venerdì 4 settembre 2015

Quando meno te lo aspetti i fantasmi ritornano e ti tormentano


Ho passato la notte prima del mio compleanno lasciandomi coccolare senza mezzi termini, palliativi e sostitutivi a quello che in realtà avrei desiderato. Diversivi da quello che poi in realtà mi porta a smettere di scrivere in maniera pubblica. Diversivi che riempiono ore di nulla, ma un nulla pieno rispetto al classico nulla dato dal silenzio urlante della solitudine malinconica. Lo so, mi ero ripromessa di non fare quello che mi è stato fatto, di non illudere, di non essere codarda, di non far stare male nessuno, ed è quello che mi porta a collezionare primi appuntamenti discutibili privi di proseguo. Ho perso il conto di quanti primi appuntamenti fini a se stessi si siano susseguiti uno dietro l'altro. Tendenzialmente di solito faccio la trattenuta, quella che se la tira per intenderci, di rado mi lascio andare, fingo sorrisi, chi non mi conosce pensa che il mio parlare a macchinetta sia sintomo di stare bene, di essere a mio agio, mai cosa fu più sbagliata. Ho avuto primi appuntamenti (tanti) in cui per evitare la noia mi portavo dietro l'attrezzatura fotografica. Bisogna sempre unire l'utile al dilettevole, ma soprattutto, celarsi dietro una macchina fotografica ti aiuta a smorzare l'imbarazzo nato dal silenzio, dal non avere nulla da dire. Essere concentrati su qualcosa zittisce i pensieri e i ricordi, quindi... Di primi appuntamenti degni di nota ne ho avuti due, forse tre, uno descritto a grandi linee nell'ultimo post, uno avuto con chi mi ha stupito tant'è che c'è stato un secondo appuntamento e la possibilità ipotetica che ce ne siano altri in cui la parola chiave è unicamente: amicizia. Il terzo, paradossalmente potrebbe essere stato quello del due di Settembre, il mare, chiacchiere, di nuovo , come un déjà vu fare l'alba, ma senza baci solo con mani che si accarezzano e si cercano e parole che riempiono l'abitacolo di un auto mentre fuori le onde si scontrano pigramente sugli scogli. In cielo una luna un po' coperta da nuvole simili a zucchero filato, bella da mozzare il fiato, ma non avevo con me la mia attrezzatura, l'ho immortalata mentalmente, quella luna che mi fa sempre pensare all'emoticon con la faccina dagli occhi e bocca strabuzzanti, la scorsa notte era offuscata come Shahrazād de "Le mille e una notte", il viso coperto mentre racconta una storia a Shahryar. Ho creduto nuovamente a un complimento e mi ha fatto, stranamente bene, essere considerata troppo bella ha sia dell'irreale che del reale, pensare di poter essere bella al punto da sembrare irraggiungibile, lo ammetto ha gonfiato, e non poco il mio ego, ma anche quello resterà un primo appuntamento fine a se stesso. Vige sempre la regola che non voglio fare ad altri quello che mi è stato fatto. Le illusioni le lascio a chi ha un velo di Maya costantemente sugli occhi e non vi è nulla che glielo potrà strappare. Prima di uscire ho perso qualche battito, per poi avere un accelerazione assurda dello stesso, la causa è data da uno scambio di messaggi da chi ho cercato di cancellare, nascondere, eliminare, allontanare dalla mente e da quel cuore che non vuole sentire ragioni e continua imperterrito a sentire emozioni quando non dovrebbe. Eppure mi sono goduta la serata, c'ho provato, nonostante l'imbarazzo e le difficoltà iniziali, nonostante quella luna che mi ricorda puntualmente tutte le volte che è mutata in cielo, le ho contate, mi sono ritrovata a contarle da mesi ormai tutte le lune nuove in cielo, e le aspetto ancora e ancora, le aspetterò per un altro po'. Lo avevo già scritto, mi sono data una scadenza, non che questo possa portare a un dato di fatto, ma intanto mi offre la speranza, seppur piccola, che possa essermi utile, mi aggrappo a qualunque cosa. Ci credo come ho creduto altro mesi or sono. Ho smesso di organizzare e programmare più di un giorno massimo due per volta. Ho passato il compleanno a vedere l'incoerenza del velo di Maya, mi sono fatta un po' male, ma per fortuna anche quest'anno è passato. Coi miei 32 anni compiuti da un paio di ore appena, posso dire conclusa una giornata strana e dolorosa. Lo ammetto mi sono aspettata un invito che non è giunto, ma in cuor mio sapevo che non sarebbe mai arrivato. Ho odiato ieri. Ho sentito veramente l'odio per chi mi ha spezzato il cuore, su chi ha minato il mio amor proprio eppure continuo a sentire con ogni cellula del mio corpo e animo. Per cui ancora nutro un barlume di speranza per quanto flebile e minuscolo, quello persiste, soprattutto se quello che è spezzato puntualmente viene stuzzicato, riattivato. Quando meno te lo aspetti i fantasmi ritornano e ti tormentano, motivo per cui non posso che mantenere attiva la promessa che mi sono fatta di non far soffrire come ho sofferto e soffro io. Il mio velo di Maya l'ho strappato con i denti e le unghia, ho urlato una volta liberata da quel velo, ma dei brandelli mi sono rimasti addosso, cuciti, amalgamati con la pelle, tra i capelli, una sposa cadavere senza matrimonio alcuno. Ma mi basta vedere quel ciondolo a forma di sole per stare un pochettino meglio, posso essere se non felice almeno un po' serena se mi lascio andare e se mi sento a mio agio, se mi sento e mi fanno sentire bella, se faccio qualunque cosa mi porti ad ottenebrare la mente, a frenare i desideri malsani e a smettere di cercare e stuzzicare quella ferita su cui la crosticina non riesce a formarsi perché le dita e le unghiette la vanno a infastidire e rimuovere per vedere se la ferita si è chiusa prima del tempo necessario. Perdo sangue ancora e ancora, ma poi la lascio un po' in pace, fino alla fine sotto la crosticina ci sarà solo una cicatrice e nulla di più, devo solo crederci e sperarci. Sparisci dalla mente e dal cuore. Sparisci. Sparisci. Sparisci. Ciò che hai spezzato e distrutto non potrai più recuperarlo. You're loser!!!

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