domenica 26 luglio 2015

James Blunt - Goodbye My Lover


Did I disappoint you or let you down?
Should I be feeling guilty or let the judges frown?
'Cause I saw the end before we'd begun,
Yes I saw you were blinded and I knew I had won.
So I took what's mine by eternal right.
Took your soul out into the night.
It may be over but it won't stop there,
I am here for you if you'd only care.
You touched my heart you touched my soul.
You changed my life and all my goals.
And love is blind and that I knew when,
My heart was blinded by you.
I've kissed your lips and held your head.
Shared your dreams and shared your bed.
I know you well, I know your smell.
I've been addicted to you.

Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

I am a dreamer but when I wake,
You can't break my spirit - it's my dreams you take.
And as you move on, remember me,
Remember us and all we used to be
I've seen you cry, I've seen you smile.
I've watched you sleeping for a while.
I'd be the father of your child.
I'd spend a lifetime with you.
I know your fears and you know mine.
We've had our doubts but now we're fine,
And I love you, I swear that's true.
I cannot live without you.

Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.

And I still hold your hand in mine.
In mine when I'm asleep.
And I will bear my soul in time,
When I'm kneeling at your feet.
Goodbye my lover.
Goodbye my friend.
You have been the one.
You have been the one for me.
I'm so hollow, baby, I'm so hollow.
I'm so, I'm so, I'm so hollow.

sabato 25 luglio 2015

Aspetto

Aspetto, passano i treni, il caso, gli sguardi.
Ma io non voglio i cieli nuovi.
Voglio stare dove sono già stato.
Con te, tornare.
Quale immensa novità tornare ancora,
ripetere, mai uguale, quello stupore infinito!
E finché tu non verrai, io rimarrò alle soglie
dei voli, dei sogni, delle scie.
Immobile.
Pedro Salinas 

giovedì 23 luglio 2015

Till we ain't strangers anymore


Tell me who you think you see
When you look into my eyes
Lets put our two hearts back together
And we'll leave the broken pieces on the floor
Make love with me baby
Til we ain't strangers anymore

martedì 21 luglio 2015

Lettera n°70

Hai talmente idealizzato l'amore che adesso ti ritrovi a non riuscire più a scorgerne ogni sua sfumatura, ti paralizzi perché reputi quel po' che senti come un nulla in confronto a quello che vorresti o pensi di dover sentire. Non sono capace di quantificare il numero di volte che ti ho detto verbalmente o scritto questa mia opinione, ma oggi ci stavo ripensando prima di cadere nell'oblio acuto del sonno creato da un mix tra tristezza e caldo insopportabile. Mi sto trattenendo dal cercarti, non ne ho alcun diritto, e il semplice sentirne la voglia non è sufficiente, principalmente per me. Vorrei che fossi tu a cercarmi, ma so che non accadrà prossimamente, non dico mai, perché dire mai non ha poi troppo senso, tra te e me c'è un unico mai concreto ed è più che sufficiente a mantenermi, delle volte, coi piedi per terra. Però nell'oblio del sonno ultimamente ti ritrovo. Sei li, mi sorridi e sei bello da mozzare il fiato. Poi mi sveglio e torna a farmi compagnia la frustrazione pura e nuda. Dovrei andare avanti e credimi, ci sto provando, non sempre lo ammetto, ma ci provo quando sento di riuscire a sopportarne il peso. Delle volte invece mi lascio andare totalmente e mi ritrovo disarmata e dolorante, quasi febbricitante immaginaria. Ma il dolore dell'animo non lo si può descrivere facilmente, indi per cui concedimi la licenza poetica della sintomatologia delle malattie più comuni e concrete. Tu stai andando avanti lo so, ne sono certa e fai bene, era quello lo scopo, resta sempre lo scopo ultimo di questo distacco, di questo silenzio, di questa assenza: la tua felicità. Alla mia ci penserò quando sarà il momento, quando riuscirò a non pensarti cosi intensamente da percepire lo stomaco chiudersi e gli occhi velarsi senza sosta. 
Ho una voglia assurda di vederti, nonostante il mio, quasi certo, sentirmi un po' a disagio, contratta e rigida o ansiosa tanto da torturare qualunque oggetto detenga nelle mie mani. Ho voglia di tenere il tuo viso tra le mie piccole mani, accarezzarti le guance con la barba ispida e riempirti di baci. Voglie malsane, ne sono consapevole, ma che ci posso fare se ci sono? 
Scappare non avrebbe senso, ti porterei ovunque anche aldilà dell'Italia tu saresti con me. Se mi gettassi tra le braccia del primo che capita so già per esperienza che anche li, tu ci saresti, ecco devo partire da li, partire dallo smettere di tenerti qui (apro le braccia per farti capire che qui sarebbe ovunque e mi indico la testa perché da li inizia tutto, da li sei entrato senza fretta dieci mesi fa o giù di li). 
Spero che questo caldo sia di tuo gradimento, avrei voluto viverti anche in questa stagione, ma cosi non è stato e cosi non sarà. 

Je vais t'aimer


Je vais t'aimer
Comme personne n'a osé t'aimer
Je vais t'aimer
Comme j'aurais tellement aimé être aimé
Je vais t'aimer je vais t'aimer

Sposa cadavere senza arte ne parte.

La mia estate si sta prospettando più di merda rispetto a quelle che l'hanno preceduta, la mia amica domani ritorna in Germania, il mio allenatore dopo mercoledì mi lascia in balia di chissà chi, la palestra chiuderà il trenta di questo mese e quindi mi toccherà rimanere ferma per un mese buono e poi l'incognita per quanto concerne Settembre, trovare chi mi segua come si deve e che non lo faccia solo perché è il suo lavoro, ma perché comprende dove voglia arrivare con il duro allenamento mi porta solo a maledirmi per aver prolungato l'iscrizione fino al 2017 e mi maledico per non avere il coraggio di mollare tutto e andarmene il più lontano possibile dall'Italia. Ma qui a parte la famiglia, di cui, bene o male, potrei fare a meno, ho il mio cane e lui non riesco proprio a lasciarlo, viviamo in simbiosi da un anno buono e non me la sento proprio di lasciarmelo dietro le spalle, soprattutto perché è una mia responsabilità totale, ma portarlo dietro significherebbe lasciarlo da solo troppo spesso. Qui c'è chi amo e non mi ricambierà mai, non che cambi molto che vada via o rimanga qui quel punto non muta e non muterà mai. Di certo andarmene non porterebbe chissà quale cambiamento sconvolgente nella mia vita, mi porterei dietro il mio strascico di sposa cadavere senza alcun taglio deciso. Chi sono mi segue ovunque. Quindi resto qui. Immobile, in attesa di non so cosa, o in attesa di nulla. Apatica e spenta. Morta e senza futuro. Morta e senza speranze. Sposa cadavere senza arte ne parte. Sola con un cane che mi fa andare avanti perché è l'unico capace di amarmi in maniera incondizionata, ma non mi basta, a quanto pare non mi basta più come avrebbe potuto dieci mesi fa quando senza cercare ho trovato la mia distruzione.

Se solamente

SE SOLAMENTE
Pablo Neruda
Se solamente mi toccassi il cuore, 
se solamente mettessi la tua bocca sul mio cuore,
la tua bocca sottile, i tuoi denti,
e mettessi la tua lingua come una freccia rossa
là dove il mio cuore polveroso martella,
se soffiassi nel mio cuore, vicino al mare, 
piangendo,
suonerebbe con rumore scuro, 
con suono di ruote di treno assonnate, 
come acque vacillanti,
come l’autunno in foglie,
come sangue,
con un rumore di fiamme umide che bruciano il cielo,
suonando come sogni o rami o piogge
e sirene di un porto triste,
se tu soffiassi nel mio cuore vicino al mare,
come un fantasma bianco,
al bordo della schiuma,
in mezzo al vento,
come un fantasma scatenato, 
in riva al mare,
piangendo…

lunedì 20 luglio 2015

Lettera n°69


E' solo una foto che non dirà niente a nessuno, ma se l'ho scattata è perché mi ha colpito non solo la composizione tra portone, portoncino, balcone, scale e finestre varie, ciò che mi ha colpito è un benedetto numero che, puntualmente, mi riporta a pensarti. Probabilmente a te quel numero non dirà proprio nulla, ha significato solo ed esclusivamente a me, sono io, infatti che lo associo a te. Ma anche il luogo in cui ho scattato questa foto mi ricorda di te, mi ricorda il nostro primo appuntamento o quel che era, un semplice incontro sfociato in ore di baci sotto casa mia e colmo di una emozione che pensavo fosse trascinante ed evolutiva, ma che in realtà ha avuto inizio e fine lì, in quel frangente iniziale. A chi non piacciono gli inizi? Nessuno li detesta, sono quello che rendono una relazione, qualunque sia la natura di essa, un qualcosa di importante o meno. Il giorno in cui l'ho scattata ho dato per scontato che andare lì non avrebbe sortito alcun effetto nella memoria a differenza di quella panchina che non riesco ancora ad andare a fotografare, lì c'era qualcosa di concreto, la voglia di stare assieme, di condividere del tempo assieme fotografando a casaccio e parlando e ridendo. Eppure quel posto che ricordo con vento fortissimo, salsedine e due gatti pronti a combattere per il territorio e noi due, spettatori silenziosi in attesa di comprendere chi dei due lottatori avrebbe vinto, era uguale, ma al contempo differente. Non c'era un alito di vento, il mare era calmo come una tavola sulla quale si può cenare o pranzare tranquillamente, le strade piene di turisti e persone con macchine fotografiche attaccate al collo. Bambini allegri o addormentati. Giovani coppie innamorate e coppie datate. Diverso il contesto, diversa la compagnia. La fontana piena di persone, la piazza colma di bancarelle, nessuna sciarpa avvolta intorno ad un collo che non conosce. Mi si riempiono gli occhi se ci penso, ma sorrido anche, dualismi anche nelle emozioni che il ricordo di quella serata mi provoca dentro. Tranquillo, poi passa. Prima o poi non piangerò più, prima o poi mi lascerò andare con qualcun altro che sia disposto a darmi del tempo e ad amarmi come secondo te merito, a me le tue briciole, tutto sommato, bastavano. Mi rendevano felice, ma per te non era lo stesso. Ora lo so. Sono solo ricordi di ciò che è stato. Parto mentale personale di un qualcosa mai esistito realmente.

Fotografie Della Tua Assenza


Non guarderò 
mai più negli occhi 
la mia gelosia 
e tornerà 
l'indifferenza 
a farmi compagnia 
Fai spazio, fai spazio, fai spazio 
più che puoi 
più che se ne può fare 
Ognuno ha il diritto di dire 
ognuno quello di non ascoltare. 
Sono passati dei mesi 
e l'esperienza non provoca cambi 
che ad avvicinarci nel tempo 
ormai sono i danni, 
non sono più gli anni 
la vita che passa e va via 
vivendola meglio 
mi vendicherò 
scusa se non ti accompagno 
ma ognuno prende la strada che può 

Che anno era quando il temporale 
non voleva farci uscire più 
che giorno era, quale calendario, 
se ci provo non me lo ricordo 
e conto i giorni al contrario 
e come sempre la stessa innocenza 
mi sorprendo sempre quando 
troverò ogni parvenza 
di tracce tue e del tuo nome 
anche se vivo ormai senza 
fotografate da Dio in persona 
fotografie della tua assenza
Fotografie 

Mentre in molti 
si avvicinano a te 
senza riuscirci mai 
non riesco a dare forma ad un destino 
che si avvicini a noi 
ed ho così perso coraggio 
che è facile cadere in uno sbaglio 
e cerco tra tutta la gente 
almeno un tuo dettaglio 
ho in testa recrudescenze 
della tua ultima carezza 
e aspetto stordito con un sorriso 
mi dia la mia salvezza. 

Che anno era quando il temporale 
non voleva farci uscire più 
che giorno era, quale calendario, 
se ci provo non me lo ricordo 
e conto i giorni al contrario 
e come sempre la stessa innocenza 
mi sorprendo sempre quando 
troverò ogni parvenza 
di tracce tue e del tuo nome 
anche se vivo ormai senza 
fotografate da Dio in persona 
fotografie della tua assenza

Cosa ci sia dietro ad un segreto 
cosa davanti lo vedo 
e il viso triste sopra ogni dubbio 
non lo nascondo 
e se lo faccio 
sbaglio. 
Io sbaglio. 

Solo fotografie della tua assenza

mercoledì 15 luglio 2015

Salvami o uccidimi, ma ti prego: cercami.


L'impatto che una foto può avere è relativo e soggettivo a chi la sta osservando in un determinato momento. Tralasciando quello che la foto o meno racconti, non si può non considerare l'impatto emotivo che, a prescindere dal significato esplicito o implicito che vi sia al suo interno, trasmette nell'osservatore. Questa foto di Robert Wiles in cui vi è immortalato il suicidio di Evelyn McHale ci racconta un fatto, ci mostra un evento, ma tralascia quello che vi è dietro il gesto descritto. Fonti dell'epoca parlano di un breve messaggio di addio nei riguardi del suo fidanzato o ex fidanzato. E questo, se lo si conosce a priori porta l'osservatore a trarre una conclusione che sfocia nella passione, nel dolore, ma se non si conosce la storia (cosa che in realtà è, se si considera il periodo e i pochi elementi a disposizione o in circolazione ad oggi) può portare l'osservatore a dare una valenza differente o decisamente personale a quello che l'impatto emotivo  del fermo immagine ispira. Personalmente, ancor prima di conoscere la storia del breve messaggio, avevo già immaginato una situazione amorosa poco felice, contorta e dolorosa. L'atto stesso del suicidio di una giovane donna in quel periodo non mi fa pensare ad altro, non al momento, non per come personalmente vivo il mio attimo attuale. Delicati i lineamenti, elegante la posa anche nell'atto ultimo della vita. Doveva essere una donna bellissima Evelyn, voglio immaginare che fosse innamorata, immagino che lui non l'amasse o l'amasse troppo ma non glielo dimostrasse, questo dopo la lettura del biglietto, ma emotivamente avrei pensato ad un amore travagliato, non corrisposto o illegale, E sempre emotivamente mi sento un po' come Evelyn, precipito a lungo in brevi attimi temporali in un abisso oscuro in cui il dolore divora tutto quello che di buono o differente possa comparire come per magia. Anche una bella serata, alla fine, prima di coricare le membra sul letto, diviene un suicidio emotivo. La mancanza è palpabile, il dolore è cocente come il primo giorno, la voglia di lui mi annienta e mi lascia a boccheggiare aria malsana e impura. Precipito e mi suicido ogni volta che ne parlo, ogni volta che ci penso, ogni volta che lo desidero, ogni volta che mi impongo di non cercarlo. E urlo un "Salvami" con le labbra serrate e senza voce, nella speranza che le anime connesse comunichino tra di loro, nella speranza che sia lui a cercarmi e ad ascoltare quel grido di aiuto silenzioso che quotidianamente mi strozza la gola.

lunedì 13 luglio 2015

Tanto Il Resto Cambia+Pensieri sconclusionati


Fuori è quasi giorno, 
sto pensando a te 
disperato vuoto dentro me.. 

Niente è mai perfetto, 
niente come vuoi.. 
siamo soli adesso pure noi. 

non so chi mi aiuterà 
a dimenticarti 
quando me ne andrò da qui. 

quanto male ci starò 
che sarai di un altro.. 
lo so ma è giusto così. 

Se cambierà per te nascerò ancora 
per il tempo rimasto cura sarò 
niente più come te.. 

è verrà l'inverno 
neve scenderà 
il silenzio ti cancellerà.. 

non verrò a cercarti, io ti scorderò 
servirà del tempo e guarirò.. 

tutto quanto fermo a te 
tanto il resto cambia.. 
vivrò ma non vivrò mai. 

mille volte scoprirò che non mi innamoro 
anche questo tu lo sai.. 

se cambierà per te nascerò ancora 
per il tempo rimasto cura sarò 
niente più come te.. 

se cambierà resti tu, l'universo. 
ora conterò cento, piano, 
mi volto, non c'è più ritorno. 

io non so parlare 
però proverei 
questa volta forse lo farei.

Mi sono data un tempo, non so se poi effettivamente quella scadenza verrà rispettata, non so se quel numero di lune in cielo sarà sufficiente ad attenuare il vuoto o quello che ancora percepisco in maniera cosi vivida e prepotente, per ora so che ho ancora un bel po' di tempo dinanzi, ancora del tempo da condividere con quella morsa dolorosa che non mi lascia respirare, emozionarmi diversamente da come in realtà riesca a fare ora. Nel mio attimo di eterno fermo immagine emotivo mi ritrovo a faticare a risalire a galla, lo voglio? Non lo so, presumo proprio di no, una volta che penso di essere riuscita a salire un po' ecco che qualcosa mi tira giù e sono talmente stanca che non lotto più, mi lascio andare, scivolare giù senza allungare le mani per afferrare appigli. E ogni volta è la notte il momento più tragico, è vero almeno ora dopo più di sessanta notti in cui dormire mi pareva utopia allo stato puro, adesso comunque dormo poco, male, ma sogno. E nei sogni ho quello che desidero, nei sogni sono felice. Nei sogni il vuoto non esiste, nei sogni sono piena di felicità. Nei sogni, che durano poche ore sono schifosamente felice. Non ci sono lacrime che bagnano il viso costantemente, sulle labbra c'è sempre un sorriso che mi rende bellissima, e no quel broncio da arpia che invece mi ritrovo nella lucidità dell'essere sveglia. Non ci sono muri, blocchi verbali o mentali, nei sogni le porte sono aperte, non ci sono muri spinati non ci sono ostacoli, nei miei sogni c'è chi amo incondizionatamente e ci sono io senza maschere e finzioni. Peccato che però soffra di insonnia, peccato che i sogni siano solo sogni.

domenica 12 luglio 2015

Lettera n°68


Questa notte non riesco a smettere di pensare, sarà l'inattività del periodo, la mancata voglia di uscire, di conoscere persone, di vivere, non lo so, non ho voglia di dare una spiegazione a tutto questo qualunque cosa sia che mi frena, mi castra, mi blocca in una stasi costante in cui non riesco a fare nulla di più del lasciare che il tempo scorra e i pensieri mi invadano la mente. Penso a quello che non avrò con te. La scelta del dipinto messo qui sopra è dato da vari fattori, ma a me porta a pensare in primo luogo alla notte di San Lorenzo, alla non possibilità di vedere le stelle cadere assieme a te stesi su una qualche spiaggia avvinghiati col naso all'insù per esprimere dei desideri che magari non si realizzerebbero nemmeno, ma ci penso. Probabilmente non saremmo nemmeno stati assieme, un po' come Natale o Capodanno, però c'è, esiste come pensiero e non è il solo. Penso ai figli che non avrò con te al mio non poterli vedere giocare col trenino di legno che ti ho regalato, non vederli giocare con te, ascoltarti parlare. Non potrò più cucinare il cous cous o la lasagna per te. Non potrò più dormire con te, non potrò più baciarti, non potrò più  fare l'amore con te, non potrai più essere la prima persona che vedo la mattina. Penso alle passeggiate mai fatte, ne abbiamo fatte veramente poche, ma il freddo ci impediva di uscire per andare chissà dove, penso alle foto che avremmo potuto scattarci o scattare a quello che ci colpiva. Penso a quello che non sarà mai, come il conoscere la tua famiglia o tu conoscere la mia. Presentarti i miei amici e tu i tuoi. Penso e penso e penso. Penso a quanto mi sarebbe piaciuto essere amata da te, ma sono cose che non sono state e che quindi non potranno mai essere, lo sappiamo entrambi. Lo sai e lo so anche io. Mi dico razionalmente che dovrei smetterla subito, immediatamente di pensarci, di piangere come una stupida perché mi manchi, perché non riesco a sminuire in alcun modo quello che sento ancora. 
Eppure quell'artista che tanto piace scorrendo tra i suoi aforismi ha detto: "Che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di fare tentativi?" potrei proporti un terzo tentativo, ma probabilmente non servirebbe a nulla, potresti innamorarti o io potrei non farlo più, ma sempre lo stesso Vincent ha anche detto: "L'amore è eterno: può cambiarne l'aspetto, ma non l'essenza.", quindi se è eterno dovrò semplicemente imparare ad accettare che la tua felicità non sono e non sarò io, il tuo amore non sono stata e non sarò io, dovrò sopportare questo macigno da sola, com'è sempre stato e continuerà ad essere. Non ci sono scorciatoie o tentativi. Ho fallito in tutto e anche in amore a quanto pare ho fallito. Non ci sono riuscita ad essere ricambiata o a farmela passare subito. semplicemente: io ho fallito.

venerdì 10 luglio 2015

L'amore arriva e si ricorda di te. Il futuro può aspettare.

PRIMA O POI L'AMORE ARRIVA
A un passaggio a livello
lontano dal mondo
un giorno d'agosto assolato
un capostazione annoiato
vide a un finestrino
di un accelerato
una signora bruna
e piú non lavorò
passava le serate
a guardare la luna
e i treni si scontravano
ma lui non li sentiva
prima o poi l'amore arriva
Stefano Benni


Associo questa poesia di Benni a una canzone di qualche anno fa, riscoperta ultimamente, la canzone è di Masini (sai che novità, ma non riesco a fare a meno di buttarmi a capofitto in musicisti o poeti che mi danno un briciolo di stabilità del mio passato) si chiama "L'amore si ricorda di te". Sembrano decisamente affini l'una con l'altra. L'amore si è ricordato di me qualche mese fa, più di qualche mese fa in realtà, ma ha pensato bene di farmi un piccolo scherzetto di gusto discutibile, per quanto possa essere tornato a bussare alla porta sigillata si è dimenticato, quel furfantello, di bussare anche alla porta di chi mi sono innamorata. Sono cose che capitano, me la racconto quotidianamente questa cosa, magari un giorno in futuro tornerò ad amare, sarò, se avrò fortuna e se l'amore si ricorderà, ricambiata, ma per ora devo semplicemente convivere con un compagno poco piacevole. Va meglio (sì, mi racconto anche quest'altra stronzata per andare avanti), rispetto agli inizi, va meglio. Certo in futuro potrei sempre scegliere l'opzione più semplice: restare sola. Mi peserà, ma ci sono stata cosi a lungo prima di innamorarmi, che so benissimo come affrontare i brevi momenti di sconforto creato da quello che manca, perlomeno mi eviterei questo... tutto e nulla che adesso invece percepisco sin troppo nitidamente. Occupo le giornate come meglio posso, scrivo, leggo, ascolto musica, vedo film o serie tv, esco e compro vestiti immaginando di indossarli per uscire con chi ancora amo, ma mi impongo anche piccoli passi verso il futuro, piccole scelte come il mettere da parte la somma che mi serve per cambiare il corpo macchina fotografica o un nuovo tatuaggio, lo so, dovrei investire soldi nella mia formazione, dare gli ultimi esami e laurearmi, ma a che pro? Sarebbero soldi spesi male, non studierei perché penserei ad altro e mi verrebbe l'ansia ad ogni esame di potermi sentire male per il diabete e rischiare di collassare per lo stress, no non voglio nemmeno pensarci per ora. Prima o poi la terminerò, ma non ora, non è più una mia priorità. Quella non più. In fin dei conti il mio lavoro mi piace ed è comodo. Non ho spese eccessive e mi basta come stipendio. Mi basterà ancora per un po'. Non ho un futuro che va più in là di qualche mese. Il resto lo lascio al fato, quel che vorrà sarà, io me ne lavo le mani. Me ne infischio se continuerò ad amare chi non sente nulla per me o se mi innamorerò di nuovo, non voglio saperlo, non voglio pensarci, ma già lo stesso scriverlo mi porta a pensarci. E' un fottuto circolo vizioso. 

Lettera n°67

Continuo ad andare avanti ottenebrando la mente cosi da annullare o rendere meno pesanti e presenti determinati pensieri, però poi in una notte come questa non posso fare a meno di lasciare che la testa scoppi di immagini, pensieri, ricordi e di quello che avrebbe potuto ma non sarà. Stavo ricordando le notti in cui abbiamo dormito assieme, a te non parrà così, ma per me i nostri corpi erano due pezzi di puzzle che andavano a combaciare perfettamente. Ossa, carne e respiri delle volte all'unisono. Ci stavo bene tra le tue braccia, dormivo, già dormivo e non lo avrei mai immaginato in passato che sarebbe accaduto. Lo sai, non sono mai stata una che dorme a casa dei ragazzi, nemmeno quelli che erano ufficialmente i miei compagni. Troppo intimo, lo dicesti anche tu, sei disarmato quando dormi. In inverno abbiamo dormito abbracciati, stretti l'uno all'altro, certo delle volte non andava esattamente cosi, vuoi per quello che non sentivi tu, vuoi per bisticci sterili, capitava anche che solo le schiene si andassero a sfiorare. Ma comunque eravamo vicini. E qui mi è sorta una domanda: e in estate, con questo caldo che c'è adesso, come avremmo potuto dormire? Lo so, non dovrei pormi queste domande, tu ed io non abbiamo alcun futuro, quello è decisamente certo, quasi quanto la morte. Non dormirò più tra le tue braccia, non saprò mai se in estate ci saremmo tenuti stretti oppure se ognuno avrebbe occupato una parte propria del tuo letto. Piango e sorrido all'unisono, dolore e consapevolezza. Sì, so che non esiste futuro, ma la parte di me che sente ciò che desidero non sentire frigna come una bambina che inciampando è caduta e si è sbucciata le ginocchia. Me lo dai tu il bacio che guarisce tutto? Non credo, mi bacio da sola, sono rimasta io, o perlomeno è rimasta quella che è rimasta di me. Come vedi non sono affatto forte, non lo sono per nulla, semplicemente ho iniziato a mettere su piccoli muri ancora un po' instabili, ho imparato a fingere di stare bene o qualcosa di simile, che cos'altro mi resta? Non mi resta nulla se non questo. Vado avanti come posso, ma per ora scrivo piangendo e pazienza per l'orgoglio.

Quello che adesso non so


E' come un gioco e si ripete sempre
E' un'onda che rinasce dal niente
Eri il profumo di settembre di sera
La mia prima cosa vera
Non c'è bisogno tu non dire niente
Sono i tuoi occhi a parlare da sempre
Io cerco solo di dimenticare quello che sento e non vorrei sentire
Per adesso vivo a testa in giù
Come ieri non ci credo più
Per adesso io non sono io
Come ieri tu non sei più tu
E forse ci rincontreremo ancora chissà
Tra un dolore nascosto e la felicità
Sarà diverso però ed io lo scoprirò quello che adesso non so

E allora dimmi che cos'è l'amore
E' una sorgente che si può esaurire
E' una parola che ricorda un fiore
Se vuoi che viva lo devi curare
Ma quello che io non riesco a capire
E' dove nasce e dove muore un dolore
Fra tanti occhi che potrei incontrare, io cerco quelli che non posso avere.

Per adesso vivi a testa in giù
Come ieri non ci credi più
Per adesso io non sono io
Come ieri tu non sei più tu

E forse ci rincontreremo ancora chissà
Avremo occhi di stelle ed una lacrima
Sarà diverso però
E io lo scoprirò quello che adesso non so
Quello che adesso non so
Per adesso vivo a testa in giù
Come ieri non ci credo più
Conosco un posto dove ancora sognare, aprire il cuore e sentirmi migliore
E proprio lì che io vorrei tornare
E amare
E quando ci rincontreremo
in un'altra realtà
Coi nostri cuori al sicuro dentro l'anima
Io ti riabbraccerò e forse ti dirò quello che adesso non so non so
Quello che adesso non so.

martedì 7 luglio 2015

Ricominciare daccapo

Dovrei essere a letto a dormire o almeno a rigirarmi con il lenzuolo tra le gambe come un boa insopportabile visto il caldo di questa giornata, invece sono davanti al computer. Penso troppo. Non che abbia mai smesso di farlo. Ci sono momenti in cui riesco a gestire i pensieri, a convogliare altrove quelli che preferisco non affiorino con troppa frequenza. Ma oggi i pensieri non hanno sentito ragioni, sono rimasti per la maggior parte del tempo attivi e indisciplinati. Ho pensato all'attesa e alle menzogne che ci raccontiamo mentre aspettiamo. Io mi racconto di non star aspettando nulla e invece mi ritrovo ad aspettare un qualcosa che mi sconvolga la vita o almeno sconvolga questo momento cosi... Non ho parole per descriverlo, ma è pesante e non solo. Aspetto una e-mail, una chiamata, un messaggio, un contatto qualsiasi e non dovrei, razionalmente so di non dovermi aspettare più nulla, razionalmente so che dovrei andare avanti, ricominciare da capo, partendo da me, quella me che ancora non ho ritrovato del tutto. Sarà il caldo torrido, ma non ne ho le forze per andare avanti o semplicemente ricominciare non preclude l'eliminazione di quel fardello che in realtà ci portiamo dietro ovunque. 
Oggi leggevo una poesia di Jan Skàcel, la ricopio e la condivido con piacere qui sopra:

Ci sono contrade...
dove i bimbi salutano ancora i treni.
Gli adulti invece sono sempre tristi...
in quelle stazioni dove nessuno aspetta.
D’un tratto...
l’anima è bianca di sambuco...
D’un tratto...
c’è in noi troppo dell’uomo.
Verrebbe quasi voglia di scendere...
in quelle piccole stazioni...
dove non scende mai nessuno.
E ricominciare daccapo, una nuova vita...
seguendo i fiori di sambuco

Sarebbe bello poter annullare quella tristezza, la malinconia che una stazione ci mette addosso, per carità delle volte c'è euforia e gioia, ma personalmente la stazione è un luogo che, al momento, mi fa pensare a degli adii, a partenze senza ritorno, a treni perduti e amori pianti. 
Sono triste, delusa, arrabbiata con me stessa. Ce l'ho con me perché nonostante mi ripeta di non dovermi illudere, finisco puntualmente per sperare, e la speranza uccide l'animo, lo ferisce, lo dilania, e guarire non è mai semplice o fattibile. Non sono guarita, la mia malattia è ancora qui, amo ancora, semplicemente amo e non dovrei farlo. Aspetto e non dovrei aspettarmi nulla. Spero e mi suicido ogni volta che una stilla di speranza brilla nell'oscurità del nulla apatico. 
Ricominciare daccapo, una nuova vita, non è qualcosa di reale, razionalmente possiamo inventarci tante cose, possiamo attribuire colpe o sentenze, ma emotivamente ci portiamo dentro quello che ci ha spinto a ricominciare. 

domenica 5 luglio 2015

Amore illusione

Ti meriti un amore che ti voglia spettinata,
con tutto e le ragioni che ti fanno alzare in fretta,
con tutto e i demoni che non ti lasciano dormire.
Ti meriti un amore che ti faccia sentire sicura,
in grado di mangiarsi il mondo quando cammina accanto a te,
che senta che i tuoi abbracci sono perfetti per la sua pelle.
Ti meriti un amore che voglia ballare con te,
che trovi il paradiso ogni volta che guarda nei tuoi occhi,
che non si annoi mai di leggere le tue espressioni.
Ti meriti un amore che ti ascolti quando canti,
che ti appoggi quando fai il ridicolo,
che rispetti il tuo essere libero,
che ti accompagni nel tuo volo,
che non abbia paura di cadere.
Ti meriti un amore che ti spazzi via le bugie
che ti porti l’illusione,
il caffè
e la poesia.

Frida Kalho

Io l'ho avuto questo amore, per poco, ma l'ho avuto, un amore con caffè e poesia, un amore che mi ha voluta spettinata, un amore pieno di demoni, ma che mi rendeva sicura. Abbracci e simbiosi tra arti e pelle. Un amore che vedeva qualcosa (non so se fosse il paradiso) nei miei occhi. Ho avuto un amore che non era altro che pura illusione, non era amore. 

sabato 4 luglio 2015

Citazione Susanna Casciani

Capirai che puoi amare quanto vuoi, ma il tuo amore non sarà un buon motivo per essere amata.
 Quando una storia finisce, noi possiamo amare i nostri ricordi anche per sempre, ma smettiamo di conoscere quella persona nel momento esatto in cui ci dice addio.
 Quella persona domani sarà diversa, incontrerà gente che noi non incontreremo mai, cenerà in posti in cui non ceneremo mai, si farà foto in luoghi dai quali non passeremo mai, avrà nuovi modi di fare, nuovi difetti, nuovi problemi, nuove mancanze, un nuovo modo di ridere.
 Presto o tardi si comprerà una camicia che diverrà la sua camicia preferita, quella che noi non potremo togliergli.
Quella persona all’improvviso deciderà di farsi crescere i baffi, e noi non sapremo mai cosa vuol dire baciare i suoi baffi. Chissà che male, chissà che solletico. 
Chissà che bello?
 Probabilmente un giorno deciderà di leggere un libro, magari due. Noi non sapremo mai cosa ne pensa, non sapremo mai che faccia ha quando si addormenta su una pagina non ancora letta.
Potrebbe iniziare ad apprezzare la musica classica, le montagne russe oppure potrebbe iniziare a praticare uno sport del quale non ci racconterà mai. 
A Natale riceverà in regalo un profumo diverso da quello che ha sempre usato, ed ecco che inizierà ad avere un nuovo odore, forse più sexy.
 Forse no.
 Non possiamo sempre e solo immaginare: l’ immaginazione non è amore.
 Quella persona avrà una vita senza di noi, e chissà se davvero ci piacerebbe ancora.
 E’ ammirevole la perseveranza mostrata da chiunque nell’amare ciò che è stato, ammirevole.
 Eppure, se è stato, vuol dire che non è e qualcosa dovrà pur voler dire.
Susanna Casciani

giovedì 2 luglio 2015

Ti porto a cena con me


Ti porto a cena con me 
Il tuo passato non è invitato 
Lascia a casa le pene 
Se me lo sono un po’ meritato 
Ti porto a cena perché 
Vorrei che tu mi togliessi il fiato 
Riaverlo indietro da te 
Come se fosse il mio compleanno 
Il mio regalo 
Avrei voluto scriverti una lettera 
Anche se ormai si usa poco 
Se fosse contagiosa la felicità 
Adesso è fuori moda 
Vorrei che tra le righe tu capissi che 
Che nonostante il mio sorriso 
Non tutto è stato semplice, ed anche se 
Nascondo il peggio è perché il meglio è andato via con te 
Ti porto a cena con me 
Ho un conto aperto con il passato 
Che pagherò io perché 
Il tuo futuro non sia un inganno 
Ti porto a cena perché 
Nel caso avessi dimenticato 
Il mio coraggio 
Avrei voluto scriverti una lettera 
Anche se ormai si usa poco 
Se fosse contagiosa la felicità 
Adesso è fuori moda 
Vorrei che tra le righe tu capissi che 
Che nonostante il mio sorriso 
Non tutto è stato semplice ed anche se 
Nascondo il peggio è perché il meglio 
È perché il meglio è andato via con te 
Via con te 
La verità è che mi sento morire dentro 
E la bugia è che non m’importa poi così tanto
Così tanto 
Avrei voluto scriverti una lettera 
Anche se ormai si usa poco 
Se fosse contagiosa la felicità 
Adesso è fuori moda 
Vorrei che tra le righe tu capissi che 
Che nonostante il mio sorriso 
Non tutto è stato semplice ed anche se 
Nascondo il peggio è perché il meglio è andato via con te 
Via con te

Lettera n°66

KILIG – (n.) parola della lingua tagalog, parlata nelle Filippine, che descrive quella sensazione universale di “farfalle nello stomaco che provi quando sei innamorato”. L'inspiegabile gioia che si prova nel vedere il volto della persona amata.

Una gioia che probabilmente avrei percepito solo ed esclusivamente io, farfalle che avrei sentito solo io nello stomaco se al posto di quel no che mi hai tirato fino all'ultimo (e ancora non comprendo come potesse essere importante una singola parola che era ben definita in frasi di senso compiuto). Fino all'ultimo mi sono detta "Ok, ora gli mando un messaggio, gli dico di venire per le 22.30 per uno yogo", ma ho desistito perché quello che ho detto è vero, non è facile parlare o scriverti, figuriamoci vederti, soprattutto se vederti comporta ricascare in quel baratro oscuro da cui non sono ancora del tutto venuta fuori. Precipitare ancora più a fondo, toccare la fine, sempre ammesso che ve ne sia una nel nulla buio, non lo augurerei a nessuno, tanto meno a me. Sì, mi hai fatto male, ma non devi scusarti se la tua parte istintiva ti ha fatto esprimere quella domanda. Ma la domanda che ti ho posto resta invariata: "A che pro?". Che benefici vuoi che porti il rivederci? A me non porterebbe nulla, non posso esserne certa, ma penso di sapere sin troppo bene quello che ancora sento e di alimentare la speranza o l'illusione non mi va più. Come ti ho scritto sto vivendo al meglio delle mie possibilità, vado avanti senza speranza, aspettative o sogni e desideri degni di nota, prendo dalla vita tutto quello che mi offre nel bene e nel male. Non mi pongo limiti ma nemmeno mi spingo a fare ben oltre di quello che per ora so di poter fare. Non cerco amore, non cerco una relazione, non cerco compagnia e non ti voglio rivedere se questo comporta fare i conti con me stessa, trattenere la parte emotiva più di quanto non stia già facendo per vivere dignitosamente, sopprimere quella parte è stato l'apice della difficoltà. Lasciarla libera ieri notte è stato devastante, perché una briciola di me si aspettava conseguenze o reazioni, per quanto il restante era sicuro di non volersi aspettare nulla. Ma la volontà ancora una volta non è la vincitrice. Non ho dormito sai? Ho passato la notte totalmente insonne, mi rigiravo nel letto e pensavo e rimurginavo, mi davo della sciocca per aver ceduto, e creavo mentalmente scenari catastrofici. Non è andata come immaginavo, e non so se è andata bene o male, ma non ero io, te ne sarai accorto, sempre ammesso che tu ricorda chi io sia, sempre ammesso che tu l'abbia ben compreso cosi come io ho compreso che tu non mi abbia mai amato e mai lo farai. Quindi torna la domanda: "A che pro rivederci?". Ti può far piacere, ma non basta, in fin dei conti non hai mai nutrito nulla per me, lo hai detto tu "Non sento quello che senti tu", lo ricordo, devo ricordarmelo quotidianamente perché altrimenti l'illusione e la speranza potrebbero ritornare a bussare a quella porta che ho chiuso ermeticamente. Eppure volevo vederti, fino all'ultimo volevo vederti, capire che cosa sarebbe accaduto a te, perché a me so già cosa sarebbe potuto accadere, so già come mi sarei comportata, so già la fatica che avrei impiegato per fingermi a mio agio con chi, nonostante tutto, non riesco ad odiare o a voler meno bene rispetto mesi fa. Non lo so se leggerai o meno questo piccolo sfogo, ma qui c'è ancora quella che ero, che sono ma sopprimo. Chi vuoi che possa sopportare una filippica del genere? Meglio fingersi meno riflessivi, meglio fingere di non aver nulla da aggiungere. Pensavo ti fossi innamorato di un'altra, che la stessi frequentando, mi sa che sbagliavo. Probabilmente mi racconto che sia cosi o sarà cosi per poter sopportare quel vuoto che ancora c'è. 
Volevo vederti. Solo questo. Fino all'ultimo volevo semplicemente vederti.