lunedì 20 luglio 2015

Lettera n°69


E' solo una foto che non dirà niente a nessuno, ma se l'ho scattata è perché mi ha colpito non solo la composizione tra portone, portoncino, balcone, scale e finestre varie, ciò che mi ha colpito è un benedetto numero che, puntualmente, mi riporta a pensarti. Probabilmente a te quel numero non dirà proprio nulla, ha significato solo ed esclusivamente a me, sono io, infatti che lo associo a te. Ma anche il luogo in cui ho scattato questa foto mi ricorda di te, mi ricorda il nostro primo appuntamento o quel che era, un semplice incontro sfociato in ore di baci sotto casa mia e colmo di una emozione che pensavo fosse trascinante ed evolutiva, ma che in realtà ha avuto inizio e fine lì, in quel frangente iniziale. A chi non piacciono gli inizi? Nessuno li detesta, sono quello che rendono una relazione, qualunque sia la natura di essa, un qualcosa di importante o meno. Il giorno in cui l'ho scattata ho dato per scontato che andare lì non avrebbe sortito alcun effetto nella memoria a differenza di quella panchina che non riesco ancora ad andare a fotografare, lì c'era qualcosa di concreto, la voglia di stare assieme, di condividere del tempo assieme fotografando a casaccio e parlando e ridendo. Eppure quel posto che ricordo con vento fortissimo, salsedine e due gatti pronti a combattere per il territorio e noi due, spettatori silenziosi in attesa di comprendere chi dei due lottatori avrebbe vinto, era uguale, ma al contempo differente. Non c'era un alito di vento, il mare era calmo come una tavola sulla quale si può cenare o pranzare tranquillamente, le strade piene di turisti e persone con macchine fotografiche attaccate al collo. Bambini allegri o addormentati. Giovani coppie innamorate e coppie datate. Diverso il contesto, diversa la compagnia. La fontana piena di persone, la piazza colma di bancarelle, nessuna sciarpa avvolta intorno ad un collo che non conosce. Mi si riempiono gli occhi se ci penso, ma sorrido anche, dualismi anche nelle emozioni che il ricordo di quella serata mi provoca dentro. Tranquillo, poi passa. Prima o poi non piangerò più, prima o poi mi lascerò andare con qualcun altro che sia disposto a darmi del tempo e ad amarmi come secondo te merito, a me le tue briciole, tutto sommato, bastavano. Mi rendevano felice, ma per te non era lo stesso. Ora lo so. Sono solo ricordi di ciò che è stato. Parto mentale personale di un qualcosa mai esistito realmente.

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