venerdì 19 giugno 2015

Piccole gocce di essenza invisibile perdute

«Dalla stessa apertura da cui entra l’amore, s’intrufola la paura. Quel che ti voglio dire è che se sarai in grado di amare molto, soffrirai anche molto».
Isabel Allende, “Il quaderno di Maya”


E mi rendo conto che è vero, una volta che apri quella famosa porta, che ti apri totalmente con qualcuno, non l'amore sopraggiunge anche la paura e la paura è un'infame puttana di prim'ordine, se ne sbatte altamente se in quel momento sei felice, vuole alimentarsi di lacrime, ansie e dolore. Si sbaglia e si creano incomprensioni che sembrano voragini insormontabili. Un accumularsi di queste voragini, di queste crepe porta necessariamente ad allontanarsi (non che sia solo quella la causa, ma una buona percentuale di colpa ce l'ha anche la paura e le conseguenze che crea). Ti ritrovi, quindi, a dover chiudere quella porta nella speranza che la paura se ne sa andata, ma quella stronza non se ne va mai e torni ad essere per altri un libro aperto nella tua difensiva chiusura e ti perdi la semplicità del lasciarsi andare senza pensieri, perché i pensieri che ti crea la paura, intanto, ti martellano costantemente le tempie. Le frasi che si formano in testa sono tra le più svariate. Glissi le domande troppo personali, eviti le risposte domandando a tua volta o zittisci in qualunque modo chi hai dinanzi per non portarti ad esporti più di quel che per te è dovuto. In questo momento, in questo attimo di totale chiusura mi sto ammazzando. sto letteralmente impazzendo e mi sto perdendo il nulla che qualcosa di buono o decente potrebbe darmi, seppur in piccole gocce di essenza invisibile.

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