venerdì 12 dicembre 2014

Lettera n°24

Le sue labbra erano sulle mie.
Mi teneva stretta, come se avesse paura che potessi scappare via da un momento all’altro.

Mi teneva come nessuno aveva mai fatto.
Mi toccava come se fossi veramente l’unica, l’unica che davvero valesse.
I suoi abbracci.
Le sue mani sulla mia pelle.
I suoi baci.
I suoi morsi.
I suoi modi.
E’ proprio lui.
Lui non è la colazione, non è i libri romantici, non è la musica bella, lui è molto di più.
E lui adesso è mio, solamente mio.
E. De Caro

Penso che le persone non ci appartengano, possiamo scegliere e sentire di appartenere noi stessi a qualcuno che non sia se stessi, ma l'opposto non penso sia giusto sentirlo. Tu non sei mio, non lo sarai mai, sarai sempre tuo e di nessun altro. Io mi sento tua, mi sento perfettamente incastrata tra le tue braccia, un po' come quel pezzettino di puzzle che ti rigiri tra le mani e non riesci a capire dov'è che vada messo. Dalle tonalità simili ad altre, ma se noti bene le sfumature di colore non sono uguali ad altre, ogni pezzo è unico, ecco io sono quel pezzettino di puzzle e il mio incastro l'ho trovato in te, per questo affermo e mi firmo con un "tua", perché mi sento di dire con assoluta certezza di essere non più solamente mia, ma anche tua, di appartenerti cosi come tu stesso appartieni a te. E non so cosa ne sarà di te e di me, non mi interessa saperlo, non mi interessa fantasticare con la mente e proiettarci nel futuro (cazzate lo faccio, ma come ben sai caccio via l'idea per evitarmi illusioni o false speranze, ma i pensieri futuri, le immagini o le fantasie ci sono eccome, ma tranquillo non è mia intenzione opprimerti con queste cose), ma so che una parte di me sarà sempre tua, lo posso affermare con certezza perché ho riconosciuto in te quell'incastro di cui consapevolmente e inconsapevolmente stavo cercando. Tu sei quello che, pur non rispecchiando i canoni estetici del mio "tipo" ideale hai passato a pieni voti tutto il resto dell'esame. E cos'è l'estetica se sai che poi si finisce tutti per avvizzire e divenire un ricordo perenne sotto forma di ruga? Sono belle le rughette, ne hai una sulla fronte che ti viene fuori quando pensi, è un solco un po' profondo è li, quasi centrale, verticale come un mini righello irregolare, più profonda appare, più la mente sta elaborando pensieri, se è leggera vuol dire che il pensiero è blando, se manca non pensi realmente a nulla. Sono belle le rughette di espressione, ci forniscono più informazioni di quanto le parole possano fare, basta semplicemente saperle individuare e leggerle, ma per leggerle ci vuole un minimo di conoscenza, un minimo di vita condivisa. 
Vorrei averti qui, tenerti stretto come ieri notte, accarezzarti il viso e sentire il tuo respiro farsi pesante, vederti addormentato e rilassato, reale e completamente disarmato.

Tua (pezzo di puzzle incastrato tra le tue braccia)

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