domenica 5 aprile 2015

Lettera n°57

Mi piace credere che a volte mi pensi
come capita a me,
che a tratti ti manco e
che se non ci sei è solo
perché non puoi. 
Che ti appartiene
lo stesso desiderio,
che il tempo che ci divide
a volte è un tormento
a volte nostalgia,
un dipinto fatto di noi.
Che la notte a volte ti manco,
che appartengo ad un sogno,
che se nulla avviene
è solo perché non puoi.
Mi piace credere
che un giorno ti rivedrò
guardandoti negli occhi,
trovando un po’ di me.
Che comprenderai
il posto che occupi
e l’immenso che sei.
Mi piacere credere
che un giorno
mi vedrai veramente
per quella che sono
con difetti e pregi.
E con la voglia di abbracciarmi
mi stringerai a te guardandomi
con gli occhi e con l’anima
di chi un po’ mi ama.
Silvana Stremiz


Inutile aggiungere altro, chi vuole legga e chi sa leggere comprenda. Che tu possa leggere o meno sai che ogni parola di adesso è dedicata a te, ancora a te che non fai più parte di me, o meglio di cui io non faccio più parte, perché tu di me, nonostante tutto ne fai ancora parte, ci sei e resti li ancorato e ti abbraccio e stringo incapace di lasciarti andare, scivolare via da dove ti ho riposto. Ti auguro una serena Pasqua nonostante il maltempo, ma so che la tua famiglia ti sarà attorno, giocherai coi nipotini, riposerai, leggerai, giocherai a scopa con tuo padre e vedrai i tuoi amici. Vivrai com'è giusto che sia. Sii felice. 
Un treno è appesa passato ne ho udito il fischio e ho sorriso. 
Ancora (e lo farò sempre) associo e assocerò i treni a te. Mi manchi.

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