sabato 28 febbraio 2015

Citazione Calvino

Ho provato, che dire, a farmi scegliere. 
Ho sperato. Dovevo.
Era una possibilità, capisci?
Come fare a metterla via, a dimenticarla. Forse aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro tempo.
Sono sicuro che con qualche giorno in più, ora in più, ti avrei portato via con me.
È l’idea che almeno una volta succeda, no?
Hai presente? Quell’idea invasiva e sotterranea che si inabissa o si palesa e lo fa una volta sola per tutte e se l’avverti non puoi far finta di niente se hai un po’ di senno.

Come un sibilo fluttuante e sinuoso. A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo.
Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene.

Anche se sapevo di non potere.
Anche se era rischioso.
Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me. E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro.
Verresti?

Italo Calvino

Lettera n°49

Non esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perché la persona giusta fa tutto giusto, arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste, ma non abbiamo sempre bisogno delle cose giuste. La persona sbagliata ti fa perdere la testa, fare pazzie, scappare il tempo, morire d’amore. Verrà il giorno in cui la persona sbagliata non ti cercherà e sarà proprio in quel momento in cui vi incontrerete che il vostro donarsi l’un l’altra sarà più vero. La persona sbagliata è, in realtà, quello che la gente definisce una persona giusta. Quella persona ti farà piangere, ma un’ora dopo ti asciugherà le lacrime. Quella persona ti farà perdere il sonno, ma ti darà in cambio una notte d’amore indimenticabile. Quella persona forse ti ferisce e dopo ti riempie di gentilezze chiedendo il tuo perdono. Quella persona potrà anche non essere sempre al tuo fianco ma ti penserà. E’ bene che ci sia una persona sbagliata per ognuno di noi perché la vita non è sicura, niente qui è sicuro, quello che è sicuro è che dobbiamo vivere ogni momento, ogni secondo, amando, sorridendo, piangendo, emozionando, pensando, agendo, desiderando.
La persona sbagliata, Luis Fernando Verissimo


Questa citazione l'ho scritta altrove, su un quaderno blu che tu dovresti ancora avere, l'ho tirata in ballo spesso, anche solo in parte, ma è sempre cosi con le citazioni, ti rimangono dentro e se anche non le ricordi a memoria c'è un particolar,e un dettaglio che resta ancorato in una parte della memoria e torna a farti visita a sorpresa, un po' come per i ricordi. Tu eri la mia persona giusta/sbagliata, sorrido all'idea di questa cosa, ho perso il conto di quante volte l'abbia scritto o detto verbalmente. Ci ho creduto, ok, ci credo ancora, una parte di me ci crede ancora. In fin dei conti mi hai fatto piangere e hai asciugato le mie lacrime poco dopo. Se mi trattavi male per i tuoi motivi, poi eri lì pronto a chiedermi scusa, quando sono sparita per un po' tu c'eri , eri lì sempre presente, presente concretamente con email, messaggi e telefonate. Condividevi con me le tue giornate, i tuoi malumori, le tue soddisfazioni. Ti ascoltavo rapita sempre, anche quando mi raccontavi un aneddoto più volte restavo li ad ascoltarti pur sapendo come sarebbe andata a finire. Mi piaceva sentirti parlare e vedere quel sorriso nascere sulle tue labbra, arricciarne la fronte e rilassarla poco dopo. Mi piaceva vedere il tuo pizzetto muoversi col muoversi dei muscoli facciali. Mi piaceva sentire la tua erre incespicare come la mia. Ogni dettaglio è impresso a fuoco nell'animo. Ogni cosa che ti riguarda è qui, sia essa negativa o positiva, restano qui, nonostante tutto nella tua assenza sei presenza.
Mi dico che è difficile non considerare il fatto che tu sei stato quello che è stato in grado di farmi aprire, che, di conseguenza, ha portato alla luce la vera me stessa, liberandomi da muri e catene e aprendo quella porta sprangata anni addietro. Quello che mi ha donato amore per quanto non se ne renda conto, che mi ha donato giornate meravigliose nella loro semplicità, che mi ha fatto sentire donna, rispettata e mi esortava a scrivere. Tu sei stato quello che, sotto minaccia, mi ha fatto concludere il mio primo racconto lungo. Sei lo stesso che lo ha letto tutto e ha pianto e con cui poi ne abbiamo discusso assieme, sei quello che conosce il mio stile e riconosce da subito quando riposo le dita e riprendo dopo un po', sei quello che conosce ogni sfumatura del mio essere. Sei stato quello che mi ha insegnato ad azionare una lavatrice, nonostante avesse la febbre e io impedita non sapevo che pulsante spingere o quale manopola ruotare. Sei quello che mi ha insegnato a fare la focaccia di semola e che mi è venuto a prendere come un cavaliere errante con un ombrello da sotto casa. Sei quello che mi ha reso felice, nonostante le lacrime, il dolore straziante. Sei quello che mi ha dato una parvenza di amore, che tu abbia recitato o c'abbia provato veramente adesso, in questo momento non ha molta importanza. Infine sei quello che da un mese non è più presente nella mia vita pur essendo una presenza residuale che aleggia, come un ectoplasma, costantemente tra i miei pensieri.

giovedì 26 febbraio 2015

Citazione Soren Kierkegaard


Volevo scriverti... non per sapere come stai tu, ma per sapere come si sta senza di me. Vorrei sapere cosa si prova a non avere me che mi preoccupo di sapere se va tutto bene, a non sentirmi ridere, a non sentirmi canticchiare canzoni stupide, a non sentirmi parlare, a non avere me con cui sfogarsi per le cose che non vanno, a non avermi pronto lì a fare qualsiasi cosa per farti stare bene. Forse si sta meglio, o forse no. Però mi è venuto il dubbio e vorrei anche sapere se ogni tanto questo dubbio è venuto anche a te. Perché sai, io a volte me lo chiedo come si sta senza di te, poi però preferisco non rispondere . Ho addirittura dimenticato me stesso per poter ricordare te...
Soren Kierkegaard - Diario di Un seduttore

mercoledì 25 febbraio 2015

Pensieri delle 02.01


«Un suo amico raccontava che negli ultimi anni Elsa chiedeva a tutti: 
“Qual è secondo voi la frase d’amore più vera, quella che esprime al massimo il sentimento?”. 
Tutti dicevano grandi cose. Lei rispondeva: 
“No. La frase d’amore, l’unica, è: hai mangiato?”».
Laura Morante, attrice, nipote di Elsa Morante


Già, un tempo (poco tempo fa in realtà) avrei confermato l'affermazione della Morante, e la confermo ancora oggi, forse con un po' meno convinzione dovuta al vuoto che sento, al non ricevere più quelle attenzioni di cui senti la mancanza in maniera cosi prepotente, ma d'altronde, ancora oggi io stessa pongo quella domanda, non è amore, ma è premura, attenzione, un interesse sincero per la salute di chi ti sta vicino e con estrema pazienza sopporta il tuo inserire ogni due per tre lui nelle frasi, il tuo parlarne senza renderti conto per tempo e frenarti o censurarti. Pazienza. Ce ne vuole veramente tanta con me in questo periodo e c'è chi ne ha, c'è chi ha la premura di chiedermi come sto nonostante la risposta non muti troppo dal giorno precedente, probabilmente c'è anche la speranza oltre la pazienza, la speranza che un giorno possa semplicemente mutare la risposta a quella domanda che effettivamente mi sta un po' stretta, come un vestito di una taglia sbagliata. In quella cucina mi sono sentita a casa, in quelle stanze mi sono sentita a mio agio, in quei giorni, in quei mesi ho conosciuto me stessa e mi sono illusa. In quei giorni, in quei mesi sono stata usata, tradita (e non intendo un tradimento banale come quello carnale, ma un tradimento più infido: mentale e morale), esclusa, ma ho voluto credere e giustificare, ancora oggi fatico a non giustificare taluni atteggiamenti, ancora oggi per quanto possa dire "Vaffanculo" subito dopo mi verrebbe di urlare "Ti amo stronzo", rabbia e amore, un mix micidiale. Una pazzia poco gestibile, ma ce la sto facendo, nonostante tutto ce la sto facendo. Quello che mi appariva impossibile, piano piano, sta divenendo possibile, probabilmente è una nuova illusione, probabilmente è solo un voler nascondere e seppellire il dolore, un po' come le lacrime fortemente trattenute questa notte quando ho aperto la finestra e fuori pioveva. Oltre il vento mi ha investito un ricordo, e per ora i ricordi fanno ancora male, non portano sorrisi, ma solo lacrime che riempiono gli occhi. Un ricordo che, nonostante tutto, so che non potrò dimenticare, un attimo tra i tanti che serberò nella memoria sino a quanto non mi abbandonerà per l'avanzare dell'età. Un attimo che fermerò per iscritto altrove come tanti altri che hanno significato, per me, qualcosa di veramente importante. Nonostante ad oggi sia solo un nulla per chi vigliaccamente non ha saputo gestire una situazione che gli faceva male (ma sarà realmente così? oramai non so nemmeno più di chi mi sia innamorata come dico spesso a chi me lo chiede), nonostante ad oggi sia solo una parentesi, sia divenuta nuovamente una sconosciuta, nonostante tutto ciò continuo ancora a scriverne, continuo ancora a pensarci, continuo ancora a desiderarne il ritorno (questo si che è decisamente impossibile e utopico). Ma come può tornare chi non è mai voluto restare? Come può innamorarsi chi non ha mai sentito nulla? Come può interessarsi qualcuno che ad oggi è totalmente sparito? Parole, belle parole, ma restano solo parole scritte, impresse ma vuote e prive di concretezza quelle che mi son state scritte e dette. Non vi è null'altro se non un vuoto in quella cucina, in quella casina. Non vi è null'altro che un vuoto in me. E l'incapacità di andare avanti, di lasciarsi andare, di rimettersi in gioco, perché si è consapevoli che si rischierebbe di emulare le gesta di chi ti ha fatto male, cosi tanto male, voler preservare qualcosa di buono da qualcosa di brutto e meschino come l'illusione, la menzogna, la codardia e il tradimento più vile e impensabile da chi hai rispettato e quasi idolatrato. Vuoto. Sono un vuoto. Prigioniera dell'amore e del dolore.

martedì 24 febbraio 2015

Citazione Sartre

«Lo sai, mettersi ad amare qualcuno, è un'impresa. Bisogna avere un'energia, una generosità, un accecamento… C'è perfino un momento, al principio, in cui bisogna saltare un precipizio: se si riflette non lo si fa. Io so che non salterò mai più».
Jean Paul Sartre, “La nausea”

Malika Ayane - Grovigli



Ti sento scorrere 
tra le mie vertebre, 
non so distinguerti dal veleno 
che ho sulla pelle. 
Sei nel mio stomaco 
come uno spiffero, 
puoi farmi in pezzi 
senza che quasi riesca a sentirlo. 
Non lascerò 
che sia il senno a decidere 
ciò per cui combattere, 
cosa perdere! 
Stai con me anche se male farà! 
Il pensiero di te mi prenderà, 
mi trascinerà in un groviglio di voglie... 
perché del calcolo hai fatto un simbolo 
e ingenuamente ti aspetti 
che io sappia capirlo. 
Stai con me anche se male farà! 
Il pensiero di te mi prende già. 
Di nuvole mi vestirò 
per nasconderti le stelle, 
di polvere mi truccherò 
perché non sian per te tutte le lacrime. 
Stai con me anche se male farà. 
Stai con me anche se male farà. 
Stai con me anche se male farà.

lunedì 23 febbraio 2015

Lettera n°48

(Edvard Munch - Vampire)

Charles Baudelaire - Il Vampiro
Tu, che come un colpo di coltello 
nel mio cuore gemente sei entrata; 
tu che, forte come un armento 
di demoni, venisti, folle e ornata, 
del mio spirito umiliato 
a fare il tuo letto e il tuo regno; 
- infame, a cui sono attaccato 
come il forzato alla catena, 
come al gioco il giocatore accanito, 
come l'ubriaco alla bottiglia, 
come ai vermi la carogna infetta, 
- Maledetta, che tu sia maledetta! 
Ho pregato la spada rapida 
di conquistare la mia libertà, 
ho chiesto pure al veleno perfido 
di soccorrere la mia vita. 
Ahimè! sia il veleno che la spada 
m'hanno sdegnato e m'hanno detto: "Tu 
imbecille! - anche se fossimo capaci 
di liberarti dal suo dominio, 
risusciterebbero i tuoi baci 
il cadavere del tuo vampiro!" 

Ora comprendo cosa mi spinse a regalarti quel libro pochi giorni dopo che abbiamo iniziato a frequentarci. Quell'impulso irrefrenabile che a te fosse predestinato, quell'impulso che mi urlava nella mente "Gli appartiene!", non posso che connetterlo a quella che è la mia poesia prediletta di Baudelaire. Sai quanto per me questo poeta sia importante e sai perfettamente anche quanto mi è sempre stata cara questa poesia. Come, tramite la figura del Vampiro, Charles descriva un amore non corrisposto, un amore sofferente, un amore che ammazza giorno dopo giorno e che ti porta gradualmente in un crescendo di desiderio di porre fine alla sofferenza con l'atto meno coraggioso al mondo: il suicidio. Comprendo solo oggi quanto ben si sposi con quello che sento, ho riaperto il mio libro ed è stata nuovamente lei a rapire lo sguardo, mi ci sono letteralmente persa, in una sorta di trans in cui nei panni del poeta vivevo ogni sua emozione, ogni dolore, sofferenza, rabbia o quello stesso amore di cui ne è pregna in ogni vocale o consonante che ne compone le parole. Ogni virgola è un sospiro, ogni pausa un respiro forzato o interrotto da un singhiozzo per concludere con la visione di quell'incapacità di resistere alla forza di cotanto amore, per quanto doloroso con un solo bacio risusciterebbe nuovamente, perché l'amore non muore, nonostante tutto l'amore non termina cosi facilmente, non vi è nulla di veloce e indolore che possa risparmiare l'innamorato a soffrire meno, a desidera meno chi ama o a sentirne meno la presenza nella sua assenza. So che non leggerai, so che non ti importa, ma io sono qui, io sono quella che ancora ti vede in ogni dove, io sono quella che riacquista consapevolezza analizzando tutto quello che è stato, per doloroso che sia. Io resto Me.

domenica 22 febbraio 2015

Lettera n°47


E aver voglia di tornare a quel Ventisette Settembre dell'anno appena trascorso per poterti dire nuovamente "Troppa lingua" e contraddirmi subito dopo continuando a baciarti come se non ci fosse un domani, perché in realtà un domani non c'è mai stato. Un domani non era previsto, ma Dio quanto mi mancano quei baci in cui volevi possedermi totalmente, quelle mani che mi cercavano nonostante io me ne tenessi alla larga, quella presenza quasi asfissiante in un letto enorme e poco usato, se non per un piccolo spazietto che potesse contenerci. Abituarsi ad una presenza che ti attira se ti scosti mentre dormi e non ti lascia andare. Una presenza che nel pieno della notte si alza con te se tu devi andare a fare pipì o altro. Una presenza premurosa che trasmetteva sempre e solo (falso?) amore. 
Ma tranquillo, sta passando, stamani facevo fatica a ricordare il tuo viso e il tuo profilo, ho censurato sul nascere il tuo pensiero, tranne ora, un po' di tempo che voglio ancora dedicarti. Il tempo di buttare giù questo agglomerato di parole e ricordi. Sta passando, tranquillo, mi stai perdendo, non che te ne importi, non mi hai mai voluta veramente, figuriamoci quanto possa importartene adesso. Una tacca. Sono stata solo una tacca.

Sfoghiamoci un po'...

E le giornate tornano a riempirsi di parole, di chiacchiere, di tisane ed infusi fruttati, di carezze e coccole pelose, di poesia e musica. Un po' di tosse, qualche sorriso, nessuna lacrima (almeno per oggi). Rabbia e consapevolezza. Il dolore resta, non se ne è ancora andato del tutto, ma per oggi ha deciso di restare più silente, buono in un angolino a fare altro. Tutto sommato è un bravo bambino, tutto sommato dopo un po' di capricci e prepotenza poi lo si riesce a gestire. Adesso invece è la rabbia che prende il sopravvento a braccetto con la consapevolezza. Il disinteresse è troppo palese per essere messo da parte, il menefreghismo poi, non ne parliamo, pesa come un macigno. E nonostante tutto ciò, so che se dovesse tornare ci cascherei su due piedi, ancora e ancora, ma quello non dipende nemmeno troppo dalla ragione che lo manderebbe via con un paio di calci dritti sul deretano, eh no, li farebbe l'incursione ancora quel maledetto amore che nutro dentro, si perché lo nutro, nonostante tutto si nutre e lo nutro pensando, ricordando, soffrendo, paragonando, ma prima o poi smetterò, mi lascerò alle spalle una parentesi (perché alla fine è solo l'ennesima parentesi) che mi ha fatto sì bene, ma che sulla bilancia porta il male a pesare decisamente di più. E nonostante questo so che rifarei tutto e mi donerei completamente senza preoccuparmi troppo del ricevere o meno in egual misura il tutto indietro. Chi c'ha perso non sono io. Chi c'ha perso è chi non ha sentito nulla. Chi c'ha perso è chi è arido di amore, chi c'ha perso è chi ha abbandonato la nave ancor prima che si inclinasse per l'affondo finale, chi c'ha perso è chi ha mentito spudoratamente, chi c'ha perso è chi ha approfittato dell'amore per sentirsi potente, chi c'ha perso è chi, nonostante le belle parole non è stato in grado di lasciarsi andare, chi c'ha perso mi sta perdendo, chi c'ha perso non ha compreso che fortuna gli era venuta dinanzi, chi c'ha perso è chi avrebbe dovuto usare la testa e la ragione, chi c'ha perso avrebbe dovuto prendere posizione molto prima, chi c'ha perso è chi non ha mai avuto poi un reale interesse, chi c'ha perso è chi ti ha fatta aprire completamente e poi se ne è sbattuto allegramente di quel coltello che ha impugnato e col quale ti sei tagliata le mani nel momento in cui hai provato a prenderlo per buttarlo via, per annientare quella distanza. Chi c'ha perso non sono io. Io non ho da rimproverarmi nulla. Io ho dato amore incondizionato. Io ho dato tempo. Io sono scesa a compromessi. Io sono stata frustrata per notti intere a scrivere su un taccuino rosso per sfogarmi. Io sono stata paziente. Io mi sono annullata per poterlo lasciare libero di essere ciò che voleva essere. Io sono stata fedele e coerente nel cancellare chiunque avrebbe potuto creare tensioni. Io ho imparato ad accontentarmi delle briciole. Io c'ero sempre. Io ho rincorso. Ed oggi la rabbia mi porterebbe ad augurargli realmente nubi nere e turbini di vento violento. Giornate vuote e aridità, ma a che pro? D'altra parte mi ha fatto capire meglio chi sono e cosa voglio, poco rispetto al dolore, ma sufficiente per comprendere che solo l'indifferenza può essere l'unica via che mi può portare ad essere ancor di più una spanna sopra il nulla, quindi nessuna maledizione, nessun odio, solo amore indifferente creato dalla consapevolezza che tanto queste ennesime parole non verranno lette dagli occhi che hanno portato scompiglio nella mia vita. Una vita che era nella tua pateticità statica equilibrata. Una vita che nella sua vuotezza era colma di egoismo e si accontentava di vuoti a perdere come passatempi. Una vita oramai totalmente perduta perché merito quello che ho dato. Merito di essere amata, desiderata, cercata, protetta, coccolata, consolata, ascoltata e letta. Merito risposte se ho domande, merito litigate se qualcosa non mi garba e non di sentirmi sbagliata perché all'altro le mie motivazioni o ragioni apparivano di poca cosa. Io non sono di poca cosa, merito considerazione, perché le mie prese di posizione non valgono meno di chiunque altro. E sarà sbagliata la gelosia e la non fiducia, ma se sai cosa ciò le comporta porta rispetto e comprendi, non smetti di voler capire chi hai di fronte perché non la pensa come te. Merito qualcuno che mi voglia per quella che sono e che mi ami ogni singolo giorno, un po' di più o di meno, ma che mi ami, che abbia bisogno di me sempre e non solo in frammenti di tempo. Un uomo che voglia avermi intorno e voglia vedermi cucinare, pulire e sopporti il mio piglio hitleriano se gli ordino di stare seduto e di lasciarmi pulire tranquilla. Un uomo che molli il telefonino e il computer spenti da qualche parte perché non ha occhi che per me. Un uomo che cancelli le stronze che gli fanno il filo, soprattutto se dicono che per loro non esistono. Merito un uomo che sia UOMO, che abbia il coraggio di ogni sua azione e di ogni suo pensiero. Merito un uomo che voglia essere il centro del mio Universo e per cui io sia il centro del suo Universo. Merito un uomo che voglia e veda un futuro con me, merito un uomo che mi baci e mi cerchi anche solo con uno sguardo. Merito un uomo che non si frena se vuole farci una foto, ma se vede che me ne sono accorta mi chiede di mettermi in posa. Un uomo che mi prenda e mi faccia sentire donna in ogni dove. Merito un uomo che non devo implorare di amarmi, un uomo che non devo implorare o supplicare per sentirmi piena di lui. Un uomo che senta la mia mancanza anche se non ci sentiamo o vediamo da pochi minuti. Merito un uomo che sappia quanto sia bella e non me lo dica semplicemente. Merito un uomo che mi bacerebbe a prescindere dall'effetto che il mio lato B gli provoca nelle mutande. Merito un uomo che continui SEMPRE a preoccuparsi di me, anche quando ci siamo lasciati, perché sono speciale, importante e bellissima e me lo ha ripetuto fino alla nausea. Meritavo te, ma tu ti sentivi inadeguato pur non essendolo ai miei occhi. Ora basta. Merito qualcuno che non sia tu, devo solo cacciarti da dentro. Cacciare quel senso di vuoto, di sconfitta e di perdita e lasciare che qualcuno mi ami come tu non sei stato capace di fare. L'amore è condividere, devozione e dare senza ricevere, io ho amato e tu? Tu non c'hai nemmeno provato!

Nazim Hikmet

Ti sei stancata di portare il mio peso
ti sei stancata delle mie mani
dei miei occhi della mia ombra
dei miei tradimenti
le mie parole erano incendi
le mie parole erano pozzi profondi
le mie parole erano stanchezza, noia serale,
un giorno improvvisamente
sentirai dentro di te
il peso dei miei passi
che si allontanano esitando
quel peso sarà quello più grave.
Nazim Hikmet

Malika Ayane - Niente


Cos’ho? 
Ho dei tagli sul viso 
Si, ma io cos’ho? 
che se sanguino rido 
mi sciolgo un pò
tanto non sento niente 

Io cos’ho?
sembra aver già deciso
ma proprio non so
mescolarmi al sorriso
di chi più non ho
tanto non sento niente

Parlo con te 
sempre 
anche se tu sei 
assente 
quelli non dicono 
niente 
solo un silenzio 
assordante 
muoio con te 
sempre 
vivo di te tra la gente
quelli che parlano, parlano, parlano 
ancora 

E non resta più niente 
proprio niente 
del cielo che abbiamo perso 
rubandoci i pezzi più neri 
più neri del nero 
e ora più niente 
c’è una stella cadente 
ma era l’ultima già 
e schiantandosi precipita 
sulla mia pelle 
lasciando un pozzo infinito 
dove tutto è finito 
per sempre finito 
nel fondo più fondo 
della libertà 

Che farò
se questi tagli sul viso
ancora io ce li ho
e di rosso vestita
negli occhi sarò
e ancora tu niente

Io non ho, non ho, non ho… 
l’obbedienza 
di chi è sparito 
già da un po’ 
se dipingi un paradiso 
io lo distruggerò 
così tanto per niente 

Parto da te
sempre 
per tornare ad essere 
niente 
finisco a te 
sempre 
analizzando la gente 
non ha più senso quel niente 
quelli che parlano, parlano e ancora 
e poi parlano 

E non resta più niente 
proprio niente 
del senso che abbiamo perso 
nei gesti di un altro 
che non fa più testo 
e intanto ci uccide 
e non lascia resto 

e non resta più niente 
nient’altro che niente 
e il tetto l’abbiamo perso 
e ormai piove a dirotto 
su mobili e teste 
allagando speranze 
che affogano lente 
nuotando nel niente 
nuotando nel niente 
io nuoto nel niente 
tu nuoti nel niente 
della libertà

sabato 21 febbraio 2015

Vaneggiamenti influenzali

Non so cosa scriverò, in realtà di rado ho un argomento da sciorinare, in fin dei conti da sempre questo spazio non è altro che una sorta di vomitatoio personale in cui poter raggruppare, riunire e sciorinare qualunque cosa mi passi per la mente, senza infrastrutture o condizionatamenti (perlomeno non in maniera eccessiva). Premetto pure che non sono al massimo delle forze, sono debilitata dall'influenza e sragiono come non mai in vita mia, quindi qualunque cosa scriva prendetela un attimo con le pinze o almeno avvaletemi dell'influenza come causa di vaneggiamenti senza senso o di troppo senso o chissà che ne verrà fuori. Sono consapevole che dovrei stare comodamente stesa a letto sotto una caterba di coperte, ma ho il naso stile rubinetto, la gola che brucia come l'Inferno e la testa talmente colma di pensieri e parole che sembra voglia scoppiare da un momento all'altro, quindi inutile tergiversare o prendere tempo, mi sono seduta un attimo davanti al computer per poter buttare giù un po' di quelle parole che mi stanno traboccando. Avrei voglia di scrivere per qualcuno specifico, lo ammetto, ma nonostante l'influenza mi rendo conto da sola di quanto sia inutile farlo.  Potrei morire e non gliene importerebbe poi molto oppure no. Non lo so, non lo potrò sapere e non devo volerlo sapere. I giorni passano, e con loro vorrei dire che passa anche altro, per ora non è cosi, avverrà oppure no, non mi cambia moltissimo in realtà. Sono innamorata e per quanto brutto possa esserlo a senso unico ho avuto la fortuna di amare incondizionatamente, di rendermi conto che in quel cuore arido qualche pulsazione c'era ancora, voleva solo una piccola spintarella per tornare a battere veloce e fiero. Sono innamorata ed è doloroso ma bello, nonostante le lacrime che ancora scendono copiose se ci penso, nonostante la vita vada avanti, nonostante il conoscere nuove persone, nonostante tutto ne sono innamorata, lo sarò probabilmente ancora per molto, per non dire per sempre, in fin dei conti sono un'inguaribile romantica convinta che l'amore (sia corrisposto o a senso unico) se è vero amore, non potrà mai sbiadire, semplicemente si impara a dosarne gli effetti (soprattutto se dall'altra parte non vi è alcuna corrispondenza). Ho freddo. Molto freddo, vorrei che ci fosse qualcuno a prendersi cura di me e lo so che qualcuno (tu) diresti che vivo con mia madre e mia sorella, possono occuparsi loro di me, e da una parte penso che non stia a me dover pretendere protezione, coccole e attenzioni ora che sono indebolita e sin troppo fragile, ma che ci posso fare se vorrei avere un po' di attenzioni? Mi sarei accontentata di un "come stai?" ma mi rendo anche conto che probabilmente non hai idea di come sto, in fin dei conti che motivi avrebbe per continuare a leggere questo blog o altri social? E' tutto un no sense, un po' come mi sento io nel volere l'impossibile, nel congetturare l'impossibile e nel fantasticare sull'impossibile. Probabilmente dovrei fingere che abbia buttato tutto dietro le spalle, rimettermi in gioco, dare chance a chi realmente si dimostrerà interessato, premuroso, attento e presente, probabilmente dovrei, ma per cosa? Per emulare poi chi mi ha fatto male? No, un altro fottuto no sense. Un po' come la voglia di condividere il bello o il brutto, la voglia di augurargli il buon giorno o la buona notte, la voglia senza senso di voler essere il pensiero o il ricordo che gli procurerà un sorriso sulle labbra o gli occhi un po' lucidi. No sense perché la vita va avanti, certo per chi non ama va decisamente meglio, non deve vivere con la presenza di un fantasma onnipresente in ogni dove. Un po' come oggi mentre mangiavo pasta e lenticchie e sorridevo con le lacrime agli occhi immaginando che lui le mangerà domani o lunedì, oppure prendere uno Yogo con qualcuno che non sia lui e sentirsi un po' una traditrice per quanto alla fine è solo uno yogurt freddo e nulla di più. Anche un pomodorino mi fa un po' male. Insomma, la difficoltà della fine di una relazione, per quanto in parte a senso unico (nel mio caso) è il ritrovarsi a confrontarsi con ricordi momentaneamente scomodi, banali e ritrovabili nella quotidianità. E adesso per l'ennesimo no sense mi sto vedendo i suoi occhi febbricitanti, le labbra coperte da un lenzuolo perché non voleva mischiarmi nulla, bhé alla fine mi sono ammalata da sola, sorrido e piango, dualismo pregno di no sense. Anche se non li voglio i ricordi vengono quando più a loro piace, un po' come le lacrime che non è che riesca a trattenerle, sono infami sbucano quando vogliono e come ora sgorgano senza sosta, ma va bene, alla fine ci sta pure che si pianga, nonostante un blando sorriso sulle labbra, il naso rosso e le labbra gonfie. Se mi amasse gli piacerei anche cosi, un po' come piaceva a me tutto ammalato, mi faceva cosi tanta tenerezza, ma oramai fa parte del passato, non devo pensarci, però per oggi ci penso, sono malaticcia e posso permettermelo, nonostante mi stia costringendo a fare tutto quello che faccio di solito, quindi nonostante le due ore scarse di sonno, stamattina mi sono preparata tutta carina, sono andata in palestra mi sono allenata, ho fatto lezione ai miei alunni nel pomeriggio, mi sono presa cura del mio cane e poi... Poi son tornata a ricordare che dovrei prendermi cura anche di me stessa, ma quello non mi viene molto bene, preferisco essere utile per chi amo, non che non mi ami, o forse si non mi amo poi molto, ma alla fine che cosa dovrei fare? Non sono stanca, non ho sonno, non respiro bene, di andare a letto per rigirarmici dentro non è che mi vada molto, poi le parole... (Ah maledette e benedette al contempo) Le parole premono per venire fuori e con l'influenza ho la scusa di lasciarle libere di vagare e mescolarsi tra di loro senza preoccuparmi troppo di cos'è che poi ne venga fuori, ed eccolo uno dei tanti voli pindarici, senza non sarei io, nonostante l'influenza e la febbricciola. Cribbio mi sento proprio uno schifo, tra lacrimucce, naso che gocciola, gola in fiamme e mancanza di chi amo sono proprio da gettare eppure... Tornano, tornano sempre, ma non torna chi vorresti tornasse. Sono stanca dei ritorni di persone che ho cancellato con facilità dalla mia vita, oggi poi non ho la forza nemmeno per ignorarli... Paradossalmente tra tanti ho scelto l'unico che alla fine non mi ha voluto. Casualità? Destino? Masochismo? Boh... Probabilmente Karma più sfiga all'ennesima potenza, ma resto dell'idea che doveva andare cosi, avrei dovuto conoscerti per capire quanto possa donarmi incondizionatamente, sapere di essere capace di amare senza pretendere nulla indietro, sapere che l'egoismo può passare in secondo piano, conoscere finalmente cos'è che voglia o vorrei ci fosse nel mio futuro, nonostante lui adesso non potrà più farne parte, ma il desiderio resta, ed è bello sapere di essere cosi deliziosamente donna quando hai sempre urlato al mondo di essere atipica e totalmente distante dal pregiudizio classico. Cazzate. Ho amato cucinare per lui, ho amato imparare ad accendere una lavatrice, ho amato stendere i suoi panni, ho amato rifargli il letto, ho amato riempirlo di attenzioni, ho amato ogni attimo anche quelli fottutamente dolorosi o che mi incutono paura. E adesso devo lottare contro la voglia di chiamarlo per sentirne solo la voce, nonostante io abbia la voce di un trans dal sesso indefinito. Il no sense su questa voglia non la vince. La ragione, quel po' che mi è rimasta mi trattiene dal commettere un errore cosi stupido e inutile. E penso ad una citazione:

"Ti amavo, perdio. Ti amavo al punto di non poter sopportare l’idea di ferirti pur essendo ferita, di tradirti pur essendo tradita, e amandoti amavo i tuoi difetti, le tue colpe, i tuoi errori, le tue bugie, le tue bruttezze, le tue miserie, le tue volgarità, le tue contraddizioni, il tuo corpo con le spalle troppo tonde, le sue braccia troppo corte, le sue mani troppo tozze, le sue unghie strappate."
Oriana Fallaci

Ecco, non voglio fargli del male o qualcosa di simile, non voglio essere un disturbo nel caso in cui stia dormendo o sia uscito o chissà cos'altro. Insomma non devo più esserci nella sua vita e castrare una parte di me che vorrebbe un contatto mi pare la cosa più intelligente e colma di amore che potrei fare nonostante vada conto il mio stesso desiderio o il mio interesse. Mi costringo a tante piccole censure quotidiane cosi da affrontare il "lutto", "l'abbandono" e il "distacco" al meglio. Non ho più alternative in fin dei conti, che cosa mi resta da fare? Ho fatto tutto quello che avrei potuto. Ho donato tutta me stessa e sto donando ancora frammenti di tempo a chi si è un po' (forse) dimenticato di me. Mi convinco che stia bene, che sia andato oltre, che non ci pensa più, che adesso non è più inadeguato, che adesso è libero di essere solo o continuare la ricerca di chi gli sconvolgerà la vita e qui un'altra citazione si affaccia alla mente e che da giorni ho salvato:

Dunque, vediamo. Ti auguro di svegliarti una mattina e non ricevere un suo messaggio. Ti auguro che lei sia fredda ed incostante. Spero vivamente che un giorno, all’improvviso, tu possa pensare che la vuoi accanto per il resto della tua vita. A quel punto, però, lei non dovrà farsi trovare. Ti auguro di andare a colazione, a pranzo, a cena e pure a letto con il dubbio. Ti auguro che quest’ultimo ti corroda i pensieri, le azioni, il lavoro, gli amici, la vita. Ti auguro che lei diventi il tuo punto interrogativo e la tua ossessione cattiva più grande. Spero ardentemente che lei ti risponda male, che non abbia più baci da parte per te e che faccia l’amore con forza ma non con le lacrime agli occhi. Ti auguro che ti lasci e se ne vada con un altro, più insulso di te. Per finire, ti auguro che tu possa essere spettatore della sua felicità. Che lei non si curi delle foto che vedrai, delle voci che sentirai, delle notti che suderai..sognandola.Ti auguro di innamorarti e di stare tanto male. Ti auguro, esattamente, tutto quello che hai fatto a me.
Susanna Casciani

Premetto che non la condivido, ma mi ha fatta sorridere questa lettera ad un ex. Personalmente non gli dedicherei e scriverei mai nulla di tutto ciò, non sta a me augurare del male a chi senza volerlo volontariamente me ne ha fatto, non ha senso. Il karma se esiste baderà a far tornare gli equilibri in pari, non che creda poi troppo a questa storia del Karma, ma ci attacchiamo a tutto quando la ragione va a farsi un giro lungo e non si sa quando tornerà a casa. Non gli augurerei mai il dolore perché non se lo merita, perché lo amo incondizionatamente e per quanto male possa farmi vorrei saperlo felice, innamorato e ricambiato o comunque sereno, a prescindere da quale sia il suo status sociale vorrei che fosse sereno e felice. Niente più oscurità, pippe mentali, inadeguatezza o cose negative. Solo serenità e felicità. Gli auguro solo il meglio perché a me ha donato la consapevolezza di essere capace di donare, di amare, perché mi ha fatta essere me stessa senza maschere, finzioni, menzogne o forzature. Lo amo tutto qui, nonostante tutto, nonostante il tempo trascorso, lo amo. Passerà (forse).

venerdì 20 febbraio 2015

Pablo Neruda

"Più non si incanteranno i miei occhi nei tuoi,
più non si addolcirà vicino a te il mio dolore.
Ma dovunque andrò porterò il tuo sguardo
e dove andrai porterai il mio dolore.
Fui tuo, fosti mia. Cos’altro? Insieme facemmo
un angolo di strada dove l’amore passò.
Fui tuo, fosti mia. Tu sarai di colui che t’amerà,
di colui che taglierà nel tuo orto ciò che io ho seminato.
Me ne vado. Son triste: ma sempre sono triste.
Vengo dalle tue braccia. Non so dove vado.
Dal tuo cuore mi dice addio un bimbo.
Ed io gli dico addio."

P. Neruda

Heart - Alone

Fabi Silvestri Gazzè - L'amore non esiste

giovedì 19 febbraio 2015

Amara - Credo (Sanremo 2015)

Lettera n°46

Io non pretendo di sapere cosa sia l’amore per tutti,
ma posso dirvi che cosa è per me: l’amore è sapere tutto su qualcuno,
e avere la voglia di essere ancora con lui più che con ogni altra persona.
L’amore è la fiducia di dirgli tutto su voi stessi,
compreso le cose che ci potrebbero far vergognare.
L’amore è sentirsi a proprio agio e al sicuro con qualcuno,
ma ancor di più è sentirti cedere le gambe
quando quel qualcuno entra in una stanza e ti sorride.
Albert Einstein



Per me l'amore ha il tuo nome. Per me l'amore è quel trenino su cui mi sono commossa questa sera prima di arrivare al cinema. Per me l'amore ha le tue mani, le tue labbra, il tuo viso, la tua voce, il tuo ridolino scemo e il tuo sbuffare sonnacchioso. Per me l'amore è in ogni abbraccio, bacio, attenzione e premura che mi hai donato. Per me l'amore è sentire un colpo allo stomaco quando saluto qualcuno che si chiama come te. Per me l'amore è lasciarti amare e lasciare che tu possa tornare ad amare nonostante non sia io la fortunata. Per me l'amore sono tutte le parole che ci siamo scambiati. Per me questo è amore. E sarò ridondante o ripetitiva, ma... Per me amore sei solo TU.

mercoledì 18 febbraio 2015

Citazioni+Riflessioni

C'è un film vecchio (molto vecchio) di Franco Zeffirelli, tratto dall'omonimo libro di Giovanni Verga, che mi è molto a cuore. Premettendo che la lettura del libro porta necessariamente l'eventuale spettatore del film a non ritrovarsi totalmente nella storia narrata, ma d'altra parte in ambo due i casi, che sia il film o il libro che vi capiterà di vedere o leggere, la storia resta la medesima. La trama muta di poco, se nel libro la storia accumula dettagli perduti nel film, nella pellicola si ritrovano dialoghi tra i vari personaggi che portano quest'ultimo ad essere, secondo me, una pietra miliare della filmografia d'autore. Una dei dialoghi must del film avviene tra Maria, la giovane vergine destinata al velo come da tradizione e scelta famigliare e una suora impazzita per qualcosa che cela nel cuore e che solo Maria, dopo varie visite riuscirà a comprendere sin troppo bene. Straziante è la domanda che Maria ad un certo punto pone alla stessa suora, finendo entrambe a piangere senza riuscire a trovare una risposta logica e verbale, ma conoscendone entrambe dentro una risposta sofferta. La domanda è:

"Si può morire per amore?"

Lo stesso Verga incentra la maggior parte del romanzo proprio sulle pene amorose della povera Maria e di quanto disgraziato sia il suo destino. Dei recenti studi scientifici hanno dimostrato che sì, il dolore della perdita può portare il cuore ad interrompere il suo lavoro. Il dolore straziante della perdita da taluni, a quanto pare, può portarli inevitabilmente ad un crollo, ad una sorta di blackout che induce il cuore ad essere colpito da quella che hanno chiamato cardiomopatia da stress e che induce il cuore, a darci un taglio, a funzionare male e a portarlo ad un collasso. Insomma il cosi detto crepacuore esiste. Personalmente ci penserei due volte prima di indurre qualcuno ad una fine cosi tragica, che sia la morte o la pazzia (come avviene per la suora rinchiusa e in parte per Maria la quale vede in quella stessa suora il suo futuro a chiare lettere). Come mi ha detto qualcuno oggi, l'amore è dare, a ricevere siamo tutti bravi, ecco partendo da questo presupposto penso sia quantomeno corretto porsi in maniera razionale, all'inizio di una conoscenza o relazione o frequentazione (date voi un nome o una categoria che più vi garba), una domanda importante: 

"Sono disposto/a a donarmi totalmente e ad aver voglia di farlo senza poi, per un qualsivoglia capriccio, smettere da un giorno all'altro?"

Se la risposta è sì, e l'altra persona si è data la medesima risposta allora auguri e felicitazioni, ma se non siete convinti sin da subito non illudete, non prendetevi gioco, seppur in buona fede chi vi sta donando amore incondizionato e ha deciso, quindi, di donarvi tutto il suo essere, perché cosi risultereste essere solo ed esclusivamente degli egoisti meschini. 
Preciso che il post non è riferito a nessuno in particolare, al massimo ringrazio chi mi ha dato un input per la stesura di questo piccolo post di riflessioni tendenzialmente personali, ma anche no.

martedì 17 febbraio 2015

Film visti (memo per me che sto invecchiando)

Dear John (8, un film veramente bello. Intenso e per certi versi dalle tematiche profonde se si esclude il tema principale: amore)
Sweet November (6+, film carino tutto sommato, un po' meno la fine, probabilmente per il suo essere ben poco banale e scontata, da un film d'amore ci si aspetta quasi sempre un finale diverso)
Before Sunset (7, personalmente il film mi è piaciuto, la storia è originale, si svolge nell'arco di un giorno o poco più, intrigante e misterioso. Improbabile eppure probabile. Insomma che il destino ci abbia messo o meno lo zampino sta a voi giudicarlo)
Before Sunrise (8, rispetto al primo la logorrea dei personaggi è rimasta immutata, a tratti appare un po' forzato, a tratti interessante, una prosecuzione di quel che era e di quel che potrà o non potrà essere)
Jersey Girl (7, tutto sommato un film carino, piacevole per passare una serata senza troppo impegno. A tratti drammatico, per altri comico, insomma un bel mix per una serata senza troppe pretese)
Tutte contro lui (6, nulla di che, un film fatto principalmente per passare una serata senza troppo impegno mentale. Buon passatempo se non si ha nulla di meglio da fare)
Un amore all'improvviso (6-, il libro da cui è tratto il film è decisamente molto, ma molto, molto meglio del film, ma questo è un fatto piuttosto risaputo quando un romanzo diviene film, spesso e volentieri la trama viene, se non proprio stravolta, tagliuzzata in troppe parti e questo rende il tutto più adattabile alla cinematografia, ma ne perde di fascino che solo i dettagli possono creare. Nonostante ciò non è male come film, indi per cui per i romanticoni lo consiglio)
Maleficent (6+, per uan volta almeno il punto di vista dei "cattivi", nello specifico della fatina cattiva di turno delle favole che ci hanno propinato a chi più e a chi meno, da piccini. Interessante prospettiva)
L'amore bugiardo - Gone girl (8, psicotico, assurdo e reale. Decisamente un trip mentale senza assunzione di droghe, assolutamente consigliato)
Dracula untold (4, non voglio sprecare troppe parole, di film su Dracula o Vlad Tepes ce ne sono a migliaia, questo non vale nulla, durata minima e storia striminzita)
Sex tape (7, divertente e simpatico, con una Cameron Diaz ironica e perfetta nei ruoli leggeri. Dettagli comici sparsi qui e li nel film, sta all'osservatore notarli 
Upside Down (6+, per passare un'oretta in maniera differente va bene. I contenuti, per quanto banali possano essere, sono impregnati da una trama tendenzialmente originale, per quanto si possa basare su un qualcosa di già elaborato, seppur in maniera differente, in altri film. Tutto sommato non è malaccio come visione)
Nymphomaniac Vol I (n/d, non mi va di dare un voto a questo film, vuoi per i contenuti, vuoi per gli attori, vuoi per altro, penso che possa piacere o meno a seconda della propria sensibilità, quindi lascio a voi la scelta, una volta letta la trama o visto il trailer se vederlo o meno)
Nymphomaniac Vol II (n/d, come per il volume precedente, non mi va di dare un voto a questo film, vuoi per i contenuti, vuoi per gli attori, vuoi per altro, penso che possa piacere o meno a seconda della propria sensibilità, quindi lascio a voi la scelta, una volta letta la trama o visto il trailer se vederlo o meno)
Allacciate le cinture (5, tralasciando la scelta del set che, da brava pugliese, ho apprezzato, tralasciando la canzone finale di Rino Gaetano a cui sono personalmente emotivamente legata, il resto del film non è nulla di che, mi rifiuto, dunque, di dare un voto, lascio a voi la scelta del vederlo o meno, personalmente, per mio gusto personale, non lo consiglierei)
Divergent (6-, per avere un po' di azione bisogna sorbirsi buona parte del film, non so se il romanzo da cui è tratto è migliore, ma do per scontato che sul fronte contenuti e dettagli sicuramente è più completo. Inconcludente. Almeno a mio avviso)
Ti ricordi di me? (6, un film simpatico, adatto se si vuole qualcosa di leggero e a tratti divertente. Made in Italy al 100%)
Resta anche domani (6+, decisamente drammatico, seppur non in maniera totalmente eccessiva, è un crescendo di emozioni, ma che comunque lo porta ad essere decisamente adatto ad un pubblico che va dai 14 ai 20 anni al massimo)
Non buttiamoci giù (7+, come al solito ci vuole più coraggio a vivere che a suicidarsi, è risaputo e questo film non fa che evidenziarne proprio la veridicità dell'affermazione con il quale parto la valutazione. Attori molto bravi. Originale punto di vista, originale miscuglio di personalità con un unico obiettivo comune. Interessante visione)
Mr Turner (7-, tralasciando i mugolii di Turner, tralasciando la lentezza per alcuni versi, trovo il film interessante sotto vari punti di vista. Sicuramente non lo consiglierei a tutti)
Love, Rosie (8, aspettavo da tempo di poterlo vedere, non ho ancora letto il libro, ma di sicuro penso possa essere meglio del film che comunque non ha deluso le mie aspettative. Certo molto romantico, ma proprio tanto, ma alla fine, per quanto banale possa essere l'argomento risulta originale lo svolgimento)

Nulla era mio - Pablo Neruda

Prima d'amarti, amore, nulla era mio:
vacillai per le strade e per le cose;
nulla contava nè aveva nome:
il mondo era nell'aria che attendeva.
Io conobbi cinerei saloni,
gallerie abitate dalla luna,
hangars crudeli che si
accomiatavano,
domande che insistevano sull'arena.
Tutto era vuoto, morto e muto,
caduto, abbandonato e decaduto,
tutto era inalienabilmente estraneo,
tutto era degli altri e di nessuno,
finchè la tua bellezza e povertà
empirono l'autunno di regali.
La mia preghiera è stata ascoltata.

Il mio cuore fu tuo - Fernando Pessoa

Sì, un momento
passi ancora
per il mio vago pensiero,
e ricordarti sarebbe tormento
se immaginare fosse disgrazia.
Sì, in quell’ora
in cui parlammo più guardando
che parlando,
derivò questa cronica esitazione
che ora ho nel ricordarti.
Apparisti
nella mia vita
come una cosa che era alla porta.
Sparisti.
Più tardi seppi del tuo eclissarti.
Tuttavia, tuttavia,
riuscisti
a prendermi un po’ il cuore.
È un cuore triste
e non
si intende con tutto
né ha modi
per farsi amare
o per immaginarlo.
Salvo quando
il tuo sguardo
ostinatamente dolce
mi faceva saltare
il cuore in petto.
Ove andavo io?
Già lo scordavo.
Sì, il mio cuore fu tuo
in quel giorno o in un altro…
Neanche vi fosse altra terra o cielo
qualcosa sarebbe accaduto.

lunedì 16 febbraio 2015

Lettera n°45


Non so cosa mi spinga ancora a scriverti. Non so che senso possa avere, quanto possa essere o meno importante il continuare ad esternare quello che provo e che sento, il porre domande a cui non riceverò mai più alcuna risposta o il semplice informarti di come procede (o si trascina) la mia vita (o quel che ne rimane). Il livello di pateticità ha toccato il fondo, cosi come l'incapacità di abbandonare, recidere o andare oltre quel che non è stato e non sarà. Una finzione atta al nulla, che ha portato solo la sottoscritta a stare male. Vorrei odiarti, credimi, lo vorrei con tutte le mie forze, vorrei urlare a chiunque che tu sia uno stronzo bugiardo, un attore nato, un omuncolo perfido e vigliacco, ma non ci riesco, non riesco a vederti sotto alcuna luce negativa, per quanto possa essere stata (secondo te) cattiva in determinati momenti, penso che avrei potuto esserlo di più, molto di più se solo lo avessi voluto realmente, se solo lo avessi creduto veramente. La realtà dei fatti invece è un'altra, e non voglio giustificarti, l'ho fatto per cosi tanto tempo che ormai dovrebbe venirmi spontaneo continuare a farlo, ma con un minimo di logica e lucidità (quel po' che di tanto in tanto torna ad affacciarsi da queste parti) posso asserire con certezza che nonostante tutto il dolore che mi hai inflitto e continui ad infliggermi, nonostante l'avermi spinta delicatamente ad esternare chi io sia veramente, ad aver preso da me tutto quello che hai voluto, ad aver conosciuto di me anche ciò che altri non avrebbero mai saputo, insomma, nonostante tutto ci sono stata anche io in quella farsa che chiamavo relazione, per quanto possa esser scesa a compromessi pur di non perderti, per quanto abbia annullato me stessa per poter evitare litigi e bisticci (che secondo me servono anche per conoscersi), per quante parole ho speso, per quanto tempo ho perduto e ti ho donato, per tutto quello che poteva o è stato. Io c'ero. Ci sono sempre stata. Tu andavi a momenti. Ora so il perché, fingo di sapere anche il perché adesso tu non ci sia, ci provo perlomeno. Venti giorni senza di te. Venti giorni senza di me. Sei tornato a vivere. Le giornate stanno migliorando, ora avrai una buona scusa per stare più spesso fuori casa, non entrare a contatto con qualcosa che possa (forse) ricordarti di me. Io non so se quelle che ad oggi mi appaiono solo parole buttate li, siano state o meno realmente sentite, se cosi lo fosse, se hai sentito e creduto in quello che mi dicevi allora non riesco a spiegarmi come tu possa essere cosi dolorosamente distaccato, menefreghista e disinteressato. Come tu possa aggrapparti a quella stronzata del rispetto nei miei riguardi, quando sai perfettamente che l'abbandono per me pesa più di un "non ti amo". Quello che più fa male è proprio quello. Non lo hai capito, non ti è importato, stai dando per scontato che passerà. Non passa, ma cosa vuoi saperne tu? Non so più che senso abbia scriverti. Le parole restano parole, quello che sento o sentirò non ti importa e non ti importerà più. Non ha più senso. Logoro e faccio del male sempre e solo a me stessa, in un caso o nell'altro la sostanza del dolore non muta. Se scrivo o meno il dolore, l'amore e l'assenza restano invariate. Ti odio! (sappiamo entrambi che non è vero)

Lettera n°44

Come stai? Sei uscito? Io ci provo da questa mattina, sono andata in giro, volevo fotografare qualche bimbo vestito per carnevale, immortalare coriandoli e festoni, gioia e felicità, ma non ne ho ricavato molto. L'umore non era dei migliori, non penso di essere ancora pronta ad affrontare senza maschere o gingilli vari le persone e la loro felicità. Dentro muoio giorno dopo giorno, la verità è quella e per ora non riesco a celarlo troppo bene, in quegli occhi che tanto ti piacevano si è steso un velo di malinconia dolorosa e triste che non vuole andarsene. Spesso si riempiono di lacrime e la vista si offusca. Non sto bene, ma quanto può interessarti la cosa? Penso poco oppure tanto, ma alla fine non è più importante. 
Questa sera sono andata al cinema, come nei migliori dei cliché il dolore e lo stato d'animo mi hanno spinto a focalizzare l'attenzione solo su due scene: un treno a vapore, uno dei primi creati nell'Ottocento (il film era in costume) e una donna ritrovata morta suicida sulle rive del Tamigi, insomma di due ore e mezza di film le scene che più mi si sono impresse nella memoria sono quelle che meno avrebbero dovuto farlo, eppure come posso indurre l'emotività ad andarsene a farsi un giro altrove? Non si può, non posso, non ce la faccio. La realtà dei fatti è che ancora non ce la faccio. Sono passati solo diciannove giorni, troppo poco per quando a me appaiano tanti giorni, siamo stati lontani anche di più, ma mai cosi in silenzio. La consapevolezza dell'abbandono. Il tuo silenzio. Il tuo menefreghismo (congettura mia), il tuo aver dimenticato le volte che mi hai detto che avevi bisogno di me, della mia presenza, e non me le sono immaginate come quel ti amo, sono scritte e ferme nella nostra conversazione (e non solo li, le ho tutte impresse dentro), ma mi racconto che era la febbre, il tuo stare male ti faceva aver bisogno di chiunque, ed io ero quella che ti era più vicina. I baci improvvisi al teatro o fuori dal cinese? Impulsi momentanei (logica che devo necessariamente apporre ovunque, in ogni fottuto ricordo per evitare di illudermi che in te ci possa essere qualcosa. Non vi è nulla. Me lo hai detto chiaramente. Devo solo prenderne completamente coscienza. Devo ancora assimilarlo). Buona notte sbuffatore. Spero che almeno tu riesca a dormire tranquillo senza dover attirare a te una piccola pazza che sguscia dalle tue braccia mentre riposa.

domenica 15 febbraio 2015

Citazione Litizzetto

Gli uomini fanno fatica a dire ti amo. Lo dicono solo in caso di estrema necessità, tipo quando proprio non ne possono fare a meno. Sennò dicono dei surrogati. Dei derivati del ti amo. Che fanno danni come i derivati delle banche. Dite delle cose tipo: sei molto importante per me. E cosa vuol dire molto importante? Anche non pestare una cacca di cane prima di portare le scarpe al calzolaio è molto importante, ma non è mica la stessa cosa che dire ti amo. Dite cose tipo: Mi fai stare bene. Ma mi fai stare bene lascialo dire a Biagio Antonacci…Dillo al tuo medico Shiatzu quando ti schiaccia i piedi per metterti a posto la cervicale. Oppure sprecate quelle parole tipo tesoro, meraviglia, splendore…Ma splendore cosa? Guardami. Splendo? Non sono mica una plafoniera? Ma dite ti amo, pezzi di cretini! Se la prima volta vi vergognate mettete la testa nel sacchetto del pane?! Dite “ti amo” mentre vi lavate i denti? Sglrlb? Va bene anche quello. Poi al limite cambiate idea. Dire una volta ti amo non crea nè impotenza nè assuefazione. Poi il bello è che non capite nulla anche quando siamo noi a dirvi parole d’amore…Se vi diciamo cose romantiche tipo: Amore, guarda che luna…voi rispondete: Minchia l’una? Pensavo fossero le undici. Andiamo che mi è scaduto il parcheggio… Ma noi vi amiamo lo stesso. Cosi come siete….Vi amiamo anche quando…vi vantate di aver scritto il vostro nome facendo pipì sulla neve, amiamo i vostri piedi anche se sono armi di distruzione di massa, vi amiamo anche se di notte russate che ci sembra di dormire ai piedi dello Stromboli, vi amiamo anche se per trovarvi per casa basta seguire le tracce come per gli animali servatici, giacca, camicia, canotta, tutto lasciato per terra finchè sul divano non trovi un tizio con la felpa della Sampdoria che gioca alla Playstation, vi amiamo quando per fare un caffè ne spargete un quarto sul tappetino e due quarti sul gas. E poi dite che viene leggero.
Vi amiamo quando avvitate la caffettiera fino allo spasimo che per aprirla dobbiamo chiamare i pompieri, e poi non chiudete i barattoli, appoggiate solo il coperchio sopra cosi appena lo prendi sbadabam cade tutto. Vi amiamo quando sparecchiate la tavola con la tecnica del discobolo, mettendo in frigo la pentola della minestra che poggia su due mandarini. Vi amiamo quando a Natale scavate il panettone con le dita, quando per farvi un caffè sporcate la cucina che neanche 10 Benedette Parodi…, e pure quando per farvi la doccia allagate il bagno e lasciate la malloppa di peli nello scarico, che sembra di stare insieme a un setter irlandese! Vi amiamo quando diciamo voglio un figlio da te e voi rispondete “Magari un cane” e noi vorremmo abbandonare VOI in autostrada non il cane vi amiamo quando andate a lavare la macchina e ci chiudete dentro coi finestrini aperti, vi amiamo quando fate quelle battute tipo prima di fidanzarti guarda la madre, perché la figlia diventerà cosi, Voi no. Voi spesso siete pirla fin da subito.
Vi amiamo quando mettete nella lavastoviglie i coltelli di punta, che quando noi la svuotiamo ci scarnifichiamo, e quando invece di sostituire il rotolo finito della carta igienica usate il tubetto di cartone grigio come cannocchiale. E’ per amore vostro che facciamo finta di addormentarci abbracciati anche se dormire sul vostro omero ci dà un po’ la sensazione di appoggiare la mandibola su un ramo secco di castagno, e vi amiamo anche se considerate come dogma assoluto che l’arrosto della mamma è più buono di quello che facciamo noi. Il creatore non ha detto: E la suocera fece l’arrosto fatelo sempre cosi in memoria di me.
Insomma, noi vi amiamo anche quando date il peggio, vi amiamo nella buona ma soprattutto nella schifosa sorte. Vi amiamo perché amiamo l’amore che è un apostrofo rosa tra le parole: E’ irrecuperabile… ma quasi quasi me lo tengo.

Lettera n°43

Come stai? Quanto vorrei avere la libertà di poterti porre questa domanda, ma vari sono i fattori che mi spingono a non esprimerla se non qui. Qui dove è incerto che tu possa leggerla, qui dove riesco ad essere me stessa senza eccessivi filtri o censure. Qui che è rimasto l'unico "luogo" in cui mi è concesso mantenere un legame invisibile con te che non fai più parte di me, della mia vita, ma che comunque, nonostante tutto, resti. Io sono tornata a detestare questa domanda, cosa vuoi che risponda a chi me la pone? Dico che va meglio, che sto meglio, che va tutto come al solito o il classico "normale". Non va bene, ma va bene cosi. E' cosi che deve essere, non perché lo voglia, ma perché devo necessariamente lasciare che il dolore e l'amore seguano il loro corso. Oggi è stata dura, lo ammetto. Mi hanno salvata. Non tu, ma altri mi hanno salvata. Hanno salvato una piccola parte di me, hanno salvato la mia logica, la mia mente ancora annebbiata, offuscata da te e da quel maledetto amore che ancora sento. Mi hanno salvata da me stessa. Dal dolore, dalle lacrime che copiose non la finivano più di venire giù. Volevo che fossi tu a salvarmi. Dovevi essere tu, ma cosi non è stato, cosi non sarà. Illusioni e speranze. Attese disattese. Stanchezza ed energia. Dualismi continui tornano ad affacciarsi in concomitanza di ogni pensiero che mi conduce li da te, da ogni ricordo o parola che possa leggere o sentire. Oggi è tornata la risata, sai di quelle vere che partono dallo stomaco e scoppiano libere e fragranti, rumorosamente dolci. Dopo tante lacrime non pensavo di essere capace di ridere cosi apertamente. E' durato poco, un paio di tweet divertenti letti per ammazzare la noia di una serata pesante. Un balsamo lenitivo che andrebbe applicato più spesso sulla ferita inflittami da te, ma non posso pretendere ancora tutto ciò, per quanto possa volerlo, ma la volontà abbiamo ben compreso che ha ben poco da spartire con le emozioni, vincono loro, in positivo o in negativo. Sono sempre loro che hanno la meglio sulla logica e sulla volontà. E tu? Tu come stai? Cosa fai? Stai uscendo un po'? Stai dormendo? Stai mangiando? Ti mancano le mie mani sul tuo viso? A me sì, un po' banale come cosa, ma è quello che è. Sono cosi. Sento questo e lascio che venga fuori senza tutte le infrastrutture che potrei usare per celare ciò a cui non dovrei e vorrei pensare. Ho voglia di te, ma non sarà mai condiviso il mio volerti, il mio amarti, il mio desiderarti, il mio viverti. La non condivisione, la non complicità, la tua non presenza erano celati da piccoli gesti che per me hanno un peso più importante, sono stati la corda a cui aggrapparmi per non cadere nel vuoto, ma non è servito. In quel vuoto, in quella oscurità ci sono precipitata. Hai reciso quella corda e mi hai lasciata andare. Mi hai abbandonata. Sì, tu mi hai abbandonata.

sabato 14 febbraio 2015

Salvami

Salvami da tutta questa oscurità 
in cui sono precipitata. 
Salvami. Ti prego... 
SALVAMI.

Nickelback - Trying Not To Love You


‘Cause trying not to love you
Only makes me love you more

Malika Ayane - Adesso è qui (Nostalgico presente)

Lettera n°42

SEI LIBERO
C. Baudelaire
Sei libero 
davanti al sole del giorno
e libero 
davanti alle stelle della notte
e sei libero quando non vi è sole,
nè luna nè stelle. 
Sei libero 
anche quando chiudi gli occhi 
su tutte le cose.
Ma sei schiavo di colui che ami,
perché lo ami. 
E schiavo è colui che ti ama,
perché ti ama.


Non mi è mai importato nulla di San Valentino, per quanto banale possa essere, se amo lo faccio ogni giorno (e penso di avertelo dimostrato abbondantemente) eppure ammetto che questo San Valentino pesa come un macigno sulle spalle, mi sento un po' come Sisifo, per intenderci. Mi sento un peso enorme, non dico che non proverò a stare bene, a fingere perlomeno di stare bene, che non cercherò mille distrazioni per far sì che anche queste ventiquattro ore iniziate da un'oretta, passino più in fretta possibile, eppure... Eppure non potrò dire di stare bene, me lo auguro, lo spero, ma dubito già da ora che sarà cosi, come potrei? Sarebbe impossibile. Per quanti sforzi possa fare, non c'è assolutamente nulla da fare se non lasciare che il dolore, il malessere, la malinconia e l'amore (con annesso processo di disinnamoramento) facciano il loro corso senza troppi contrasti. Quindi piango se sento le lacrime pungermi gli occhi, urlo se sento la voce risalire veloce verso la gola, non dormo se Morfeo mi caccia dal suo Harem, ti penso se mi vieni in mente e ti amo se è quello che sento. Lascio che tutto mi investi affinché poi possa semplicemente attraversarmi, andare oltre e lasciare solo una scia, o almeno è quello che spero e che in molti mi stanno ripetendo per darmi coraggio, per consolarmi e per dimostrarmi la loro personale partecipazione al mio dolore che li rende impotenti. Sto avendo molto conforto da dei perfetti sconosciuti quando mi basterebbe una tua parola, la tua voce per tornare ad essere felice, per carità sarebbe momentaneo, poi ripiomberei nel vuoto e nell'oscurità, la mia questa volta, ma almeno saprei che ci sei, e invece... Mi tocca saperti assente, saperti distante, saperti sconosciuto ma amato. E' complicato. Di me sai tutto, di me sai quanto difficile sia abbandonare ed essere abbandonata eppure... Hai scelto la via più infame e bastarda, hai scelto qualcosa che mi uccide giorno dopo giorno, un dolore vecchio come il mio personale mondo e che non potrò mai affrontare o vincere. Non so perché lo hai fatto, non so perché d'un tratto non ti interessi più sapere come sto e quanto la tua scelta mi stia nuocendo, ma non preoccuparti, passerà. Tu pensa per te, sii felice. Sii sereno. Torna a splendere per te stesso o per chi ti pare. Trova il tuo Luz altrove. Io resto qui. In attesa di una nuova dose. In attesa di te che, nonostante tutto, vorrei ancora qui con me. Buon San Valentino mio amore non corrisposto. 
Lo so che non ha senso questa citazione rispetto alla poesia di Baudelaire ad inizio lettera, ma è un pensiero che condivido un po', per quanto la speranza, come saprai, è l'ultima a morire:

"Non ho mai creduto alla possibilità che il tempo tenga accesi i sentimenti. 
Credo alle persone che si amano ogni giorno, che si cercano, che camminano e affrontano le cose tenendosi per mano. Credo alle persone che dialogano, che si guardano negli occhi, che litigano, che fanno la pace. Non credo e, peggio ancora, non sopporto chi immagina di andarsene dalla vita di qualcuno, per poi tornare dopo anni e dire: «non ho smesso di pensarti». Insomma, l'amore si coltiva, si vive, si consuma, non si lascia a crescere da solo come fosse una pianta selvaggia. Perché se è così che fai, al tuo ritorno, pianta selvaggia ritroverai."
Serena Santorelli 

P.S: pianta selvaggia non la troverai, ma troverai una porta chiusa più difficile di Settembre da aprire, ma i miracoli esistono? Tornerai? Non credo, ma chissà... Mai mettere limiti alla provvidenza. Lo sai. Credo nel destino, e tu ed io eravamo destinati.