E' da un pò che non scrivo. Non l'ho fatto perchè semplicemente non ne avevo voglia, non vi era lo stimolo, non avevo tempo, non avevo la testa, insomma, non ne ho sentito minimamente il bisogno. Ok, lo ammetto, non è vero niente, sto scrivendo solo le ennesime stronzate per giustificarmi. Volevo scrivere, dovevo farlo, ma poi lasciavo correre. Mi sono, successivamente, resa conto che ho sempre lasciato correre tutto quello che poteva essere importante nel momento in cui mi si presentava l'occasione per portare in atto quella o quell'altra cosa. Ho lasciato correre la scrittura, accantonandola, continuo a lasciare correre le ore, i giorni, i mesi e gli anni, dicendomi che devo studiare per prendere questa maledetta, quanto inutile, laurea, lascio correre l'impegno di andare in palestra, lascio correre la voglia di uscire, lascio correre tutto, e sono talmente brava che ormai le giustificazioni che mi racconto sembrano talmente giuste e vere che fatico anche a controbattere con me stessa. Oggi è uno di quei sabato (stiamo a domenica vista l'ora, ma per me rimane sabato) in cui vorrei chiudermi al buio e piangere come una bambina che è caduta dalla bicicletta e si è sbucciata le ginocchia. Sento la necessità di sfogarmi, quindi non potendo piangere (ho le mie fisime e visto che sola a casa non ci sto evito di frignare, così da evitare di veder cadere, infranto, quel muro, quella corazza che da una vita porto pesantemente addosso), scrivo. Facciamo un resoconto di questi mesi... Sono ancora single, si prospetta l'ennesimo odioso natale in cui sarò occupata a mantenere in piedi la recita della mia vita, a fingere che tutto vada bene. Mi dispiace solo che non possa evitare il tutto lavorando quanto più possibile, lo preferirei senza dubbio. Vediamo che altro c'è di NON nuovo? Lavoro, mi piace, passo il tempo, ci sono ragazzi simpatici, colleghe dolcissime e tremende, c'è anche la mia mamma e questo mi sa che non aiuta nelle relazioni con l'altro sesso, stanno tutti piuttosto calmini e non ci provano, tendenzialmente non è molto piacevole vederli sbavare su tutte le colleghe e su di me no, ma alla fine va bene cosi, mai immischiare il lavoro con le relazioni sessuali (sì, alla fine penso che tutte le mie relazioni diventano solo ed esclusivamente un mero e vuoto mezzo per sfogare, sessualmente, lo stress accumulato in lunghi periodi di magra, di astinenza e di privazioni emozionali). Con ciò non voglio dire che faccio sesso con tutti quelli che frequento, semplicemente capita che se la "cosa" si prospetta, in qualche modo, di duratura medio-lunga, di certo non mi schifa tramutarla in quanto ho scritto poco sopra. Se volessi potrei chiamare chicchessia e dirgli "Ehi, facciamo sesso?", ma siccome son donna, e in quanto tale, ho dei bisogni e delle necessità che, purtroppo, vanno un tantino oltre il semplice atto fisico, mi serve un pizzico di LA mentale, e ai giorni nostri è veramente difficile, sia per i miei coetanei che per quelli decisamente più grandicelli. C'è un così amplio vuoto emozionale, caratteriale e mentale che l'astinenza è l'unica via possibile per non portarmi al suicidio totale.
A casa ho ancora il LIBRO, giace immobile e nuovo nel mio mobiletto, attende ancora di essere letto, annusato e vissuto, ma a quanto pare la persona a cui era destinato non vuole avere più niente a che fare con la sottoscritta, di riciclarlo non mi và, di buttarlo nemmeno, quindi che farne? Si accettano consigli al riguardo...
A inizio mese ho rivisto il mio fratellastro, adesso ha l'età di Alessio (figlio della mia migliore amica), è la seconda volta che lo vedo, la prima volta andava all'asilo, ne ho parlato in qualche post, ho descritto la situazione, e purtroppo anche questa volta non è che sia stata tanto libera di scegliere se vederlo o meno, non so nemmeno se possa essere lui, povero bimbo disgraziato per il padre che gli è capitato, a voler vedere le sue sorellastre o se è stato quel padre assente a sentire qualche vocina interna dirgli che esistiamo anche noi, non che la cosa mi interessi particolarmente, quel bambino sicuramente non ha alcuna colpa, ma di certo non ne ho nemmeno io se non mi interessa instaurare alcun rapporto con lui, insomma, lui si sta vivendo il padre che per me non c'è mai stato, se lo vivesse senza la necessità di mettere in mezzo anche noi due. Io ho una sorella gemella ed è l'unica che possa considerare tale. Non mi vivo questo fratellastro, quindi non mi appartiene così come non mi appartiene tutto il ramo parentale/sanguigno paterno. Mio padre volevo senza dubbio picchiarlo a sangue, lo ha messo in difficoltà, certo son stata abbastanza crudele e stronza, l'ho punzecchiato e spento più di una volta verbalmente, le parole uccidono e son certa che sia quelle che i miei sguardi sin troppo eloquenti abbiano contribuito a fargli capire che a me di lui e di suo figlio non me ne fotte nulla.
Mi manca Simona, lo stare insieme come questa estate, mi son sentita parte integrante di qualcosa ed è stato stupendo, non che non lo sia anche ora, ma è diverso, non posso fingere che non lo sia, ma va bene così, non si può pretendere di avere tutto dalla vita (e sappiate che mi è sfuggita pure la lacrimuccia mentre scrivevo questo periodo...).
Ho bisogno di serenità, pensavo di averla trovata un anno fà circa. Ero serena, tranquilla, rilassata e per la prima volta in vita mia tutte queste cose non mi parevano nemmeno vere, ma la vita, la mia soprattutto ha sempre la fregatura... Eh eh eh, quindi ciao ciao idillio e benvenuta abitudine...
Al lavoro oggi una collega promoter mi ha fermato, mi ha chiesto se fossi Iolanda, l'ho guardata con il punto interrogativo in faccia, non l'avevo mai vista prima se non nel pdv, e puff vengo a scoprire che è una mia ex collega di liceo, come al solito quando incontro qualcuno di quel periodo faccio, puntualmente, una figura di merda... Il perchè è subito detto: non mi ricordo un cazzo di quegli anni, un pò perchè ero talmente incazzata con la vita che non prestavo attenzione a nulla, avevo troppi ruoli da svolgere, era un liceo prettamente femminile il che spiega cosa mi abbia sempre portato ad odiarlo. Loro si ricordano di me perchè ero l'alternativa, quella con il collare di borchie al collo, la sigaretta in bocca, i capelli sparati in piccole treccine, maglie con teschi e catene ovunque... Insomma non passavo sicuramente inosservata, ad oggi sorrido e rimpiango quella libertà perduta. Non che oggi mi neghi il nero, le borchie, le catene e company, ma sono troppo socialmente integrata per ignorare quella piccola parte di me che mi vorrebbe più femmina e meno ribelle, meno alternativa. Quanto odio quella che son diventata voi non avete idea... Dov'è finita quella Iolanda schizzata? Quella ribelle perennemente incazzata? Quella Iolanda sempre pronta a far battaglia alla società? Dove sono andata? Se la ritrovate mandatemela per favore... Quella di adesso mi fa troppo schifo...
A casa ho ancora il LIBRO, giace immobile e nuovo nel mio mobiletto, attende ancora di essere letto, annusato e vissuto, ma a quanto pare la persona a cui era destinato non vuole avere più niente a che fare con la sottoscritta, di riciclarlo non mi và, di buttarlo nemmeno, quindi che farne? Si accettano consigli al riguardo...
A inizio mese ho rivisto il mio fratellastro, adesso ha l'età di Alessio (figlio della mia migliore amica), è la seconda volta che lo vedo, la prima volta andava all'asilo, ne ho parlato in qualche post, ho descritto la situazione, e purtroppo anche questa volta non è che sia stata tanto libera di scegliere se vederlo o meno, non so nemmeno se possa essere lui, povero bimbo disgraziato per il padre che gli è capitato, a voler vedere le sue sorellastre o se è stato quel padre assente a sentire qualche vocina interna dirgli che esistiamo anche noi, non che la cosa mi interessi particolarmente, quel bambino sicuramente non ha alcuna colpa, ma di certo non ne ho nemmeno io se non mi interessa instaurare alcun rapporto con lui, insomma, lui si sta vivendo il padre che per me non c'è mai stato, se lo vivesse senza la necessità di mettere in mezzo anche noi due. Io ho una sorella gemella ed è l'unica che possa considerare tale. Non mi vivo questo fratellastro, quindi non mi appartiene così come non mi appartiene tutto il ramo parentale/sanguigno paterno. Mio padre volevo senza dubbio picchiarlo a sangue, lo ha messo in difficoltà, certo son stata abbastanza crudele e stronza, l'ho punzecchiato e spento più di una volta verbalmente, le parole uccidono e son certa che sia quelle che i miei sguardi sin troppo eloquenti abbiano contribuito a fargli capire che a me di lui e di suo figlio non me ne fotte nulla.
Mi manca Simona, lo stare insieme come questa estate, mi son sentita parte integrante di qualcosa ed è stato stupendo, non che non lo sia anche ora, ma è diverso, non posso fingere che non lo sia, ma va bene così, non si può pretendere di avere tutto dalla vita (e sappiate che mi è sfuggita pure la lacrimuccia mentre scrivevo questo periodo...).
Ho bisogno di serenità, pensavo di averla trovata un anno fà circa. Ero serena, tranquilla, rilassata e per la prima volta in vita mia tutte queste cose non mi parevano nemmeno vere, ma la vita, la mia soprattutto ha sempre la fregatura... Eh eh eh, quindi ciao ciao idillio e benvenuta abitudine...
Al lavoro oggi una collega promoter mi ha fermato, mi ha chiesto se fossi Iolanda, l'ho guardata con il punto interrogativo in faccia, non l'avevo mai vista prima se non nel pdv, e puff vengo a scoprire che è una mia ex collega di liceo, come al solito quando incontro qualcuno di quel periodo faccio, puntualmente, una figura di merda... Il perchè è subito detto: non mi ricordo un cazzo di quegli anni, un pò perchè ero talmente incazzata con la vita che non prestavo attenzione a nulla, avevo troppi ruoli da svolgere, era un liceo prettamente femminile il che spiega cosa mi abbia sempre portato ad odiarlo. Loro si ricordano di me perchè ero l'alternativa, quella con il collare di borchie al collo, la sigaretta in bocca, i capelli sparati in piccole treccine, maglie con teschi e catene ovunque... Insomma non passavo sicuramente inosservata, ad oggi sorrido e rimpiango quella libertà perduta. Non che oggi mi neghi il nero, le borchie, le catene e company, ma sono troppo socialmente integrata per ignorare quella piccola parte di me che mi vorrebbe più femmina e meno ribelle, meno alternativa. Quanto odio quella che son diventata voi non avete idea... Dov'è finita quella Iolanda schizzata? Quella ribelle perennemente incazzata? Quella Iolanda sempre pronta a far battaglia alla società? Dove sono andata? Se la ritrovate mandatemela per favore... Quella di adesso mi fa troppo schifo...