venerdì 13 marzo 2015

Porte...

Quando una porta si chiude altre si aprono, ma spesso passiamo troppo tempo ad osservare con rimpianto la porta chiusa tanto da non vedere quelle che si stanno aprendo per noi.
Alexander Graham Bell


Io non ci riesco proprio a non fissarla quella fottutissima porta e per quanto ci stia provando non ce la faccio, semplicemente non ce la faccio. Non ho la forza e la voglia di guardare le altre porte che mi si sono spalancate dinanzi. In esse noto difetti o mi ritrovo, mio malgrado, a fare comparazioni tra la porta sprangata e quelle aperte e nonostante quella porta sia chiusa e impossibile da riaprire, non c'è nulla che non me la faccia preferire. Sbaglio. Ne sono consapevole, ma tutto sommato non c'è nulla che mi farebbe cambiare idea al momento. Non so se è solo amore o coerenza o fissazione, ma percepisco un malessere quasi fisico alla bocca dello stomaco ogni qualvolta mi dico "Ok, ora basta. Mi rimetto in gioco!", non ne sono semplicemente capace. Non riesco ad abbandonare, a dire addio e tanto meno a non amare chi amo. Sarà un fottuto limite, ma non riesco a fingere più di un tot tempo di stare bene, non ci riesco proprio per nulla. Sono stanca. Stanca di provarci, stanca di ripetermi che passerà e non veder passare proprio nulla, stanca di sentirmi cosi disarmata, innamorata, rifiutata, inadeguata, non adatta. Stanca di scrivere, pensare e parlare. Sono semplicemente stanca di chi mi ha fatto tutto questo. Almeno ho smesso di giustificarlo per ogni cosa. Ok, non del tutto, ma non lo giustifico più a spada tratta, come se dovessi difenderne l'onore. E' grande e vaccinato e può difendersi da solo. Può guarirsi da solo se sta male. Può farsi da mangiare da solo perché ne è capace. Fine delle preoccupazioni (per quanto ancora mi venga voglia di chiedergli se ha mangiato o meno). Mi castro. Mi limito. Mi metto paletti da sola. Non posso farlo. Non devo farlo. Per me e non solo.

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