venerdì 6 novembre 2015

Shopping e complimenti (sgraditi)


Stamani nonostante il raffreddore e la tosse odiosissimi come un bel po' di spilli dritti sul culo, mi sono ritrovata a girare in lungo e largo, nelle orecchie musica impostata a random, senza scalette predefinite, non ne avevo bisogno, ogni cosa mi sarebbe andata bene pur di escludermi dal brusio delle persone. Mi sono fermata a comprare un po' di intimo, con un cane per casa mi ritrovo puntualmente ad avere meno reggiseni e mutandine di quanti ne potrei avere se lui non ci fosse. Ho scelto con cura i modelli, manco dovessi fare da modella per Victoria Secret, ma oh tra i miei vizi da donna compare proprio l'intimo, quindi anche per uno slippino comodo per tutti i giorni ci impiego più di dieci minuti per scegliere quello che poi andrò ad acquistare. Il commesso mi osservava, non si è avvicinato e non ha rotto come fanno di solito, figuriamoci, in quel frangente non sono mai insicura. So cosa mi dona, so cosa è comodo e so già a priori cosa voglio. Al momento del pagare la merce mi fa:
Commesso: "Signorina si prepara per i momenti bui?"


La mia espressione palesava chiaramente un bel vaffanculo senza mezzi termini, ma ho preferito rispondere in maniera acida con la verità:
Io: "Ho un cane che ama l'intimo femminile, gli piace strapparlo"


Ok, ammetto che detta così, uno malizioso avrebbe potuto pensare chissà cosa, ma do per buono che la risposta arrivata poco dopo sia per una presa in considerazione della frase per quello che era:
Commesso: "Non lo sa che costano?"

Ho fatto spallucce, pagato e me ne sono andata. Per strada ho beccato uno senegalese che mi ha fermata proprio mentre stavo canticchiando a labbra strette un pezzo rock che mi stava risuonando nelle orecchie, ho tolto le cuffiette per capire che cosa volesse:
Senegalese: "Ciao, lo sai che sei proprio bella?"
Ho sospirato, uno di quei sospiri misti di rotture di palle, noia ed esasperazione con annesso sguardo che punta verso il cielo.
Io: "Ma dove? (voce da trans) sono tutta raffreddata e influenzata"
Senegalese: "Sì, tu. Sei di qui?"
Ho annuito a mi sono messa a vedere le borse che aveva sulla bancarellina, ne ho comprata una per mia sorella, giusto per non apparire la stronza di turno snob e poco affine al credere ai falsi complimenti atti solo all'abbordaggio per il puro gusto di rifilare merce. Finalmente a casa, ritorno a vedere i completini presi, il cane li osserva, lo ammonisco e mentalmente gli dico che deve essere qualcun altro a strapparmeli non lui. Prima o poi naturalmente, per ora evito di lasciare il cassetto della biancheria intima aperta, tanto per far risparmio, perché ogni volta è un salasso.

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