mercoledì 19 novembre 2014

Lettera n°2

Chissà se in questo momento mi starai leggendo, se starai leggendo il  mare di parole che sino ad oggi ti ho scritto oppure starai rimandando il momento o semplicemente hai riposto altrove quel contenitore di parole in attesa di un momento più opportuno, un momento in cui sarai pronto mentalmente per affrontare quel mix di emozioni che mi hanno travolta volta per volta. Sorriderai, aggrotterai la fronte, ti incazzerai, piangerai probabilmente, oppure ti sentirai semplicemente abbracciato dalle parole che ti ho donato, oppure no, non lo so e non potrò saperlo se non sarai tu a dirmelo. E intanto ti scrivo ancora, niente più penne e fogli, un blog di dominio pubblico, parole meno istintive, emozioni un po' più trattenute, ma anche qui, seppur in minima parte ci sono io, sempre e solo io. Mi manchi, ma tranquillo non mi illudo nonostante quelle parole che avrei dovuto dimenticare, ma come posso dimenticare quelle parole? Come può una come me, che ama follemente le parole, che da a loro un peso vitale, cancellare quello che mi è parso un atto liberatorio? Una sorta di sfogo in cui eri tu, solo tu. Ti ho ascoltato semi silente, ho cercato di non interrompere quel fiume di parole, per quanto ad un certo punto non ce l'ho fatta a trattenermi, ma l'ho fatto su altro. Sbuffavo, sorridevo o aggrottavo la fronte, ma non potevi vedermi, eppure so che mi hai sentita, tra le tue braccia, col viso attaccato all'incavo tra il mento e il collo, so che hai percepito ogni singola emozione che quelle parole (che non dimenticherò mai sia chiaro) mi hanno scaturito. Sorrido e trattengo ancora una volta le lacrime non come ieri quando non ce l'ho fatta e sono scoppiata a piangere pur non volendolo, non ce l'ho fatta, ne avevo bisogno, avevo bisogno che le speranze fluissero via con quelle lacrime salate. Quei singulti che mi han squassato il petto e che hai sentito abbracciandomi erano solo dolore. Il dolore della perdita, il dolore della consapevolezza. Avrei dovuto stringerti più forte, baciarti di più e dormire con te. Avrei dovuto cogliere ogni respiro, ogni sillaba e ogni umore, ma la lotta interna mi ha portato a limitare il tutto, a limitare il danno che sarebbe nato dopo. Mi manchi, ti penso e una parte di me sente che mi pensi anche tu. Le nostre anime si stanno abbracciando. Io ti sto stringendo nella mente. Ti accarezzo il viso e contemplo quello smalto nero che contrasta notevolmente sulle mie dita, le stesse che sfiorano le tue gote un po' ispide e pungenti. Sei bello. Bello come su quel divano. Disarmato come quando ti sei aperto, ma a differenza mia tu sai presto a chiuderti. Ci sei dentro di me, ma sei lontano, sei al di là della tua porta, la stessa che vedo chiusa e irraggiungibile. Ti aspetterò sempre, nonostante tutto non cambia l'idea che ho di noi. Eravamo destinati, le nostre diversità si compensano e si completano. Ma anche se non tornerai va bene lo stesso. Il mio amore per te muterà col tempo, ma sarà sempre e solo amore.

Tua... Solo tua!

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