venerdì 12 ottobre 2012

Lettere

Le lettere, intese come oggetto, come prolungamento della parola e dei pensieri. Da sempre ho scritto realmente tante lettere, alcune inviate, altre cestinate, molte salvate nel pc o semplicemente in scatoloni pieni di ricordi. Cos'è che spinga gli altri a scriverne (se le scrivono) non lo so, ma sono consapevole di cos'è che porta la sottoscritta a mantenere attiva questa attività. Scrivere è più facile, almeno per me, rispetto il dare voce alle parole. Scrivendo si abbattono i muri dell'imbarazzo e della censura. Scrivendo riesco a dire ciò che non potrei o non riuscirei mai a dire a voce. E così mi ritrovo a scrivere e scrivere, annotando frasi e risposte non date, domande alle quali, con molta probabilità, non riceverò risposta. Scrivo perchè mi piace, ma anche perchè è l'unica comunicazione che mi appartiene veramente, l'unica in cui nessuna maschera può essere indossata, dove anche le lacrime, delle volte hanno libero arbitrio assoluto, non vengono trattenute, a differenza di quanto possa accadere dinanzi a chi è il destinatario delle parole
Torno a scrivere, dunque, l'ennesima lettera che non riceverà nessuno, meglio se le uso come uno sfogo e nulla di più. Mi umilierei sin troppo se le inviassi.

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