domenica 26 febbraio 2012

Rancore+Morte


Da qualche giorno aleggiava intorno alla sottoscritta un'arietta carica di morte, sì non sto delirando, i miei pensieri si sono affacciati ripetutamente all'unica certezza che compone e conclude la vita di chiunque... Percepivo proprio qualcosa di sbagliato, ok non è sbagliato, ma non riesco, stranamente a trovare un termine che possa aiutarmi a descrivere ciò che percepivo. Questi pensieri mi hanno portato a pensare che fosse il ricovero di mia nonna a farmi avere questo campanellino di allarme, ma automaticamente scartavo a priori l'idea, per un senso egoistico impedisco alla morte di prenderla prima di vedermi in toga per ritirare quel pezzo di carta inutile che è la laurea... Comunque senza divagare ulteriormente arrivo al nocciolo della questione. Le mie premonizioni, le mie sensazioni o come diammine le volete chiamare hanno sempre qualcosa di veritiero, e infatti stamani mi ha svegliato la chiamata di mio padre, per dirmi, senza giri di parole che la madre, teoricamente mia nonna paterna, è morta dopo otto giorni di agonia e forzate cure atte a farla vivere di più. Come mio solito ho morso la lingua, tacendo la prima obbiezione "perchè ora e non da quando è stata ricoverata?", lui ancor prima che avessi solo finito di formulare mentalmente il pensiero si è subito giustificato "non volevo darvi un dolore", e pure qui mi sono morsa la lingua, perchè scusate, ma io non sento proprio nulla, non mi dispiace, non ho versato una singola lacrima, non sento nessun magone dentro. Non ricordo nulla di quella donna che possa essere catalogato come un bel ricordo, anzi, dentro porto solo malessere, brutte parole e gesti più falsi di una moneta da tre euro. Cinica? Fredda? Arida? Rancorosa? Sì, lo sono verso chi mi ha dimenticato il giorno dopo che i miei si sono separati, verso chi non si è mai degnato di chiamarmi per un compleanno, un natale o una qualsivoglia festa comandata. Certo, se dovessi pensare a cosa mi verrebbe risposto da parte di mio padre a questa presa di posizione, cioè che noi siamo le "piccole" e sempre noi dobbiamo portare rispetto, mi incazzo ancora di più perchè, partendo proprio dal presupposto che noi siamo le piccole, siamo state a lungo immature, quindi proprio per questo è la persona matura che deve andare incontro a quella immatura. E invece no, ai suoi occhi noi siamo sempre in torto e lui che è il reo più reo dei rei eccolo che si sente l'angioletto di turno. Domani mattina mi tocca andare al funerale di una persona che ha offeso mia madre davanti a me, mia madre la tradita, che ha difeso il figlio, il traditore, manesco e falso. Una persona che non mi ha mai dato nulla nè in senso materiale nè in senso emotivo/sentimentale. Indosserò la mia maschera più fredda e parteciperò all'ennesima farsa solo ed esclusivamente per far vedere a tutta quella massa di persone che non conosco chi sono diventata senza di loro, solo grazie a quella santa donna di mia madre che si è sempre spezzata la schiena per non farci mancare nulla. Mi vestirò pure colorato come l'arcobaleno. Il nero lo meritano solo le persone che ho amato e rispettato, chi non conosco non merita il colore che preferisco... Oddio pure una tuta o i pantaloni larghi, le borchie, le catene e i capelli in un'acconciatura assurda potrebbero rivelarsi una giusta vendetta, ma è meglio se evito altrimenti il proposito va a puttane. Andrò a fare le condoglianze a quell'uomo che non sento come mio padre, non assisterò alla messa, non vedrò quel corpo inerme in quella bara, non entrerò in chiesa, non considererò nessuno. Un'apparizione in grande stile, colma di quella maturità che a tutti loro manca completamente. Un fantasma sconosciuto che porta rispetto solo nei riguardi di sua madre. Sono passati molti anni, ma il mio rancore resta, aumenta e  divora tutto quello che trova dinanzi, non si creano più giustificazioni per addolcire il malessere. Come un cancro annienta tutto quello che trova dinanzi. Sono marcia dentro e me ne vanto. Sono quella che sono perchè mi ci hanno portato a divenirlo!!!

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