giovedì 21 maggio 2015

Pensiero diavoletto e molesto

«È strano. Se un pensiero ti domina, lo trovi espresso dappertutto, ne senti perfino l’odore nel vento, nella vernice, nel profumo della primavera, no?».
Thomas Mann, “Tonio Kröger”

Nel mio caso è un numero, il 16, un profumo che stavo dimenticando, ma che ho trovato per caso in un negozietto e ho acquistato con la consapevolezza che non lo avrei mai usato, ma solo annusato, un po' come chi ha smesso di fumare e di tanto in tanto si ritrova una sigaretta spenta in mano e annusa l'odore del tabacco rollato. Nel mio caso è una lettera che trovo espressa in molti modi e un nome che costantemente il correttore del mio cellulare mi riporta in prima posizione appena digito quella lettera come iniziale. Nel mio caso e nell'odore della pioggia e nello stesso suo scorrere rumorosa e lenta sui vetri della mia stanza. Un pensiero lo trovi ovunque, anche quando cerchi di distrarti vedendo un film o una serie tv ed ecco che la conformazione di un viso o un pizzetto scuro ti balena prima di tutto e il pensiero torna costante come il ticchettio delle lancette di un orologio o del cuore pulsante di un corpo nascosto sotto il pavimento. E' solo un pensiero, te lo ripeti. Lo allontani quel tanto che basta per procedere lungo la strada, per andare avanti senza voltarti più indietro, ma quel pensiero resta lì in agguato. Torna di tanto in tanto a ricordarti che un cadavere sepolto sotto il pavimento di casa non ti porterà mai a dire "Non è mai esistito!". Lo stai solo nascondendo. Lo stai accantonando nella speranza che passi da solo. Non ci pensi pur pensando, ma resta li. Quel pensiero è un demonietto dispettoso in attesa che tu, finalmente, faccia i conti con te stessa. Lo ignori. Ancora una volta lo ignori e vai avanti.

Nessun commento:

Posta un commento