giovedì 28 gennaio 2016

Lettera n°80


It's been a long year
Since you've been gone
I've been alone here

Avevo deciso da tempo che questa sarebbe stata la colonna sonora per questa giornata, un anno che scatterà intorno alle diciotto, minuto più minuto meno. Eppure non è più totalmente appropriata, non sto cadendo a pezzi, sì, per carità, se vado a rileggermi determinate cose che mi hai scritto la lacrimuccia è li dietro le palpebre e preme per venire fuori, come dice Scott: "I keep a journal of memories", ma sta lì, tutto in una cartella, nascosto, accessibile, leggibile, ma per scelta chiuso. Ho scelto di andare avanti e non perché nella mia vita ho fatto entrare da un mese qualcuno, non è dipeso da quello, in questo lungo anno in cui più volte sono ricaduta tra le tue braccia, ad un certo punto ho compreso che dovevo semplicemente tornare a pensare a me e per quanto porti ancora strascichi del male che mi hai fatto (perché me ne hai fatto per quanto agli occhi tuoi ti senti totalmente immune da questa colpa), per quanto mi incasini con le paure, sto cercando pian pianino di imparare l'arte del distacco, l'arte del potersi donare veramente a qualcuno a piccoli passi, senza correre, senza progettare il futuro, senza la spasmodica ricerca di certezze, non che non ne abbia bisogno, mi hai portato a diffidare delle parole e a quanto pare pure dei gesti, eppure mi basta una piccola sorpresa per sapere che c'è qualcuno che a modo suo, un modo diverso dal tuo, mi vuole un po' bene, ci tiene a me, qualcuno a cui piaccio anche cosi incasinata per causa tua. E anche se ai suoi occhi resto ancora troppo legata a te, al tuo ricordo, anche se ancora ti giustifico rifiutandomi di definirti stronzo perché per me non sei stato stronzo, quanto vigliacco e codardo, comunque resta, lui è rimasto al mio fianco in questo mese, ha gioito con me per i miei piccoli traguardi, non mi fa pressioni, non mi fa pesare la tua assenza presente, per quanto sappia gli sia indigesta. C'è. Lui c'è. Ed è bello sapere che oltre me ci sia qualcun'altro. E' bello tornare a fidarsi piano piano e a sperare che forse, una volta guarita del tutto, potrò recidere quel filo che mi lega ancora a te. Non oggi, ma oggi parte realmente la ricomposizione di me. Se sono caduta a pezzi in questo anno, da qualche tempo mi sto ricostruendo, pezzo per pezzo sto tornando a galla. Piano piano sto rinascendo e abbandonando la Penelope che ti avrebbe atteso, che avrebbe atteso chi, in fin dei conti, stronzo lo è stato, perché tra le tante cose che mi ha donato non mi ha dato l'unica che, in realtà, era la più importante: NON MI HA MAI AMATO!!!

Adieu mon amour à sens unique

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