venerdì 21 novembre 2014

Lettera n°6

Cribbio, scrivere qui per te mi risulta difficile, non posso essere totalmente me stessa, si va a perdere quella riservatezza creata da quegli attimi che dedicavo a te e me, senza per questo avere occhi estranei pronti a leggere o giudicare, non che il blog sia seguitissimo, non ho mai diffuso volontariamente questo link, in fin dei conti è il mio personale "vomitatoio", quindi non ho mai sentito la necessità di diffondere qualcosa che, paradossalmente, dovrebbe essere, in parte, privato. E lo so che è pubblico e chiunque potrebbe raggiungerlo, ma il nome del blog ha un refuso volontario, se non cerchi nello specifico quello non so quanto possa comparirti, anche se, chi ha la mia email potrebbe risalirci arghhhhh. Ma perché diavolo mi sto facendo tutte queste paranoie? Lo so potrei scriverti una e-mail, o iniziare un nuovo raccoglitore di pensieri, ma a che servirebbe? Certo mi hai sempre detto che ti piace leggermi, ma alla fine gli argomenti sono sempre quelli, le parole possono mutare, ma la sostanza non cambia poi molto. E se poi inizio un nuovo quadernetto e non lo porto a termine perché mi sono disinnamorata o tu (scenario apocalittico) sei sparito? No, no non ci voglio pensare, preferisco censurarmi quel tanto che basta per non esternare il mio io nella sua totalità (tanto oramai mi conosci meglio di chiunque altro presente nella mia vita) e lascio a te la lettura tra le righe di quello che ho celato. 
Vorrei vederti (oh che novità!), ma mi rendo conto che probabilmente non sarebbe giusto. Ti devo lasciare stare, lasciare che sia tu a volere la mia compagnia, un po' come le telefonate o i contatti in genere. La mia presenza era troppa, inoltre non ho voglia di illudermi nuovamente. Se tornerai ci sarò oppure no, non lo sapremo, se non tornerai, ti aspetterò comunque, lo sai. Capirai prima o poi o forse no. Non lo so. Dubbiosa. Sono solo estremamente dubbiosa. L'unica cosa ancora certa è solo quello che io provo per te. Non hai idea di quanto vorrei che quel maledetto processo accelerasse tanto quanto abbiamo accelerato noi nella nostra cosa senza nome ed etichetta. Sei andato a vedere la nuova montatura? Non sono affari miei lo so, ma non ci posso fare nulla se sono curiosa. Comunque siamo due vecchi e mi hai trasmesso il tuo doloretto da colpo d'aria e postura errata. Stamani mi sono svegliata con lo stesso dolore. Connessi nel nostro essere totalmente sconnessi.

Tua

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