martedì 9 febbraio 2016

Sola

(Foto di mia proprietà - "La porta II")

Devo imparare a vomitare meno insicurezze e paure di persona, dovrei imparare a fingere e fregarmene, dovrei imparare ancora molte cose, ma in realtà dovrei imparare ad accettarmi per quella che sono. Dovrei imparare a capire che, se sento qualcosa, quel qualcosa quasi certamente rispecchia qualcosa che esiste realmente. Se sento di essere in una storia a tempo determinato, di essere un passatempo, di essere considerata uguale alle altre, se sento di esser divenuta meno interessante rispetto gli inizi, se sento che dall'altra parte si è retrocesso abbondantemente, se sento che non si va più avanti, se sento freni, chiusure, menefreghismo e chi più ne ha ne mette, è perché ci sono tutte queste cose. Non è come quando sentivo amore e amore non c'era dall'altra parte, qui mi si porta solo a sentirmi insicura giorno dopo giorno, mi si porta a stare male perché manca tutto quello che precedentemente c'era seppur in minima parte. Aspetto. Concedo il beneficio del dubbio seppur qui conferme e dissensi non sono ancora giunti, mi ritrovo ad aspettare, poco tempo in realtà. Stringo i denti quel tanto che basta, ma poi dico basta, perché merito decisamente qualcosa in più. Merito presenza, devozione e amore. Non sarò mai più lo scalda letto di nessuno e tanto meno il passatempo di chicchesia. Torno ad annuire dinanzi alla citazione di Anaïs Nin "Così resto nuovamente sola e, come puoi leggere nel diario, quando sono sola sono forte". Lotto da sola contro demoni e paure, mi allontano gradualmente, ricemento la porta, annaffio i cespugli di spine, stucco le crepe che ci sono nei muri, risistemo la mia anima fatta a fettucce (citando Bukowki) e resto... SOLA.

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