sabato 9 maggio 2015

Simone de Beauvoir & Orfeo ed Euridice

«Perché ci s’innamora?
Nulla di più complesso.
Perché è inverno, perché è estate, 
per eccesso di lavoro o per troppo tempo libero, 
per forza per bisogno di sicurezza, 
per amore del pericolo, 
per disperazione, per speranza.
Perché qualcuno non ti ama.
Perché qualcuno ti ama».
Simone de Beauvoir

Io non lo so perché ci si innamora, ma so che al momento penso (di nuovo) che faccia schifo amare, soprattutto se ami chi non ti ama, ma per fortuna il tempo allevia un po' lo schifo e il dolore o sarebbe meglio che col tempo si impara ad accantonare il dolore e l'amore, relegarlo in un angolino con un cappello da somaro in testa, in punizione. Non c'è altra alternativa se non quello di fingere che quell'asino non ci sia, ci si racconta che va bene, che ce la stiamo facendo, che stiamo andando avanti, che stiamo vivendo senza più aspettarci nulla, senza più aggrapparsi inutilmente a false e vane speranze. L'intercessione di terzi può essere un bene o un male. Tutto parte dalla mente, se questa ti accompagna nella razionalizzazione degli eventi e delle intromissioni va tutto bene, se non ti accompagna si rischia di ricadere in un baratro oscuro, ma nonostante questo si continua a vivere in sospeso. Ancora persiste una speranza, diversa da quella accantonata, una speranza che ti porti al di là del baratro che ti faccia posare i piedi sul terreno e non più su quella corda tesa come un equilibrista priva di ombrello per darsi il giusto equilibrio. Ci si riempie di vuote presenze, di vuote attenzioni, di vuote emozioni. Si sorride senza luce. Si lanciano sguardi per testare il proprio ego e risvegliare l'autostima un po' sopita. Ci si mette in gioco senza essere veramente in gioco. Risulta sicuramente un gioco perverso, a tratti masochista, ma mai sadico come chi ritorna negli Inferi per trarti in salvo come Orfeo il quale provò a trarre in salvo il suo grande amore: Euridice, senza però riuscirci, anzi dovette lasciarla negli Inferi e morì ucciso dalle Menadi. Ma restiamo sul ritorno negli Inferi ma sadicamente si volta e questo porta chi ha atteso quell'arrivo, con mal celata rassegnazione, a restare, ancora una volta, intrappolata in quell'oscurità dalla quale con falsa stabilità instabile stava provando a convivere.

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