Se dovessi fare una lista degli amici che ritengo tali, penso che dovrei soffermarmi poco sulla domanda per giungere alla risposta che ne ho una sola, una vera amica con la A maiuscola. Un'amica che amo tanto quanto amo mia sorella, per quanto alla fine poi se dovessi rielaborare la domanda iniziale pensando a chi è sì amico, ma la cui "a" rimane sempre piccola, e con piccola non intendo che non vi è un legale, certo voglio bene agli altri, ma è un volere totalmente differente da quanto uno ci si possa aspettare o possa provare rispetto a quella che per me rimane l'unica. Un tempo avrei detto che sarebbero in due gli amici con la A maiuscola, ma il tempo cambia le persone, e quell'altra persone è scesa di qualche gradino è stata ridimensionata perchè la pazienza ha un limite in tutto. E la delusione, il rancore e la rabbia non posso fingere che siano stati sepolti, sarei ipocrita verso me stessa, ed è una cosa che non voglio proprio essere. Non lo sono mai stata e mai lo sarò. L'ipocrisia non fa parte di me. Certo ho un carattere difficile, ma l'amico con A maiuscola è quello che ti sopporta e accetta con i pro e i contro che hai. Gli altri quelli con la "a" minuscola non mi accettano, criticano, giudicano e offendono gratuitamente. Io sono permalosa, e quindi? Dovete accettare anche quello se mi volete bene, ma non tutti mi conoscono come mi conosce la mia unica e vera amica. Non tutti sanno che se mi punti il dito contro, se offendi quello in cui credi perdi punti. Sono permalosa e non cambio, non lo si può cambiare. E' impossibile com'è impossibile decidere di diventare quella che non si è. Io sono cosi, prendere o lasciare. E allora ho iniziato a ridimensionare le persone, a farle scendere dai vari gradini dove le avevo posizionato, ho anche cancellato dalla mia vita (telematica) l'ultimo uomo che ho frequentato, non ne potevo più di vedermelo lì, di vedere quello che mi ha rifiutata e che a quanto pare sia già in un'altra relazione. Errori che si ripetono, nemmeno in quello, a quanto pare cambio, ma pazienza... Sì mi dico pazienza... E nemmeno l'aver ricevuto un sms due giorni fa con su scritto "Mi ha fatto piacere vederti" mi ha entusiasmata (è uno nuovo per intenderci). Sono donna, atipica, ma pur sempre donna e come tale ci tengo ad essere corteggiata, ci tengo ad essere baciata. Non mi va di dover fare io il primo passo lo vedo come un andare contro quello che sono. Ok posso essere più liberale su tante cose, ma il primo passo in una relazione deve essere l'uomo a farlo. E quindi penso che continuare con lui è solo una perdita di tempo, mi dico che evidentemente non è uno giusto, e lo accantono con tutti gli altri. Ma poi lo vorrò veramente quello giuusto? Sarò pronta a condividermi in toto con un'altra persona? Mah... Non lo so e sinceramente non mi voglio nemmeno porre la questione. Mi faccio già troppi film mentali penso che bastino e avanzino, perchè aggiungere altra carne alla brace?
Un'alta domanda che mi pongo oggi è: una persona la si reputa intelligente e culturalmente eccellente solo perchè ha conseguito una laurea in tempo? No! Se così fosse, quelli che come me sono fuori corso che cosa sono? Feccia umana? No! Io so di essere molto più intelligente e culturalmente pronta di un laureato. Mi laurerò un giorno, forse, ma anche se dovessi decidere di abbandonare tutto, ciò non toglie che rimango convinta di essere culturalmente più pronta di tanti altri che si puliscono il sederino con quel pezzo di carta. Io mi sono fatta il culo in questi anni districandomi in cinquantamila lavori diversi che hanno accresciuto ulteriormente la mia cultura, oltre a lavorare studiavo, portando o meno a termine risultati soddisfacenti. E in tutto questo ho continuato a leggere. Ecco se fosse per me la cultura andrebbe messa su una bilancia assieme al numero di libri che una persona legge. In un paio di mesi io leggo dai 10 ai 15 libri e quelli che si sentono superiori perchè hanno una laurea quanti libri pensiate che leggano? E per libri non intendo quelli universitari o scolastici, quelli non contano. Bhè vi faccio un esempio: Mio nonno. Lui per me era l'uomo più intelligente e acculturato di questo mondo. Non aveva nemmeno la 3° elementare, eppure era lui che mi aiutava a fare i compiti di matematica e di italiano, era lui, il grande appassionato di cruciverba, che mi ha inculcato l'amore per le parole. Ed è grazie a lui che ho amato leggere e continuo ad amare la lettura. Lui pezzi di carta non ne ha mai avuti e non è riuscito a vedere il mio diploma incorniciato, perchè è venuto meno poco prima, però sò per certo che mi avrebbe sorriso semplicemente e poi avrebbe ballato imitando Totò. Sò che sarebbe stato orgoglioso di me anche se ora lasciassi l'università. Per lui ero intelligente e acculturata, proprio come per me lui era lo stesso.
Un'alta domanda che mi pongo oggi è: una persona la si reputa intelligente e culturalmente eccellente solo perchè ha conseguito una laurea in tempo? No! Se così fosse, quelli che come me sono fuori corso che cosa sono? Feccia umana? No! Io so di essere molto più intelligente e culturalmente pronta di un laureato. Mi laurerò un giorno, forse, ma anche se dovessi decidere di abbandonare tutto, ciò non toglie che rimango convinta di essere culturalmente più pronta di tanti altri che si puliscono il sederino con quel pezzo di carta. Io mi sono fatta il culo in questi anni districandomi in cinquantamila lavori diversi che hanno accresciuto ulteriormente la mia cultura, oltre a lavorare studiavo, portando o meno a termine risultati soddisfacenti. E in tutto questo ho continuato a leggere. Ecco se fosse per me la cultura andrebbe messa su una bilancia assieme al numero di libri che una persona legge. In un paio di mesi io leggo dai 10 ai 15 libri e quelli che si sentono superiori perchè hanno una laurea quanti libri pensiate che leggano? E per libri non intendo quelli universitari o scolastici, quelli non contano. Bhè vi faccio un esempio: Mio nonno. Lui per me era l'uomo più intelligente e acculturato di questo mondo. Non aveva nemmeno la 3° elementare, eppure era lui che mi aiutava a fare i compiti di matematica e di italiano, era lui, il grande appassionato di cruciverba, che mi ha inculcato l'amore per le parole. Ed è grazie a lui che ho amato leggere e continuo ad amare la lettura. Lui pezzi di carta non ne ha mai avuti e non è riuscito a vedere il mio diploma incorniciato, perchè è venuto meno poco prima, però sò per certo che mi avrebbe sorriso semplicemente e poi avrebbe ballato imitando Totò. Sò che sarebbe stato orgoglioso di me anche se ora lasciassi l'università. Per lui ero intelligente e acculturata, proprio come per me lui era lo stesso.