lunedì 27 aprile 2015

Stabilità nell'oscuro nulla

Il periodo che sto vivendo è un casino assurdo. Dolori di varia natura vanno a scontrarsi. Conoscenze interessanti vengono accantonate, estinte come fuocherelli di campo atti solo a preparare un cibo precotto per poi essere insabbiato e nascosto, nessuna traccia. Assenza di emozioni differenti. Mi accendo e mi spengo in un battito di ciglia, sorrido e poi mi rabbuio. Non è lunaticità, non avrebbe senso. Rassegnazione nemmeno. Menefreghismo forse un po', almeno per determinate cose. Stanchezza, quella in abbondanza. Fame ma pigrizia. Freddo e caldo. Dualismi in parte. Consapevolezza. Conoscenza o semplice bisogno di accantonare in una rimozione forzata quello che mi distrugge. Condizioni instabile. La falce è irta sul capo coperto, nero come la pece. Vuoti a non finire. Assenze dimenticate (ci si prova a fingere che sia cosi, ci si costringe a farlo per respirare). Silenzio. Parole perdute. Emozioni abbandonate. Armi abbandonate sul selciato. Mi immergo nella vita senza strafare, la complico, me la brucio costantemente, me ne frego. Ricreo la scorza e le mura spinate. Isso macigno su macigno senza fretta. Mi incattivisco. Ne approfitto. Vomito benessere inesistente. Rido falsamente. Moine e belletti. Trucchi e maschere. Va tutto bene. Sì, va tutto bene in questa stabilità nell'oscuro nulla.

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