lunedì 15 dicembre 2014

Lettera n°26

Ascolto "I don't want to change you" di Damien Rice, annuisco con la testa e mi dico che non ti vorrei cambiare cosi come mi auguro che tu non voglia cambiarmi, un augurio che posso dire con certezza essere reale, me lo hai detto tu stesso qualche giorno fa che non vuoi che io cambi, perché non sarei più io, ma mi rendo conto che dopo ieri sono tornata a non essere nuovamente me stessa al 100%, per quanto tu possa dirmi che quel tuo malumore e la tua tristezza non siano dipese da me, le coincidenze sono sin troppo evidenti e palesi, i segnali sono chiari e per quanto mi stia forzando di pensare positivo, mi conosci, devo tenere conto anche del mio io più negativo, se non lo facessi non sarei io, sarei chi non sono mai stata, sarei qualcuno che probabilmente non ti piacerebbe o probabilmente sì, nonostante tutto ciò, nonostante non sappia se stasera staremo assieme, come personalmente vorrei, devo tenere conto anche dell'eventuale rifiuto da parte tua, perché in fin dei conti in questa relazione ci sono io, ma ci sei anche tu, e devo necessariamente tenere conto anche del tuo volere per quanto possa scontrarsi con il mio. Se tu mi sei venuto incontro assecondando il mio bisogno di chiarirci (o come diresti tu: discutere) ieri, io devo assecondare il tuo volere se non mi vorrai vedere, un po' come ieri. Ti ho assecondato pur desiderando stringerti, ti ho assecondato anche quando volevo sentire la tua voce per capire come tu potessi stare e non hai voluto, ho compreso da sola che ti fossi addormentato quando non ho ricevuto alcuna risposta immediata ma alle quattro di notte (mannaggia a te che non dormi tranquillo e filato tutta la notte). Devo venirti incontro quindi se anche stasera preferirai restare da solo o scegliere la compagnia dei tuoi amici. Non devo prendermela perché è cosi che vanno avanti le relazioni: piccoli compromessi, un andare incontro l'uno verso l'altro e viceversa senza che uno dei due vada a sopraffare l'altro. Mi dispiacerebbe non vederti, non sentirti, soprattutto se considero che a breve saremo necessariamente separati a causa di queste festività che poco gradiamo entrambi, ma va bene cosi. Lo comprendo e lo accetto, nella speranza che non sia un ritornare di diecimila passi indietro, un ritornare a quel giorno odioso per la mia memoria, ma come vedi non ti sto stressando poi troppo, niente mail, messaggini su whatsapp blandi e leggeri, evito pure di chiederti come stai per timore possa scaturire chissà quale meccanismo in te, e sia chiaro, vorrei sapere come stai, se stai bene, se sei ancora in modalità down come ieri, ma sostengo che debba essere tu a dirmelo, di tua iniziativa, cosi come di tua iniziativa ad ora devi essere tu a dirmi se vuoi vedermi o meno stasera o se preferisci di no. Torno ad aspettare senza reali aspettative, tranquillo non sto male, per quanto possa essere brutto da sentire: ci sono abituata, ci sono già passata in questo momento di caos, silenzio, distacco, freddezza, chiusura, non condivisione; cosi come tu sai già come la penso al riguardo, sai che per me coppia significa anche condividere questi momenti, ma rispetto il tuo modo di essere e mi faccio andare bene tutto. Non è colpa mia se amo di te tutto: cose belle e cose brutte che ti definiscono. Già ti amo, nonostante tutto, nonostante il nostro essere diametralmente diversi. Ti amo come non ho mai amato. Mi hai fottuto la mente, ma anche questo lo sai benissimo.

Tua

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