sabato 26 settembre 2015

Lettera n°75

Come immaginavo oggi è un anno preciso dal nostro primo appuntamento, quell'appuntamento col vento, i gatti bisticcioni e fare l'alba in auto baciandoci come ragazzini. Un anno da quelle emozioni che personalmente ho provato. Per quanto contrastanti potessero essere, ho provato emozioni pure e devastanti. L'insicurezza su come comportarmi il giorno dopo, le tattiche da usare o evitare, i film mentali e quel sapore sulle labbra gonfie di... Direi amore, ma ora so che amore non lo è mai stato. Diciamo gonfie di baci ardenti e delicati con l'aggiunta di un po' "troppa lingua". Sorrido e piango mentre scrivo, perché nonostante tutto, il ricordo non è negativo, perché nonostante come sia andata a finire serbo ricordi belli di quel poco tempo in cui mi sono sentita prevalentemente felice. Piango per la nostalgia delle emozioni, piango per il caos che regna sovrano adesso. Abbiamo fatto di nuovo l'alba. Abbiamo litigato. Abbiamo (principalmente tu) riso, abbiamo parlato, senza soffermarci troppo su cose che avrebbero potuto innescare nuovi bisticci verbali o incomprensioni dure a morire. Abbiamo fatto cose "fuori luogo" da sconsiderati, senza quella freschezza di un anno fa, con un macigno di rabbia, dolore, incomprensioni, che ci trasciniamo e che puntualmente tornano fuori in un modo o nell'altro. Che abbiamo fatto quindi? Una cazzata e nulla di più. Lasciarsi andare (mai totalmente) a che serve? Ci mantiene solo costantemente legati in un modo o nell'altro e viene meno quella rottura che in realtà si è creata mesi fa. Vengono meno i miei propositi, viene meno il mio distacco emotivo. Sussurrarti un "ti odio" senza sentirlo, consapevole che in quella frase tu ci abbia letto un'emozione diversa e opposta. Frustrazione. Ancora. Quella con te è un po' all'ordine del giorno, come si suol dire, ma è anche scontata lì dove il lasciarsi andare arriva ad un 70% e poi la testardaggine torna a prendere il sopravvento. Non importa, non è più importante, posso sempre dissiparla altrove, lo sai, te l'ho detto chiaramente, se volessi saprei come impiegare il mio tempo, cosa che comunque faccio a prescindere, perché si va avanti, non posso restare immobile in attesa di un qualcosa che non muterà mai. Non posso restare invischiata in un qualcosa di doloroso e irreale. Quindi è stato uno sbaglio, voluto da entrambi, ma pur sempre uno sbaglio. Abbiamo fatto una cazzata. Eppure ancora mi domando: "Tu perché non mi hai dimenticata?".
Tranquillo, conosco la risposta. Mi faccio i fatti miei.

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