venerdì 16 ottobre 2015

Attesa e fatica illuminati da una luna virgolosa

«Scendere agli Inferi è facile:
la porta di Dite è aperta notte e giorno;
ma risalire i gradini e tornare a vedere il cielo,
qui l’opera, qui la vera fatica».
Virgilio, “Eneide”

Ho sempre amato leggere i classici, non sono per tutti, non tutti li comprendono, non tutti li apprezzano, eppure quei personaggi li non fanno altro che rappresentare vizi, virtù, emozioni, sentimenti metaforicamente (e non) umane. Basti pensare alla mia amata Penelope, lei rappresenta la donna, certo, ma anche la pazienza, l'attesa, l'amore. Basti pensare a Circe o alle sirene, cosi ammaliatrici, ma al contempo vane dinanzi a quella forza primordiale che spinge un uomo a contrastarle. E poi basti pensare a quell'inferno qui sopra citato, la facilità con la quale vi si accede e la difficoltà umana con la quale poi si deve fare il percorso inverso. Quant'è difficile e gravoso salire uno ad uno quei gradini, quanto è difficile non volgere lo sguardo indietro, quanto è difficile alzare lo sguardo verso il cielo, quei gradini appaiono infiniti. E si desidera una porzione, seppur minima di cielo, una stella, la luna in una delle sue forme. Come quella luna che ho contemplato a lungo questa sera, una virgoletto nel cielo infinito, coperta a lungo da nuvole, un piccolo bagliore, ma era lì, rassenerante, concreta, reale, mutevole ma al contempo immutabile. Ferma immobile in quel cielo cosi oscuro lei resiste. Riflesso luminoso e nulla di più, ma comunque splendidamente deliziosa. 
E' bello osservarla. E' bello restare li a fissarla, lasciare che la serenità ti riempia tutto, la certezza che il cielo è li, devi solo pazientare, devi solo stringere i denti e faticare nel risalire uno ad uno quei gradini. Non ti voltare più indietro. Quello che hai lasciato alle tue spalle non ti è mai appartenuto o non ti appartiene più. Lascialo andare. Scrollati di dosso il dolore. Alza lo sguardo verso la luna. La soglia delle tredici lune si sta avvicinando, avrò frainteso, avrò voluto leggere quello di cui avevo bisogno. Non ne son servite cosi tanto se la cadenza pare essere trimestrale. Ulisse è andato e Penelope, la Penelope dei giorni nostri ha smesso di aspettare invano, eppure... Segue ancora la Luna mese dopo mese. In attesa.

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