mercoledì 18 marzo 2015

Influenza?

Detesto essere malaticcia, mi sento debole e fragile, ed è una condizione poco incline a come invece vorrei essere, soprattutto in questo periodo in cui mi pare di essere nuovamente precipitata  a fondo in quei buio e vuoto creato da quel barlume di luce che per un breve lasso di tempo mi aveva irradiata di felicità. E' strano quanto stia faticando adesso, che sono passati ben quarantanove giorni da quando quella luce è sparita, nel trattenermi dal cercarla, vederla, implorarla, ma a che cosa servirebbe? Come potrebbe reagire? Infastidita? Incredula? Scocciata? Felice? Non ne ho idea e penso che in questo caso sia meglio, per me, restare nel dubbio, nella non conoscenza di cosa o quale potrebbe essere la reazione se dovessi impazzire e cercarne una presenza che non vuole essere più presente nella mia vita. Mi dico che devo essere forte, desistere non solo per me quanto anche per la felicità altrui, io la felicità l'ho perduta, ma probabilmente dall'altra parte è stata riconquistata, ennesima cosa di cui dovrò restare all'oscuro. Oscurità. Amica e nemica come quell'amore che pesa ancora tanto, che vorrebbe essere donato ancora e ancora verso chi lo ha risvegliato. Andare avanti, smetterla di tremare. Andare avanti e smetterla di pensare. Andare avanti fingendo, solo fingendo che tutto vada bene, ma in realtà nulla va bene. Incapacità di relazionarsi. Mancata volontà di conoscere chicchesia. Stanchezza nel dover ripetere ad oltranza che sono già innamorata e impegnata emotivamente. Sono single, ma non mi ci sento minimamente. Dovrei vivermi, dare la possibilità a qualcuno di amarmi come chi amo non è, purtroppo, riuscito a fare, ma non ci riesco, preferisco chiudermi, smettere di sorridere, smettere di scrivere, smettere di uscire, smettere di fare qualunque cosa, continuare non ha più alcun senso. Sono semplicemente destinata a restare sola in attesa di un miracolo che non si realizzerà mai. Se esiste un Dio mi deve odiare particolarmente. Spero per lui di volermi al suo cospetto il più tardi possibile, perché ne uscirebbe nero per tutto quello che avrei da dirgli. Non torna chi non vuole esserci. Non torna chi è solo parole e privo di fatti che ne attestino la veridicità. Non torna chi non ama. Lui va avanti e io resto impantanata in un mare di merda oscura che come sabbie mobili mi sta attirando verso il fondo. Nessuna via d'uscita. Sarà l'influenza. Raccontiamoci quest'ennesima puttanata per sopportare un'altra giornata.

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