martedì 15 settembre 2015

Lettera n°73

("Emotional Imprisonment" Foto mia)
Per quanto ancora mi creerai scombussolamenti emotivi di forza tale da mettermi il magone nello stomaco? Per quanto ancora un semplice pensiero mi riempirà gli occhi di lacrime? Per quanto tempo ancora mi turberai e avrai il potere di farlo? Per quanto? Io non lo so. Ogni volta che sembra stia andando tutto per il verso giusto, o quasi giusto, mi ritrovo a percepire il cuore che batte all'impazzata ed emozioni contrastanti riempirmi talmente tanto che mi chiedo quand'è che scoppierò e finirò in un milione di pezzi. 
Sto vivendo le giornate cosi come vengono, senza aspettarmi nulla, eppure ci sono giorni in cui mi fai ancora male, o mi fai arrabbiare o mi fai semplicemente sorridere. Quando diavolo diventerai un semplice ricordo privo di conseguenze emotive? Tu lo sai quando? Perché io non ne ho la più pallida idea e probabilmente il non saperlo mi manderà al manicomio (sempre ammesso che ne aprano uno apposta per me). Mi manchi, ma probabilmente mi manca chi pensavo di conoscere, perché chi tu sia adesso io non lo so, non lo posso sapere e probabilmente non voglio nemmeno saperlo. Mi fai male, lo sai tu e lo so bene anche io, quindi anche se so che non mi leggi più, scrivo qui quello che avrei il desiderio di scriverti direttamente altrove. In quel altrove che ha scaturito l'emozione che mi sta devastando, cosi come la domanda che mi sovviene in mente: "PERCHE'???".
Ho letto il tuo status di whatsapp, non volevo farlo, ma stavo cercando qualcuno tra i contatti e li mi vengono fuori gli status ed ho letto quello che hai scritto. Perché rinunciarvi? Vorrei essere capace di poter essere io la fortunata a prendere tutto, ma non posso esserlo. Non me lo posso permettere, e sicuramente anche se avessi potuto, non credo ti avrei cercato per proporti la cosa. 
Sto ricominciando ora a stare un po' meglio, sto ricominciando ora ad aprirmi e a lasciarmi andare. Sto ricominciando ora ad andare avanti e a lasciarmi stringere, coccolare e baciare da chi non mi interessa poi troppo sapere se mi vuole o meno, come invece mi interessava di te. Non mi importa più vivere col patema d'animo su che sarà, che accadrà, o come andrà a finire, non me ne importa più nulla, forse perché non mi interessa nulla della persona, forse perché sono talmente ferita che do per scontato che la vita mi offra solo palliativi, ma sino a quando provocano un minimo di emozione me li prendo tutti cosi come vengono. Cosa ho da perdere? Nulla. Ho perso tutto quello che potevo dare con te. Ho perso la ragione, l'amore, ho perso me stessa e va bene cosi, deve andarmi per forza bene. Ti ho scelto un anno fa. Io ho scelto te. Ho scelto di fidarmi, ho scelto di rischiare, ho scelto di amarti, sì, perché anche quella per certi versi non è altro che una scelta. Io ho scelto te e tu non hai scelto me. Ora sto scegliendo me, nonostante tu resti ancora il carceriere delle emozioni, nonostante tu sia quello che mi faccia battere il cuore più di un "ti penso" o un "odio e amo" che potrebbero dirmi costantemente. Nonostante tutte le belle parole, i bei gesti, uno sfarfallio di emozioni blande, tu resti. Nonostante tutto ci sei ancora. Sei tu quello che cerco di notte, e qui, lascio che la Merini mi venga in aiuto.
Di notte,
mentre dormo
o tento di dormire,
con le mie mani calde 
io tocco le lenzuola
e vorrei una presenza
che mi colmasse il cuore.
Invece è solo buio
e ho paura del giorno,
e invece è solo sera
e tremo del mattino.
Ma di notte ti vedo
genuflesso al mio lato
e hai l'incandescenza
della stella cometa.

Alda Merini
Concludo questa inutile sfogo, lettera o chiamalo come ti pare chiedendoti: "Perché rinunciare all'unica cosa che avevamo in comune? Perché".

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