giovedì 13 agosto 2015

Inferno emotivo

Dovrei dormire, alle quattro mi passano a prendere per andare ad una sessione fotografica in gruppo, ho passato una giornata pesante, fatta di forza che non ho, ma che ho racimolato qui e li dentro di me scavando e scorticandomi le mani dell'anima, per poter essere quell'ancora per chi ha sofferto l'addio ultimo a chi l'ha cresciuta. Molti i ricordi di quella donnina tutto pepe. Abbracci, consolazione, lacrime altrui. Occhi da extraterrestre mi osservavano dal mosaico li in Chiesa. Un prete giovane e simpatico, di quelli che dici: "No, non esistono preti cosi, è impossibile!". E poi abbracci, pacche. Alla fine silenzio. Un messaggio e seppure stanca ho accettato. Qualunque cosa pur di ottenebrare la mente, qualunque cosa va bene, tanto non avrei chiuso occhi a prescindere. Troppi i pensieri. Troppa la stanchezza. Troppe le emozioni che mi divorano dentro. Le lascio fare. Giaccio immobile senza lottare, che tutto vada a rotoli, che le lacrime scendano ancora e ancora. Che i pensieri mi appesantiscano la testa. Che la glicemia salga all'infinito perché sto male. Sono stanca di lottare, ora, oggi va cosi. Stanca di essere chi non sono. Stanca di trattenermi. Stanca di fingere. Contraddittoria come al solito. Poche ore che dovrei passare dormendo e invece... Invece ho gli occhi colmi di lacrime, le orecchie piene di musica e una nausea costante. Tutto mi ricorda che io sono viva. Lo sono. La morte mi era vicina, ma non era li per me. Io sono ancora viva in questo cazzo di Inferno emotivo senza sosta. Circolo vizioso e dannato di un fottuto amore che come un calcio nelle palle si trascina dietro un dolore lancinante e costante. Vorrei semplicemente odiare. Non ci riesco. Amo. Purtroppo amo, ancora sento quello schifo di amore. E mi odio, odio me che non ho commesso alcun errore se non quello di lasciarmi andare, di fidarmi, di innamorarmi. Come se tutto ciò avessi potuto impedirlo in qualche modo. Illusa.

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