martedì 24 marzo 2015

Lettera n°55

Non dovrei scriverti, me ne rendo conto, ma non riesco a farne a meno. Non sto bene e come al solito non so con chi parlarne. Ad essere sincera lo so, so chi mi viene in mente ancora oggi quando voglio sfogarmi, quando voglio un aiuto: tu. Tu che nonostante tutto non fai più parte della mia vita, tu che ne sei totalmente disinteressato. Tu che non ci sei eppure continui ad esserci con costanza e testardaggine. Lo so che non te ne importa nulla di me, di come sto, della mia vita. So anche che probabilmente dovrei scriverti direttamente, ma sono anche una fottuta codarda. Non  voglio pietà da te, non voglio nulla che le si avvicini. Se hai deciso di non esserci è perché a te di me non importa più nulla. Lo so e devo semplicemente convincermene, smetterla di far riferimento su di un fantasma che praticamente è come se non fosse mai esistito. Qualcuno che c'è stato per chissà quali assurdi motivi e che da un giorno all'altro ha pensato bene che anche senza di me poteva continuare a vivere bene. Per me non è lo stesso. Mi sono aggrappata a te ogni volta che in questi mesi ci sono state delle difficoltà. Mi sei stato vicino e ora, ora che vorrei avere un abbraccio e un conforto mi ritrovo completamente sola. Mia nonna non sta bene ed io ho paura. Paura di perdere anche lei. Paura di rimanere senza quel collante che mantiene unita la famiglia. Paura di non vederne più il sorriso come ho smesso di vedere il tuo. Paura che la morte mi porti via un altro pezzo di cuore. Paura di dover affrontare da sola questo dolore. Mi conosci, sai che non faccio mai affidamento su nessuno. Non parlo, non mi sfogo se non scrivendo, ma in certi casi la scrittura non aiuta, fa affiorare paure e dolori mai sopiti o estinti. Proprio come in questo caso. Scriverti per altre vie non mi aiuta ad affrontare la paura di saperti assente. Codarda. Sono solo una codarda che ha paura e sta male nel suo essere impotente dinanzi alla morte e alla malattia che sovrastano senza sosta quel baluardo da cui ho ereditato il nome. Un nome ormai scolorito su quella pagina bianca priva di altre parole.

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