domenica 15 marzo 2015

Pensieri annebbiati

Sono alquanto rimbambita dall'aver dormito per un paio di ore filate nel pomeriggio, sono caduta in un sonno profondo come non mi capitava da tempo e ora mi sento un po' cosi cosi per via della pillola presa per il mal di gola. Non ho sonno, ma mi sento sufficientemente rincoglionita come se mi fossi scolata un bel po' di litri di vino e la cosa mi preoccupa non poco, in queste condizioni potrei mandare a fanculo la ragione e commettere sciocchezze di cui poi potrei pentirmi amaramente. Cerco di essere lucida quanto possibile cosi da non cadere in tentazione, ma è difficile tanto quanto riuscire a riscaldarmi. Mi sto raccontando che è solo un periodo di debolezza, che passerà, mi racconto che troverò un rimedio a tutto questo schifo in cui sono precipitata, ma non riesco a credere ad una singola parola di tutto ciò. Non ho più fiducia in me. Ascolto in loop continuo la stessa canzone, le stesse parole, rivivo ogni istante come fosse infinito. Scrollarsi e andare avanti pare più facile a dirsi che a farsi. Non riesco a risalire a galla, la fottuta verità è solo quella. Non voglio farlo. Il senso di oppressione che percepisco è ben più grande di qualunque forma di contrasto che potrei attuare. Fa male la gola, ma è un fastidio subdolo rispetto quel vuoto nero che mi divora dentro. Manca, la verità è quella. Manca. Lo amo e non riesco a togliermi di dosso questa sensazione che per bella quanto sia è un fardello indesiderato, al momento soprattutto mi è solo di ostacolo per poter andare avanti com'è giusto che sia. Se mi avesse voluto veramente bene come ha sempre detto, se ci avesse tenuto a me come ha sempre affermato in questi fottuti 46 giorni si sarebbe fatto vivo in qualche modo. Qualunque modo, invece no. Lui sta andando avanti. Lui sta cercando. E io? Io resto immobile priva di forza incatenata da un amore che porta il suo nome. 

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