa sia diversa). 

Tua

domenica 23 novembre 2014

Lettera n°9

Sto letteralmente impazzendo, vorrei riuscire ad essere capace di scrivere altrove quello che mi hai proposto, ma non ci riesco, ci sono sempre io. Ho provato su un fogliettino a buttare giù qualche idea, ma resto io, mi vedo, in quelle parole ci sono io, solo io, non vi è una persona X a me estranea o peggio ancora non ci sei tu. Non sono brava come pensi, una cosa cosi mi sta facendo bloccare e impazzire, le parole non ne vogliono sapere di venire fuori. Mi ritrovo a scrivere qualcosa che vorrei sentire io, ma che probabilmente trascende dalla realtà, e lo so che mi dirai che non devo essere fissata con la realtà e la verità per quella che è, ma prenderla come un esercizio di fantasia, ma se voglio lavorare di fantasia lo faccio altrove, dove so che è quello il fine ultimo. La "scimmietta" è un'arma a doppio taglio, se da una parte potrebbe essere una prosecuzione di quello che già hai, dall'altro invece mi atterrisce l'idea che le parole giungano a termine, che mi passi la voglia di scriverti e condividere con te qualunque cosa che mi porti, al momento, a collegarla a te, a me o a quel noi che eravamo e in parte, in maniera assurda, continuiamo ad essere, per certi versi.
Ci proverò, quel che verrà verrà, a prescindere dalle paure, dal disinnamoramento in atto e da tutto il resto, nonostante il mio sentirmi incapace di riuscire in qualcosa del genere, ci proverò. Se non ci riuscirò, ma lo avrò iniziato, proseguirò come ho fatto con l'altro, e tu? Scrivimi. Dio quanto mi manca leggerti. Non ne hai idea. Mi mancano le tue parole, nonostante ieri tu mi abbia destabilizzata e lasciata interdetta con quella frase: "Una persona non è le frasi che dice, ma quello che fa" o qualcosa di simile... A mente lucida un po' riesco a comprenderla e vederla in maniera diversa da come l'ho interpretata ieri (negativamente). Buona domenica trenino,

Tua

sabato 22 novembre 2014

Lettera n°8

Com'è che ti penso e tu compari? Prima che mi mandassi un messaggio ti stavo pensando intensamente, un po' come ieri e il desiderio che tu venissi qui e anche tu ad una certa ora sei stato tentato di venire, per quanto poi ti sia frenato perché hai pensato che io potessi essere impegnata. Figurati se esco, fa freddo e poi io voglio vedere sempre e solo te al momento, di uscire e fare la palla al piede non mi va. Poi di che diammine parlerei? Finirei per parlare di te, di me e di quel noi ormai sparito nell'etere, ma che in un certo senso c'è ancora. Abbiamo parlato, e la voglia di scriverti altrove e non più qui, lo ammetto, è forte, qui è tutto diverso, non so quante volte debba ripetermi, ma mi sento condizionata ad essere diversa da come tu mi conosci e sai benissimo anche quale sia la causa... Chissà magari questa è l'ultima lettera che scrivo qui, magari la scimmietta è un nuovo contenitore di pensieri, emozioni e parole, una sorta di segno, chissà... Vedremo da domani o da più tardi cosa mi ispirerà... In tutto ciò ci tengo a sottolineare che tu ed io siamo connessi. Empatia o destino? Chi lo sa, non so più nulla di certo tranne che... Vaffanculo (uno dei nostri).

Tua (eternamente tua)

Lettera n°7

Che stupida che sono. Abbiamo appena finito di chiacchierare al telefono, e mi sono innervosita, ancora mi innervosisco per quella frase che per me non ha alcun senso. Mi manchi ORA, adesso, non mi mancherai quando non sarò più innamorata di te, se dovesse mancarmi l'essere innamorata mi cercherò qualcuno con la speranza che a differenza tua il lui ipotetico e futuro possa e sia capace di ricambiare, nella speranza che lo sia anche io, ma se sono stata disinnamorata per sedici fottuti anni, non lo è stato di certo perché non abbia avuto occasioni, semplicemente mi sono chiusa, non ho lasciato entrare nessuna da quella maledetta porta che ti ho spalancato. Mi sarò persa un miliardo di possibilità, e non me ne frega assolutamente nulla, sono stata discretamente bene in quell'assenza di amore, in quelle relazioni fine a se stesse dove si fingeva di amarsi o volersi per sopperire a qualcosa di cui al momento nessuno dei due voleva occuparsene. Sì, si va avanti benissimo anche senza. Sei tu quello che dovrà e deve sentire quella mancanza al momento. Io amo. Io ho mancanza di te come persona, di te come mio fuggevole attimo di felicità, ma passerà non ti preoccupare e starò bene anche da sola. Per quanto possa amare l'amore si vive bene anche senza. Si va avanti comunque. La vita continua, non aspetta di certo che tu smetta di crogiolarti nel dolore o nella mancanza che senti. Io non sono come te: sento la mancanza di chi amo non di chi ormai non amo più o non ho mai amato. L'amore non mi è mai mancato. Ha mille sfumature e quello che implica una coppia se non mi è mancato da morire in quel lungo lasso di tempo, puoi starne certo che se mi impegno non mi mancherà nemmeno in futuro. Convoglierò le emozioni, le sensazioni e le energie in altro. Mi riempirò di hobby e occupazioni per sopperire quell'eventuale mancanza e per riempire quel fottuto vuoto che, nonostante tutto, hai contribuito anche tu ad ampliare ulteriormente, ma tranquillo, da scema quale sono non riesco ad avercela con te più di cinque minuti o meno. Mi passa. Mi passa sempre. Non è colpa tua se non mi ami e non è colpa mia se non ti sei innamorato. Arriverà chi mi amerà e lì probabilmente capirai di aver perso qualcosa che avrebbe potuto amarti incondizionatamente pregi e difetti inclusi, ma oramai non ha più senso parlarne. Sono irata. Mi passerà.

Tua, nonostante tutto, ancora fottutamente tua.

venerdì 21 novembre 2014

Lettera n°6

Cribbio, scrivere qui per te mi risulta difficile, non posso essere totalmente me stessa, si va a perdere quella riservatezza creata da quegli attimi che dedicavo a te e me, senza per questo avere occhi estranei pronti a leggere o giudicare, non che il blog sia seguitissimo, non ho mai diffuso volontariamente questo link, in fin dei conti è il mio personale "vomitatoio", quindi non ho mai sentito la necessità di diffondere qualcosa che, paradossalmente, dovrebbe essere, in parte, privato. E lo so che è pubblico e chiunque potrebbe raggiungerlo, ma il nome del blog ha un refuso volontario, se non cerchi nello specifico quello non so quanto possa comparirti, anche se, chi ha la mia email potrebbe risalirci arghhhhh. Ma perché diavolo mi sto facendo tutte queste paranoie? Lo so potrei scriverti una e-mail, o iniziare un nuovo raccoglitore di pensieri, ma a che servirebbe? Certo mi hai sempre detto che ti piace leggermi, ma alla fine gli argomenti sono sempre quelli, le parole possono mutare, ma la sostanza non cambia poi molto. E se poi inizio un nuovo quadernetto e non lo porto a termine perché mi sono disinnamorata o tu (scenario apocalittico) sei sparito? No, no non ci voglio pensare, preferisco censurarmi quel tanto che basta per non esternare il mio io nella sua totalità (tanto oramai mi conosci meglio di chiunque altro presente nella mia vita) e lascio a te la lettura tra le righe di quello che ho celato. 
Vorrei vederti (oh che novità!), ma mi rendo conto che probabilmente non sarebbe giusto. Ti devo lasciare stare, lasciare che sia tu a volere la mia compagnia, un po' come le telefonate o i contatti in genere. La mia presenza era troppa, inoltre non ho voglia di illudermi nuovamente. Se tornerai ci sarò oppure no, non lo sapremo, se non tornerai, ti aspetterò comunque, lo sai. Capirai prima o poi o forse no. Non lo so. Dubbiosa. Sono solo estremamente dubbiosa. L'unica cosa ancora certa è solo quello che io provo per te. Non hai idea di quanto vorrei che quel maledetto processo accelerasse tanto quanto abbiamo accelerato noi nella nostra cosa senza nome ed etichetta. Sei andato a vedere la nuova montatura? Non sono affari miei lo so, ma non ci posso fare nulla se sono curiosa. Comunque siamo due vecchi e mi hai trasmesso il tuo doloretto da colpo d'aria e postura errata. Stamani mi sono svegliata con lo stesso dolore. Connessi nel nostro essere totalmente sconnessi.

Tua

Lettera n°5

Sentire la tua voce mi rilassa sempre. Sapere che mi leggi mi piace, ma l'idea che sei lì lì per finire quel raccoglitore di emozioni mi intristisce un pochino, certo più o meno sto continuando a scriverti qui, ma non è uguale, lo sai tu e lo so anche io. Tutto sommato oggi sto bene, non mi posso lamentare, nonostante l'ennesimo ex che si è sposato in meno di tre mesi. Qui tutti trovano la loro anima gemella, l'altra metà della mela e io non sono stata in grado di farti innamorare o di sconvolgerti la vita quel tanto che basta da voler semplicemente restare con me. Il matrimonio non è e non sarà mai una mia priorità, anche perché dai, sarei ridicola in abito da sposa, già vado a comprare vestiti nei negozi da ragazzini perché sono nana e magra da fare alquanto schifo, ma oggi vado in palestra, mi vado finalmente ad iscrivere e speriamo che almeno tre o quattro chili di massa magra riesca a recuperarli. Non so ancora perché stia continuando a scriverti, mi viene naturale, cosi come mi viene naturale amarti nonostante tutto. Nutro ancora una piccola speranza per quanto flebile e tendenzialmente irrisoria, che tu possa chissà come cambiare idea, ma alla fine sappiamo entrambi che non accadrà mai nulla di tutto ciò, è irrazionale come pensiero e come speranza, ma in quanto tale c'è e non posso di certo negarlo, rifiutarlo o fingere che non esista in me la speranza che, citando Amélie Nothomb

"La scrittura è il luogo in cui mi sono innamorato di lei"

Sono una stupida perché ci spero ancora? No, secondo me sono solo ancora innamorata, né più né
meno di quello. Per carità ci sto provando a disinnamorarmi di te, ma non è facile, te lo avrò scritto infinite volte, ti sarà venuta la nausea di leggere sempre le solite cose oppure no, non lo so. Mi manca leggerti, ma sai che non posso costringerti a farlo, deve nascere da te il bisogno e la voglia di aprirti di nuovo con me cosi come da te nasce la voglia di chiamarmi e sentire la mia voce, sentire come sto e sapere come procede la mia giornata, cosi come di tuo mi condividi quello che ti capita. E' bello, strano, ma tutto sommato bello. In un modo o nell'altro stiamo cercando di non divenire quei due estranei che si diventa una volta che una relazione giunge al termine, magari tra un anno non ci parleremo più, chi lo sa, per ora però voglio concentrarmi solo sul presente, concetto che ripeterò (anche questo) fino alla nausea. Mi manchi. Ti penso. Per ora è cosi. Ti abbraccio trenino.

Tua

giovedì 20 novembre 2014

Lettera n°4

Amo come l’amore ama. 
Non conosco altra ragione di amarti che amarti.
Cosa vuoi che ti dica oltre a dirti che ti amo, 
se ciò che ti voglio dire è che ti amo?
Fernardo Pessoa


Già, ti amo e non è che possa mutare dall'oggi al domani questa cosa, purtroppo non è cosi facile, ho da poche ore detto l'ennesimo "no", probabilmente mi sarò persa l'occasione di sostituirti con qualcuno che potrebbe darmi quello di cui ho, secondo te, bisogno, ma non me ne frega niente. Non me ne frega assolutamente niente di perdere occasioni o chance, perché al momento mi pare inopportuno e sin troppo sbagliato mettermi nuovamente in gioco, e per cosa poi? Chiodo schiaccia chiodo non ha mai funzionato e mai funzionerà. Funziona solo ed esclusivamente lì dove il sentimento è una menzogna, dove non vi è proprio per nulla il sentimento e l'emozione che io sento da un po' per te. E sarò irrazionale, starò sicuramente sbagliando, ormai ho perso il conto di tutti quelli che mi stanno dando della pazza perché ti amo nonostante tu non ricambi il mio sentimento, ma che diammine ne vogliono sapere gli altri? Che cosa ne sanno di quello che c'è stato tra me e te? Che ne sanno di come sei bello? Pensassero quello che vogliono, non me ne frega assolutamente nulla. Tu ed io siamo gli unici e i soli che sanno realmente chi siamo e cosa abbiamo vissuto assieme. Solo tu ed io siamo gli unici in grado di giudicare o criticare i nostri atteggiamenti. Preferisco perdere un milione di opportunità piuttosto del dover fingere che tu sia passato, che tu sia stato solo una fottuta parentesi nella mia vita. Ci perderò sicuramente, ma ne guadagno anche per la stima e il rispetto che nutro per me e per te. Iniziare qualcosa al momento sarebbe solo ed esclusivamente sbagliato. Rifiuto e vado avanti da sola. Ci sono abituata alla solitudine, non ho bisogno di gente intorno o di amici vari ed eventuali per risolvere la situazione, ho bisogno solo di tempo, e che non capiscano gli altri. Non me ne frega realmente nulla, nonostante possa perdere amici (o presunti tali) o possibili "innamorati", non penso di perderci poi troppo. A tempo debito mi riprometto di rimettermi in gioco, ma per ora mi crogiolo nella mia più totale solitudine. Mi riabituo a me stessa senza di te. Mi riabituo ai miei spazi. Mi disinnamoro lentamente o dando spazio al tempo sufficiente affinché questo processo giunga al termine. Non ho fretta, già, questa volta non ho per nulla fretta. 

Tua

Lettera n°3

Come stai? E' stato bello ieri sentirti, sono felice che tu mi stia leggendo, stia entrando piano piano in connessione con quella che sono stata in quei giorni turbolenti in cui momenti di rabbia si accompagnavano a momenti di quiete o viceversa. Un dualismo che conosci sin troppo bene, col quale, inizialmente, hai dovuto "lottare" e non poco. Questa mattina, ancora una volta tu sei stato il mio primo pensiero appena sveglia, ok, forse il secondo, il primo è stato donare coccole a tutto spiano al mio piccolino peloso. Quel pupazzo vivente che mi riempie di peli, li stessi che trovi spazzando dentro casa tua. Nonostante tu non lo abbia mai conosciuto, in minima parte è entrato anche lui nella tua vita. Ti sarebbe piaciuto il mio monello, piace a tutti, come non amarlo? E' cosi carino e coccolone, ma io sono di parte, tutto sommato sono la sua mammina umana, per me è stupendo a prescindere. Io sto bene, un po' infastidita dai soliti avvoltoi (spasimanti) che di tanto in tanto ritornano, e non capiscono che non posso e non voglio intraprendere alcuna conoscenza e/o relazione, dal momento che sono innamorata di te. Glielo dico, ma insistono per esserci. Mi costringo ad essere gentile nonostante vorrei semplicemente mandarli a quel paese senza mezzi termini, ma almeno sono una fonte di distrazione. Mi distraggono dal pensare costantemente a te, probabilmente è un bene, probabilmente è il destino che mi sta dicendo che devo semplicemente andare avanti, che la vita va avanti nonostante la batosta, nonostante quell'amore che nutro ancora nei tuoi riguardi. Non lo so, ancora una volta mi ritrovo combattuta sul mio essere emozionale e sul mio essere razionale. Moralmente ed emozionalmente non mi sento ancora in grado di conoscere chissà chi. Non mi va semplicemente, voglio elaborare da sola il "lutto", la sconfitta, la perdita di qualcuno che ha significato cosi tanto in un periodo in cui tutto volevo men che meno innamorarmi, ma è successo e non ci posso fare nulla. E' la vita. Tutto qui: solo vita. E qui nasce il ricordo di una citazione, e proprio come in quel raccoglitore che possiedi, voglio condividerla con te:

«È la vita. A volte credi che due occhi ti guardino e invece non ti vedono neanche.  A volte credi d’aver trovato qualcuno che cercavi e invece non hai trovato nessuno.  Succede. E se non succede, è un miracolo. Ma i miracoli non durano mai». Oriana Fallaci, “Niente e così sia”

Eppure io ci voglio ancora credere nei miracoli, e non so se è quel cavolo di libro new age che sto leggendo o perché sono ancora legata a quelle sensazioni che mi hai trasmesso, non lo so quale possa essere la causa, semplicemente credo che tu ed io fossimo destinati, a prescindere da com'è andata a finire, dovevamo incontrarci, scontrarci, unirci, farci male e farci del bene a vicenda. Dovevamo incrociarci e conoscerci. Doveva accadere e poi chissà? Non ho il dono della preveggenza, ma la speranza, com'è che dicono? E' l'ultima a morire. Non mi illudo che ci sarà un miracolo, ma lo spero pur essendo consapevole che non ci sarà. Per ora è cosi. Poi un giorno chissà... Potrei cambiare oppure no, ma per ora pensiamo al presente a quello che vi è ora. Del domani non mi importa proprio nulla, non mi è mai importato realmente. Ti penso. Ti stringo e ti abbraccio mentalmente. So che mi senti lì dietro di te, senti le mie braccia cingerti con quella poca forza che ho, ti trasmetto amore.

Tua.

mercoledì 19 novembre 2014

Lettera n°2

Chissà se in questo momento mi starai leggendo, se starai leggendo il  mare di parole che sino ad oggi ti ho scritto oppure starai rimandando il momento o semplicemente hai riposto altrove quel contenitore di parole in attesa di un momento più opportuno, un momento in cui sarai pronto mentalmente per affrontare quel mix di emozioni che mi hanno travolta volta per volta. Sorriderai, aggrotterai la fronte, ti incazzerai, piangerai probabilmente, oppure ti sentirai semplicemente abbracciato dalle parole che ti ho donato, oppure no, non lo so e non potrò saperlo se non sarai tu a dirmelo. E intanto ti scrivo ancora, niente più penne e fogli, un blog di dominio pubblico, parole meno istintive, emozioni un po' più trattenute, ma anche qui, seppur in minima parte ci sono io, sempre e solo io. Mi manchi, ma tranquillo non mi illudo nonostante quelle parole che avrei dovuto dimenticare, ma come posso dimenticare quelle parole? Come può una come me, che ama follemente le parole, che da a loro un peso vitale, cancellare quello che mi è parso un atto liberatorio? Una sorta di sfogo in cui eri tu, solo tu. Ti ho ascoltato semi silente, ho cercato di non interrompere quel fiume di parole, per quanto ad un certo punto non ce l'ho fatta a trattenermi, ma l'ho fatto su altro. Sbuffavo, sorridevo o aggrottavo la fronte, ma non potevi vedermi, eppure so che mi hai sentita, tra le tue braccia, col viso attaccato all'incavo tra il mento e il collo, so che hai percepito ogni singola emozione che quelle parole (che non dimenticherò mai sia chiaro) mi hanno scaturito. Sorrido e trattengo ancora una volta le lacrime non come ieri quando non ce l'ho fatta e sono scoppiata a piangere pur non volendolo, non ce l'ho fatta, ne avevo bisogno, avevo bisogno che le speranze fluissero via con quelle lacrime salate. Quei singulti che mi han squassato il petto e che hai sentito abbracciandomi erano solo dolore. Il dolore della perdita, il dolore della consapevolezza. Avrei dovuto stringerti più forte, baciarti di più e dormire con te. Avrei dovuto cogliere ogni respiro, ogni sillaba e ogni umore, ma la lotta interna mi ha portato a limitare il tutto, a limitare il danno che sarebbe nato dopo. Mi manchi, ti penso e una parte di me sente che mi pensi anche tu. Le nostre anime si stanno abbracciando. Io ti sto stringendo nella mente. Ti accarezzo il viso e contemplo quello smalto nero che contrasta notevolmente sulle mie dita, le stesse che sfiorano le tue gote un po' ispide e pungenti. Sei bello. Bello come su quel divano. Disarmato come quando ti sei aperto, ma a differenza mia tu sai presto a chiuderti. Ci sei dentro di me, ma sei lontano, sei al di là della tua porta, la stessa che vedo chiusa e irraggiungibile. Ti aspetterò sempre, nonostante tutto non cambia l'idea che ho di noi. Eravamo destinati, le nostre diversità si compensano e si completano. Ma anche se non tornerai va bene lo stesso. Il mio amore per te muterà col tempo, ma sarà sempre e solo amore.

Tua... Solo tua!

Lettera n°1

Ciao Trenino,
com’è strano il primo giorno senza un foglio bianco su cui lasciar vagare liberi i pensieri, le parole e le emozioni. Mi manca quell’intimità, quella libertà di essere totalmente me stessa senza filtri o maschere che possano mutare una sensazione, una parola o semplicemente nascondere gli stessi. Mi manca quella complicità silente avuta fino a ieri, la consapevolezza di avere ancora qualcosa a cui potermi aggrappare, quella speranza che le parole potessero abbracciare, avvinghiare e baciare ogni centimetro dell’anima che le ha ispirate. Assenza e mancanza, in questa giornata dal clima mutevole. Scrivo altro. Scrivo altrove, ma mi manca quello scrivere solo ed esclusivamente per chi mi ha completamente fottuto la mente, il cuore e l’anima stessa. Ho ancora cosi tanto da dire, cosi tanto da condividere, cosi tanto da voler esternare, ma devo tornare a castrarmi, la realtà non muterà per quante parole possa spendere e scrivere. La realtà nel suo essere fottutamente vera è una puttana che si rifiuta di scopare anche a pagamento. La realtà se ne sbatte di come o cosa tu possa sentire. La realtà non può cambiare se non c’è volontà o emozione dall’altra parte. La realtà prenderà pieghe future apocalittiche a cui ancora non voglio pensare. Non mi illudo più, ma la mancanza la percepisco sin troppo netta, schiacciante, soffocante. La realtà delle speranze in frantumi, delle disillusioni le ho ormai scritte sulla pelle. E torna la voglia di urlare e sbattere i piedi. Torna il capriccio in quella bambina che dentro di me, rannicchiata in un angolo, piange perché non ha ottenuto quello che ancora desidera ardentemente. Dolore blando, ma pur sempre dolore. Mi manchi tu, non mi mancherà l’essere innamorata quando mi sarò disinnamorata, sei tu, solo tu quello che mi mancherà. Mi mancherà quell’estraneo divenuto conosciuto e che ora, gradualmente, sta tornando ad essere un qualcuno che via via che i giorni passeranno inizierà ad ignorarmi e dovrò, necessariamente, ignorare di conseguenza. Per te sarò una parentesi, per me sarai un cuore abbandonato su cui due binari si sono spezzati a causa della lega di basso costo usata per la loro costruzione.
Tua (ancora tua) Stazioncina.

martedì 18 novembre 2014

Il sorriso di uno sconosciuto

E il primo step si è concluso. Un quadernetto pieno di parole è giunto all'ultima pagina. Parole sofferte, gioite, speranze, illusioni, amore, ricordi. Un mix di emozioni, sensazioni e argomentazioni degni del migliore dei diari scritti sotto forma di lettera per chi ti ha rubato, inconsapevolmente, il cuore. 
Poi la svolta durante la mattinata. Una passeggiata in galosce sia per te che per il tuo cane, uno sguazzare allegro nelle pozzanghere create dalla pioggia. Uno chiacchierare col cane ha comportato il sorriso tra un cespuglio incolto di barba scura, denti candidi e occhi allegri. Solo un sorriso sincero e divertito e la giornata, da uggiosa qual era si è mutata in una giornata rischiarata dalla sensibilità di uno sconosciuto. E in mente la poesia "Le passanti" di Antoine Paul o quella di Walt Whitman "A uno sconosciuto". Destino, caso, qualunque cosa sia, che riporti alla memoria Serendipity oppure no, poco mi importa. E' stato solo un attimo fuggevole, un sorriso tra i tanti, un attimo di abbandono a quello che mi circonda lasciando da parte quello che dentro mi divora. Un attimo di luce. Breve e intenso. Una boccata di aria fresca che ha migliorato la giornata in positivo. Un modo come un altro per dire "ce la posso fare ad andare avanti".

lunedì 17 novembre 2014

Citazione Petrarca


Ciò che ero solito amare, non amo più; mento: lo amo, ma meno.. Ecco, ho mentito di nuovo: lo amo, ma con più vergogna, con più tristezza.. Finalmente ho detto la verità. E’ proprio così: amo, ma ciò che amerei non amare, ciò che vorrei odiare.. Amo tuttavia, ma contro voglia, nella costrizione, nel pianto, nella sofferenza. In me faccio triste esperienza di quel verso di un famosissimo poeta: 
“Ti odierò, se posso; se no, t’amerò contro voglia”…

Francesco Petrarca

Sfogo (se leggi non stare male. Sono solo parole!)

Ho amato, per la seconda volta, nel modo sbagliato. Per amore mi sono annullata. Per amore mi sono dissolta in una bolla di sapone, per amore ho messo dinanzi a tutto il benessere dell'altro ancor prima del mio. Per l'illusione di un amore corrisposto che tale non era ho sofferto e fatto cose di cui mi pento moralmente. Per la speranza che questo potesse mutare mi sono aggrappata a ogni piccolo segno, gesto, ricordo o parola che mi potesse dare un minimo di luce nell'oscurità nella quale vorticavo senza sosta. Per il bene altrui mi sono ritrovata nuovamente a censurare, castrare, annientare, cancellare le parole per paura di procurargli un dolore non voluto. Ed io che fine ho fatto? Il mio dolore, il dolore dell'abbandono (l'ennesimo), il dolore di non essere corrisposta, il dolore di tutto questo amore da non poter dare, il dolore di essere stata per lungo tempo appesa e in balia degli eventi. Il dolore della consapevolezza che le parole erano solo delle fottute parole a cui non avrei mai dovuto dare alcun peso, il dolore dato a chi mi stava vicino, il dolore creatomi ogni volta che non ho comprato un vestito, un paio di scarpe o una qualunque altra cosa che potesse riempire in minima parte il nuovo vuoto creato, perché "lui non li vedrà", il dolore di uscire e guardarsi intorno alla ricerca di un miracolo. Il dolore di uscire e piangere per strada incurante dei passanti. Il dolore di uscire e nei negozi sentire l'aria venire meno, la gola serrarsi per colpa di una cornice, di un quadro o di un qualunque orpello che "a casa sua potrebbero stare bene". Il dolore del bisogno di stringerlo, di consolarlo, di amarlo, di baciarlo e viverlo pur non potendolo fare. Il dolore per ogni email, messaggio, chiamata o visita improvvisa castrata sul nascere perché non serve più a nulla. Il dolore di quella parte di te emotiva che si incatena ai ricordi e a quello che lui le ha trasmesso. Il dolore provato al sol pensiero di uscire con qualcuno, qualsiasi persona. Il dolore di un amore mai iniziato e già concluso, il dolore della rabbia che devi annientare perché non è giusto essere arrabbiati. Siete diversi e non è colpa sua se non ti ama. Il dolore di non poter più essere te stessa come lui ti aveva chiesto di essere, il dolore di una porta nuovamente sprangata, il dolore della voglia di urlargli che la colpa è la sua pur non pensandolo affatto, o perlomeno pensando che se c'è qualcuno che ha colpa lo siete entrambi. Il dolore della consapevolezza di aver amato nuovamente male. Il dolore di esserti talmente lasciata rapire dall'emozione da non aver scorto dal principio segnali che, ancora oggi, non riesci a vedere pur osservando e analizzando con attenzione tutto quello che vi siete detti o avete condiviso. Il dolore per quel sorriso che nasce al ricordo del primo bacio e di quel primo appuntamento dove avete fatto le sei sotto casa a parlare e a baciarvi come due ragazzini in preda alle emozioni. Il dolore di tornare ad essere quella che eri prima di lui. Il dolore all'idea di doverti mettere di nuovo in gioco. Il dolore di saperlo felice con un'altra. Il dolore di non essere stata capace di farti amare. Il dolore di non essere stata abbastanza. Il dolore di sentirti sola, di nuovo sola, perché per lui hai allontanato tutti quelli che frequentavi. Il dolore del Natale che è alle porte e di tutto quello che per te comporta. Il dolore di sapervi nuovamente estranei. Il dolore del desiderio che sentirai di baciarlo quando vi rivedrete e il tuo doverti imporre una maschera che celi tutto il mix di emozioni che si stanno scatenando dentro. Il dolore di dormire male e a singhiozzo ogni notte perché appena ti compare nei sogni, devi alzarti e prendere fiato. Il dolore di sapere che ti sei già allontanata, chiusa e lo stai già dimenticando. Il dolore di non ricordare il suo profumo, i suoi occhi, la morbidezza delle sue labbra. Il dolore di quelle parole che ora ti appaiono cosi vuote. Il dolore per quel futuro che non sarà più "vostro". Dolore solo dolore che adesso gestisco meglio, perché nonostante tutto, se dovessi tornare indietro, amerei nella stessa maniera. Mi abbandonerei completamente all'amore cosi come ho fatto, nonostante i rifiuti, l'assenza, il dolore, le lacrime, le notti in bianco, i film mentali degni di Oscar e tutto quello che di negativo ci può essere, sì, nonostante tutto questo non cambierei proprio nulla. Sarei e farei esattamente quello che ho fatto, per sbagliato che sia, perché sono stata io, solo io, senza maschere ed orpelli, senza finzioni o trucchi. Ho amato. Amo e amerò ancora in maniera incondizionata nonostante lui non mi abbia mai amato.