lunedì 17 agosto 2015

Le avventure di una sfigata innamorata


Capita di conoscere qualcuno, capita che quel qualcuno sia interessante, capita che sempre quel qualcuno sia di una dolcezza e galanteria unica e cosi "di altri tempi". Capita anche di finire a cena con quel qualcuno, mangiare pesce, sentirsi a proprio agio, sorridere e ridere. Tornare ad essere per un attimo se stessi consapevoli che dall'altra parte non si venga fraintesi, che si prenda in due ogni decisione. Capita che un'auto smetta di funzionare. Capita di riderci sopra, capitano quei baci che in un altro momento avresti collegato a chi ami visto il luogo in cui sono nati. Capita poi di andare a letto con un braccialetto in più, pensiero inaspettato, ma deliziosamente dolce come il miele e nell'immaginario verde speranza. Capita poi di passare mezza mattinata del giorno dopo, assieme da un meccanico, dove chiunque vi prende per sposini, coppietta o compagni. Capitano domande inopportune, ma che non ti infastidiscono. Capita di chiacchierare, capita un biglietto lasciato, ma per ora non ancora trovato. Capitano carezze e sorrisi. Capitano anche i saluti e gli addii e la consapevolezza che ogni estate porta con se una ventata di novità fine a se stessa. Piacevole, ma a tempo determinato. Baci delicati e colmi di preoccupazione per un viaggio da intraprendere, non il mio. Io resto qui, una sfigata innamorata che per un paio di giorni scarsi si è, finalmente, lasciata andare. Capita, ma non basta.

venerdì 14 agosto 2015

Lettera n°72

«In ogni storia a un certo punto arriva una grande svolta. Uno sviluppo improvviso. La felicità è sempre uguale, ma l’infelicità può avere infinite variazioni, come ha detto anche Tolstoj. La felicità è una fiaba, l’infelicità un romanzo»
Murakami Haruki, “Kafka sulla spiaggia”


Quanto ha ragione il mio caro Murakami citando Tolstoj. L'infelicità può avere infinite variazioni, ed in questi ultimi mesi mio malgrado le sto vivendo tutte senza tralasciarne alcuna. Non perché lo voglia, ma perché una volta che ti si appiccica addosso l'infelicità non si schioda più tanto facilmente, e si può lottare, divincolarsi, strepitare ed urlare, ogni cosa appare vana via via che si va avanti nel tempo. Quell'alone rimane nello sguardo, nell'animo, nelle parole, nei gesti e nei pensieri. Ho vissuto una fiaba piena di felicità, ero talmente felice da essere totalmente ottenebrata, perduta, ma comunque felice. E adesso, nella stessa maniera mi ritrovo infelice, vuota, malinconica, malconcia come un pugile alla fine di un incontro all'ultimo sangue. 
Tento ancora con tutte le mie forze di risalire a galla, di lottare contro la corrente che mi spingerebbe sempre più a fondo, ma basta ancora cosi poco per ridurmi a una bambola priva di forze. Mi basta veramente pochissimo. Che sia il fischio di un treno, che sia una parola, un odore, un luogo, un pensiero o una emozione ed eccola lì con quel ghigno malefico tornare a riportarmi coi piedi per terra. Resto ancorata ancora a quella che è l'opinione che mi sono fatta, resto ancorata a quella briciola di fiducia che mi rimane, resto ancorata ai ricordi seppur fraintesi o falsati. Resto ancorata alle giustificazioni che ancora mi racconto. Resto ancorata al desiderio che chi mi ha reso infelice possa essere, a differenza mia, felice sino a scoppiare. Resto ancorata a ciò che non è mai esistito e mai esisterà. Mi aggrappo con le unghie fregandomene del dolore che mi squarcia dentro. Sì, me ne frego. Perché posso lamentarmi, inveirgli contro, posso arrabbiarmi, odiarlo per piccoli frangenti, ma alla fine giustifico gesti, parole pur ritrovandomi a pensare e credere di non conoscerlo affatto. Non ci sono mai certezze in questa vita, ma quelle poche su cui facevo affidamento, col tempo vanno a perdersi. Si cambia. Le persone, inevitabilmente cambiano. Ma tu chi sei? Chi eri? Eri felice? Stavi bene? Pur credendo che fosse andata cosi, che lui stesse bene, non era abbastanza, E l'incoerenza torna a regnare sovrana, non su di me, io resto coerente anche negli errori che posso commettere, ma tu, tu resti incoerente. Volevi amare, lo desideravi e ora non lo vuoi più, ti convinci di non poterlo avere, ti convinci che rimarrai solo eppure... Solo io ci vedo incoerenza? Ma dai, sono giustificabile, sì, lo sono. Sono infelice e soffro. Delirio come in preda a una febbre altissima e incurabile che ha il tuo nome vicino alla parola AMORE.

giovedì 13 agosto 2015

Inferno emotivo

Dovrei dormire, alle quattro mi passano a prendere per andare ad una sessione fotografica in gruppo, ho passato una giornata pesante, fatta di forza che non ho, ma che ho racimolato qui e li dentro di me scavando e scorticandomi le mani dell'anima, per poter essere quell'ancora per chi ha sofferto l'addio ultimo a chi l'ha cresciuta. Molti i ricordi di quella donnina tutto pepe. Abbracci, consolazione, lacrime altrui. Occhi da extraterrestre mi osservavano dal mosaico li in Chiesa. Un prete giovane e simpatico, di quelli che dici: "No, non esistono preti cosi, è impossibile!". E poi abbracci, pacche. Alla fine silenzio. Un messaggio e seppure stanca ho accettato. Qualunque cosa pur di ottenebrare la mente, qualunque cosa va bene, tanto non avrei chiuso occhi a prescindere. Troppi i pensieri. Troppa la stanchezza. Troppe le emozioni che mi divorano dentro. Le lascio fare. Giaccio immobile senza lottare, che tutto vada a rotoli, che le lacrime scendano ancora e ancora. Che i pensieri mi appesantiscano la testa. Che la glicemia salga all'infinito perché sto male. Sono stanca di lottare, ora, oggi va cosi. Stanca di essere chi non sono. Stanca di trattenermi. Stanca di fingere. Contraddittoria come al solito. Poche ore che dovrei passare dormendo e invece... Invece ho gli occhi colmi di lacrime, le orecchie piene di musica e una nausea costante. Tutto mi ricorda che io sono viva. Lo sono. La morte mi era vicina, ma non era li per me. Io sono ancora viva in questo cazzo di Inferno emotivo senza sosta. Circolo vizioso e dannato di un fottuto amore che come un calcio nelle palle si trascina dietro un dolore lancinante e costante. Vorrei semplicemente odiare. Non ci riesco. Amo. Purtroppo amo, ancora sento quello schifo di amore. E mi odio, odio me che non ho commesso alcun errore se non quello di lasciarmi andare, di fidarmi, di innamorarmi. Come se tutto ciò avessi potuto impedirlo in qualche modo. Illusa.

mercoledì 12 agosto 2015

Ciao ciao salute

Se credessi ai segni dovrei prepararmi un cappio e mettere fine immediatamente alla mia vita, ma per fortuna o sfortuna, a voi la scelta, nei segni, nel destino e nel karma ho smesso di crederci mesi fa, quando una doccia gelata mi ha ridestato da quello che era solo un sogno fine a se stesso. Ieri ho ricevuto le analisi, come al solito c'è sempre qualche valore fuori norma, credevo fosse qualcosa di abbastanza gestibile e invece no, tra glicata e clereance cretanina sto messa abbastanza male. Ora i fattori come al solito possono essere svariati. L'ultimo anno è stato pesante, sul piano emotivo e non solo. Sono stata felice, ma la felicità è stata talmente fuggevole che ha influito ben poco rispetto il mare di infelicità pura che da mesi aleggia sulla mia persona. Potrei avere esagerato con l'allenamento (versione positiva) o avere problemi renali (versione negativa). Inutile dire che vedo NERO, quindi già mi sto fasciando la testa con tutto quello che di più apocalittico ci possa essere nel mio futuro. Quello stesso futuro che ho smesso di rincorrere mesi fa. Quello stesso futuro che ha smesso di esistere quando ho smesso di esistere io. Ieri poi è venuta meno la nonna della mia migliore amica, altro segnale (per chi ci crede ai segnali). Ho passato la notte insonne a pensare alla vita, ma soprattutto alla morte. Attaccata ad una macchina per vivere, sempre ammesso che sia vita quella lì, non ci voglio stare. Continuerò a combattere per quel che conti come ho sempre fatto, mi chiuderò ed eviterò di commettere l'errore di fidarmi, di amare incondizionatamente un'altra persona e rischiare nuovamente tutto quello che ad oggi mi si sta ripercuotendo contro. Lui sta bene, me lo dicono tutti, lui a me non ci pensa, lui non ne sta soffrendo per nulla, a lui non gliene importa nulla di come mi ha lasciata, di quello che sento, di come mi sento e di come realmente sto. A lui non importa proprio nulla, ha trovato chi gli tiene compagnia e il disinteresse è talmente palese da essere solo io la stupida di turno che ancora ama chi non la ama. Talmente stupida da giustificarlo ancora e ancora. Talmente stupida da rimandare impegni per poterlo vedere. Talmente stupida da non urlargli contro: "A me non mi hai fatto emozionare, mi hai fatto innamorare! Mi emoziona un cane, un bambino, ma non tu idiota!". E sono stata zitta. Accondiscendente. In lotta perenne tra emotività e razionalità. E ora. Ora ne pago le conseguenze e la mia salute fa ciao ciao con la manina mentre se ne va via.

martedì 11 agosto 2015

Lettera n°71

Scrivo nonostante tu mi abbia detto che non leggi e quindi non leggerai. Scrivo perché non posso farne a meno di farlo. Scrivo perché è a te che voglio scrivere e dire quello che sento. Scrivo perché ne ho quasi un bisogno primordiale e viscerale. Non posso farne a meno, per quanto possa trattenermi, per quanto possa impormi il silenzio le dita scorrono leggiadre sulla tastiera o sui fogli, se ne fregano loro dell'orgoglio o del tuo non amarmi. Se ne fregano le parole se non verranno lette da chi le ha scaturite. Loro ci sono e vogliono essere partorite, non aspettano più. La gestazione è giunta al termine massimo, si direbbe cosi con un bambino che vorresti tenere nella pancia quanto più possibile cosi da evitargli le brutture di questo mondo, ma le parole sono forti, sanno affrontare il silenzio, gli occhi chiusi, il disinteresse, i nuovi incontri e le nuove conoscenze, sì loro ci riescono, io non troppo, ma non importa. Oggi ho dovuto trattenere le parole e le lacrime. Ho alzato lo sguardo al cielo pur essendomi promessa di non farlo, non c'erano stelle nel mio cielo, nessun desiderio espresso, ma tanto a che pro? Quello che desidererei non potrebbe avverarsi mai. Chi desidero mi rifiuta costantemente. Chi amo non ricambia. Nugoli di esseri ronzano fastidiosi intorno ma io voglio solo quella luce che mi fa stare bene e male al contempo. Io voglio sempre e solo te. Stupida. Sono solo una stupida incapace di lasciarti andare. Incapace di vederti per quello che probabilmente sei. Ma alla fine tu chi sei? Chi sei veramente? Volevi innamorarti, Dio quanto lo desideravi e ora? Ora senti che rimarrai solo, eppure... Eppure niente, sai cosa potrei scrivere, ma lo trattengo, mi censuro qui. Devo. Per me e per te. 
Volevo solo guardare le stelle cadere con te, ma probabilmente non le avremmo viste nemmeno se fosse andata diversamente, sarebbe stato come a Natale, separati. Ognuno per la sua strada. Come adesso. Come allora. Cosi e per sempre.
Spero che almeno per te questo San Lorenzo sia stato felice e pieno di stelle cadenti e di desideri sussurrati col cuore colmo di aspettative e desiderio.

venerdì 7 agosto 2015

Sono innamorata

"Sono innamorata" una dichiarazione, una affermazione che porta i maschi a dividersi in varie categorie. Le principali, quelle che poi sono più di comune evidenza, risultano essere queste:

1. Tipologia Ragazzo Granchio: alla frase suddetta si ritrae come un granchio nella sua tana scogliosa, probabilmente conscio di quanto sia vano provarci con chi gli ha appena detto velatamente e non, che non c'è trippa per gatti.
2. Tipologia Ragazzo Don Chisciotte: alla frase suddetta si sente in dovere di attivare tutti i suoi ormoni e la sua mascolina arroganza e superiorità rispetto l'essere che ha rubato il cuore della donzella, quindi come un Don Chisciotte dei poveri si lancia contro i mulini a vento rischiando un probabilissimo due di picche e se è fortunato, cosa rarissima, magari riesce nell'intento di passare da chiodo schiaccia chiodo a qualcosa di più.
3. Tipologia Ragazzo Indeciso: alla frase suddetta traballa tra i due atteggiamenti delle tipologie Granchio e Don Chisciotte, se da una parte si ritrae dall'altra poi, il suo orgoglio mascolino lo porta a provarci, per poi ritrarsi e riprovarci in loop continuo. Atteggiamento questo che di norma porta all'esaurimento... soprattutto dell'indeciso.
4. Tipologia Ragazzo Amico Polpo: alla frase suddetta si prodiga in consigli (non richiesti), in presenza sin troppo asfissiante, abbracci e pacche varie ed eventuali con le quali palpa qui e li stile polpo dai mille tentacoli, l'intento è quello di fingersi amico quando poi in realtà il fine ultimo è riuscire, secondo lui, nell'intento di portare la donzella innamorata e non corrisposta di turno, ad aprire gli arti inferiori cosi da potersi insinuare in ogni dove (Illuso!)
5. Tipologia Ragazzo Orecchie di Mercante: alla frase suddetta finge bellamente di non averla letta o udita, se ne sbatte allegramente, spinto pure lui dagli ormoni in circolo e dal bisogno impellente del "cervello" tra le gambe di bagnare il biscottino quanto prima, e quale preda è meglio di una che poi non ti crea problemi dal momento che è emotivamente impegnata? (La stupidità in persona)
6. Tipologia Ragazzo Ragno: alla frase suddetta, che conosce pure troppo bene,  dal momento che è quello a cui è rivolto quel sentimento, la risposta è la medesima "non sento quello che senti tu", i comportamenti sono i svariati. Si va dall'assecondare per il bene della sfigata di turno o lo sparire del tutto, esserci ad intervalli semi regolari o irregolari. Resta ignoto quello che gli passa per la testa. Restano ignote determinate parole e atteggiamenti eppure come la tela di un ragno porta sempre e solo la vittima ad invischiarsi senza mezzi termini proprio su quei filamenti appiccicosi mentre lui, il Ragno, gironzola tra le varie prede camminando sul filamento non appiccicoso, non si è mai visto, infatti un ragno intrappolato nella sua stessa ragnatela (purtroppo!)

Voglio solo te!

Voglio Te, solo Te!
Voglio te, solo te!
Lascia che il mio cuore
lo ripeta senza fine.
Tutti i desideri che mi distraggono
di giorno e di notte
in sostanza sono fasulli e vani.
Come la notte tiene nascosta nel buio
l'ansia di luce
così nel profondo del mio cuore
senza ch'io me ne renda conto
un grido risuona:
Voglio te, solo te!
Come la tempesta cerca la quiete
mentre ancora lotta contro la quiete
con tutte le sue forze
così io mi ribello e lotto
contro il tuo amore
ma grido che voglio te, solo te.
Rabindranath Tagore

mercoledì 5 agosto 2015

Groove Armada - Think Twice


Close your eyes and lose the feeling that's been sinking
Close your eyes and count to three
Close your eyes rewind, I know just what you're thinking
Close your eyes and think of me 

Larger than life, niceties
Bigger than you, more than me
I've got the Monday morning blues
And oh my God I've got the home for you

And give the everyday morning you...use
There's things right here I can't afford to choose

Close your eyes and lose the feeling that's been sinking
Close your eyes and count to three
Close your eyes rewind, I know just what you're thinking
Close your eyes and think of me 

Sincere, caramel, champagne, down drain, tell him, no gain
It's so damn physical it will sustain
And too damn Technicolor to refrain
And much too taxing for my little brain

Why do we never know enough of happiness?
Why do they never show?
All the times we have been so good and caring
How many times we'll never know

Close your eyes and lose the feeling that's been sinking
Close your eyes and count to three
Close your eyes rewind, I know just what you're thinking
Close your eyes and think of me 

Close your eyes and lose the feeling that's been sinking
Close your eyes and count to three

Close your eyes rewind, I know just what you're thinking
Close your eyes and think of me 

Packed it like a punch out to lunch
I got a little hunch that stood out from the bunch
As if that's not a reason enough I need another reason why

God damn that bitch of life she made me cry
So I liked to poke her squarely in the eye
And it hurt so much I feel like I could die
Yeah

martedì 4 agosto 2015

Beth Hart & Joe Bonamassa - Your Heart Is As Black As Night


Your eyes may be whole but the story I'm told is
Your heart is as black as night
Your lips may be sweet such that I can't compete
But your heart is as black as night

I don't know why you came along
At such a perfect time
But if I let you hang around
I'm bound to lose my mind

domenica 2 agosto 2015

Mannarino - L'amore nero


Ti ho dato il mio cuore un bel giorno
e non ha più fatto ritorno
in cambio mi hai dato erbe amare
ed io le ho volute mangiare

Dei miei occhi hai preso il bagliore
uno specchio per vederti migliore
in cambio mi hai dato il veleno
di un dolce di spine ripieno

E c'ho creduto come una preghiera
che un amore è una primavera
ho tremato di gelo e d'assenzio
nel mare nero del tuo silenzio

E sono andato dentro al deserto
che rivuole sempre tutto indietro
e sono un'illusione
le more sui rami del roveto

E sono andato dalla grande strozzina
che rivuole sempre tutto indietro
per una notte di vino
pagherò cento giorni d'aceto
per una notte di vino
pagherò cento giorni d'aceto

Ma ogni sera ho comprato una rosa
e l'ho sparsa 
sul marciapiede 
ed ogni petalo a terra

è diventato 
una mano che chiede
e ad ogni passo d'addio
un altra spina sotto al mio piede