giovedì 10 gennaio 2008

Sheol (Tristezza) 2

Rimase lì su quell'enorme letto sola, né la fame, la sete o un qualunque bisogno fisiologico la portò ad alzare le membra ormai rilassate e prive di qualunque sorta di tic nervoso.

Una bambola di pezza abbandonata su un dondolo di paglia l'osservava con lo sguardo corvino e i boccoli che dolcemente le ricoprivano la fronte... Una mano si allunga per accarezzarla, ma questa cade riversa a faccia in su sul freddo pavimento.

Nuda permane su quello sfondo nero... Lacrime calde ancora una volta scendono nefaste dai grandi occhi dalla forma cosi particolare e difficile da descrivere se non con il semplice aggettivo: stupendi...

Acquisendo forma fetale singhiozza e maledice Dio per averla fatta a sua immagine e somiglianza anche là dove peccato l'ha colta, e l'accusatore questa volta non c'entra nulla, l'accusatore è solo l'angelo più intelligente e bello che è andato contro il progetto di chi tutto sovrasta... Lei anima in pena nulla può fare contro l'accusatore se non rispettarlo come tale e incolpare quel Dio bastardo che l'ha resa fragile dinanzi alla sofferenza che le stringe il piccolo cuore, lo stesso che vorrebbe strapparsi con le unghie laccate di nero e darlo in pasto a un cane feroce... Lo stesso che tamburella veloce e che ancora le ricorda di essere viva.

Fulmineo gesto ne scaturisce a quella rivelazione… Vita non è mai stata oltremodo odiata. Corpo nudo dapprima steso trova la forza per tirarsi su. Un tagliacarte piccolo e lucente brilla sulla scrivania… Gambe incedono e mani si protendono verso esso.

Un colpo secco ai polsi, forza viene meno e membra vengono posate con dolcezza su quel drappo nero… Un lieve sorriso bagnato dalle lacrime che ancora scorrono sulle gote. E un ultimo singulto “Perdonami” prima che la dolce spossatezza della morte spenga per sempre luce irradiante di una vita ormai priva di significato.


Fine.


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