sabato 17 ottobre 2015

Viaggio rimandato e occhi ancora ciechi

Adesso avrei dovuto essere in viaggio, su un treno o un aereo, il mezzo non era più poi troppo importante, uno valeva l'altro per raggiungere quella meta che mi ero imposta. Eppure il viaggio è stato nuovamente rimandato. Il lavoro viene prima del mio bisogno di riprendermi del tutto, del mio bisogno di scrollarmi di dosso quel macigno sotto forma di velo nuziale che mi trascino da mesi. Ho bisogno di mettere le distanze per un paio di giorni da tutto, cellulare spento, computer abbandonato a casa, solo io, uno zaino e la macchina fotografica. Perdermi tra le braccia di vecchie amicizie e rivederne di nuove. Ho bisogno di staccare la spina, ma per ora devo solo stringere i denti e sopportare altre settimane infernali prima di poter scappare via, fingere che tutto vada bene, che quel fuggire possa essermi realmente di aiuto, ma so bene che non mi aiuterà poi molto. Ennesimo palliativo per far stare quieti i demoni almeno un paio di giorni. Controllo quotidianamente gli orari dei treni e degli aerei, organizzo nei minimi dettagli la fuga, accetto proposte di viaggiare in moto o in auto, come ho detto prima il mezzo è irrilevante, la meta... La meta è uno di quei posti che conosco, che non avrei messo nella lista dei posti da rivedere quanto prima, ma che d'un tratto è divenuto rilevante. Importante tanto quanto il mio incapponirmi affinché il viaggio abbia luogo. Trovare una sistemazione per un paio di notti non mi è difficile, ovunque vado un letto che mi aspetta lo trovo, avrei preferito non averlo per certi versi. Lasciare lo sguardo vagare nel vuoto interno, ma è giusto che qualcuno provi a salvarmi lì dove io stessa ho gettato da tempo la spugna. Un po' come l'aver smesso di scrivere realmente, un po' come quella censura auto procuratemi, perché tanto le parole oramai sono solo parole, prive di significato, prive di impronte, di emozioni, prive di senso. Disfattista. Pessimista. Vuota. Non servirà a nulla nemmeno il viaggio, ma chi lo sa, magari mi ricrederò. Ci si stanca, ammettiamolo, ad un certo punto apri gli occhi e i miei occhi hanno bisogno di vedere di nuovo.

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