martedì 10 marzo 2015

Luna

(foto mia)

Federico Garcia Lorca - Potessero le mie mani sfogliare la luna
Pronunzio il tuo nome
nelle notti scure,
quando sorgono gli astri
per bere dalla luna
e dormono le frasche
delle macchie occulte.
E mi sento vuoto
di musica e passione.
Orologio pazzo che suona
antiche ore morte.
Pronunzio il tuo nome
in questa notte scura,
e il tuo nome risuona
più lontano che mai.
Più lontano di tutte le stelle
e più dolente della dolce pioggia.
t'amerò come allora
qualche volta? Che colpa
ha mai questo mio cuore?
Se la nebbia svanisce,
quale nuova passione mi attende?
Sarà tranquilla e pura?
Potessero le mie mani
sfogliare la luna!

La luna di questa notte l'ho voluta immortalare assieme a tanti altri scatti in cui i pensieri hanno lasciato lo spazio alla creatività e alla professionalità del momento. Non potevo discostarmi da quello che avevo dinanzi, il mio obiettivo era fermare l'attimo altrui e non il ricordare un passato che sarebbe meglio accantonare definitivamente. Ma lei era lì, incompleta e sola in quel cielo senza stelle visibili ad occhio nudo. Le luci del campo non ne hanno offuscato la bellezza, è rimasta li a fissarmi su quel tappeto verde sintetico. Un cavalletto e una macchina fotografica. Un attimo e mi ha totalmente catturata e soggiogata. Un attimo e mi sono persa nell'esprimerle un desiderio irrealizzabile. Un desiderio malsano. Un desiderio che non ha più senso di esistere. Un desiderio che sarebbe meglio non aver espresso. Manchi, ancora manchi come quella porzione di luna invisibile questa notte.

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