martedì 9 giugno 2015

Continuerei a perdere tutto

«Eppure, se avessi potuto ricominciare da capo, ero sicuro che avrei rifatto le stesse identiche cose. Perché quello ero io: quella vita in cui continuavo a perdere tutto».
Haruki Murakami

Già, se esistesse una macchina del tempo e mi fosse data la possibilità di mutare qualcosa, dubito fortemente che cambierei l'evolversi del tempo. Qualunque cosa io abbia detto, fatto o pensato fa parte di me. E' un pezzo di me, sempre e comunque. Sfaccettature di mille colori e intensità che, comunque, compongono un puzzle che porta il mio nome. Con molta probabilità vivrei tutto ancora e ancora una volta così com'è giusto che vadano le cose, perché in quel momento era quello che sentivo, pensavo o volevo dire. Non muterei assolutamente nulla, nemmeno quel dolore che doso in piccole parti nella malsana speranza che possa affievolirsi e fare meno male se dovessi lasciarlo entrare totalmente in tutta la sua furia. Nel mio non sapere so molte cose: so che dovrei scrivere, so che dovrei aprirmi totalmente, so che non dovrei isolarmi come sto facendo, so che dovrei smetterla di chiudermi in me stessa, so che dovrei mettere da parte il dolore e l'amore e andare avanti, so che dovrei odiare o amare ancora di più. So che non voglio, tra il dovere e il volere il secondo vince. Io non voglio. Non voglio modificare nulla, non voglio rimproverarmi di nulla, non voglio trovare scuse, non voglio più censurarmi, non voglio più lasciare che il nulla e il vuoto prevalgano, non voglio più queste lacrime che mi bagnano il viso, non voglio più sfiancarmi per sopperire o riempire ciò che non si riempie. Non voglio più mangiare perché non ha più senso farlo, non voglio più vivere come sto vivendo, se questo si può definire vivere. Non voglio più amarti e odiarti e stare male, non voglio più giustificarti e non voglio più dire "Va bene, è giusto che sia cosi". No! Non è giusto proprio per nulla. Fa schifo! La verità è che è tutto uno schifo. Io, tu e quello che è stato. L'idea che hai di me e l'idea che ho di te fa schifo. Il dolore fa schifo. Questi chili che non volevo fanno schifo come facevano schifo le ossa in bella vista. Fa schifo la schiena curata e allenata perché non è quella schiena dipinta, fa schifo il ventre vuoto e fanno schifo le bugie. Fa schifo vederti e faccio schifo io a starci male. Fa tutto schifo, ma non cambierei nulla se potessi, perché è cosi che deve e doveva andare, qualunque cosa potrei mutare, la fine sarebbe sempre e solo la stessa: da schifo.

Nessun commento:

Posta un commento