sabato 28 novembre 2015

Duecentosettanta notti e attendo ancora.

(Foto di mia proprietà - "Autoritratto")

Duecentosettanta giorni passati, dieci cicli lunari si sono verificati, ne mancano solo altri tre completi, altri ottantuno giorni. Penelope tesseva una tela, io scatto fotografie, le elaboro, le rielaboro, le riscatto, e cosi all'infinito. Ho preso sette chili dal Dicembre scorso, sette chili di cui sento tutto il peso e la fatica, sette chili che non volevo, ma che ho penato per ottenere, sette chili che mi sono pesati e mi pesano come un macigno fisso sullo stomaco. Perché sono ingrassata è presto detto:

1. Dovevo necessariamente farlo perché pesare trentotto chili non andava bene
2. Perché ho nutrito la (vana) speranza che il peso potesse modificare le sorti di quello che è accaduto dieci mesi fa. 

Dieci mesi, chi lo avrebbe detto che il tempo sarebbe passato cosi in fretta? Si ripetono gli eventi, questa volta senza la conclusione di un anno felice come l'anno passato. Quest'anno niente è andato per il verso giusto, quest'anno che tra due mesetti verrà a concludersi è stato colmo di lacrime, dolore. Un anno pesante sotto molti aspetti. Un anno di attesa e di speranze infrante. Per carità ci sono stati attimi (brevi) di lucidità mentale razionale e/o irrazionale, ma alla fin fine gli attimi restano sempre e solo attimi, brevi lassi di tempo che non riescono a cambiare la sorte degli eventi protratti per lungo termine. Cambiano le priorità, cambiano le amicizie e le abitudini, in quasi un anno ho fatto passi avanti, ho imparato a mettermi in discussione come fotografa, ho imparato ad accettare le critiche e ad accettare i complimenti anche se quegli scatti per me non sono "perfetti". E' un lavoro ancora in corso. Non è facile chiedere il parere di chi per te è più bravo, ma se non lo facessi non potrei andare oltre e non voglio fossilizzarmi, non ho una data di scadenza per questo, devo imparare a lasciare andare la parte emotiva e scattare un po' col raziocigno, continuare a studiare e non sentirmi inadatta se mi si presenta l'occasione di guadagnarci qualche euro con i miei lavori. Piano pianino ce la farò. Questo, probabilmente, è l'unico proposito per l'anno nuovo che ho già iniziato a mettere in atto concretamente, certo ho scucito un bel po' di soldi, ma sono soldi ben spesi, perché so che mi daranno l'opportunità di partecipare a delle mostre, di far vedere anche ad altri quello che i miei occhi vedono e immortalano per sempre. Attimi, ma attimi di quelli che durano tutta la vita.
Oggi mentre rientravo dall'allenamento ho sorriso per un ricordo, ho sorriso di cuore, senza pensarci, mi è sopraggiunta la domanda: "Chissà a chi manderà le foto della cena aziendale?"
Una domanda che sappiamo non dovrei pormi, eppure ho sorriso ricordando le foto ricevute, i messaggini con le descrizioni di pance piene e mente annebbiata dai fumi dell'alcool. Chissà se nevicherà quest'anno. Altre foto perderò se ciò dovesse accadere, ma non importa, vorrà dire che le scatterò io, andrò in giro a scattar foto se dovesse nevicare. Piagnucolo un po' adesso, ma vi giuro che stamani sorridevo a questi ricordi. Non facevano male, ma si sa la sera le barriere vengono meno, il dolore si rafforza e quei fiori che mi hanno portato mezzi appassiti e che mi servono per un progetto fotografico mi guardano troppo colorati e ancora troppo ritti per rappresentarmi, spero che nel weekend siano appassiti al punto giusto per divenire il mazzo nuziale di una Penelope in attesa. Perduta tra i pensieri come al solito le parole e i concetti si confondono ed ora c'è anche Slash con questa qui che non aiuta proprio per nulla:


She is watching, heart aching with sorrow
She is broken is broken, as she waits
Hoping when all is said and done we can learn to love and be as one

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