domenica 1 marzo 2015

Lettera n°50

La vita, non ti da le persone che vuoi. Ti da le persone di cui hai bisogno: per amarti, per odiarti, per formarti, per distruggerti e per renderti la persona che era destino che fossi.
Albert Einstein

Non so cosa tu stia facendo, probabilmente sei uscito coi tuoi amici o con una nuova conquista o chissà cosa, mi interessa ma al contempo non mi interessa. Dualismi ancora questi fottuti dualismi. Ti odio e ti amo, ennesimo dualismo. Ti maledico e ti benedico. Ti auguro ogni male di questo Mondo e anche tutto il bene di questo Mondo. Un momento prima ti sputerei in faccia e quello dopo vorrei semplicemente baciarti. Non so cosa direbbe Einstein se gli dicessi tutto di te: come ti sei comportato, cosa mi hai scritto, cosa mi hai detto, come io ti ho vissuto e cosa io ho sentito venire da te, lui non può esprimere alcun giudizio, ma chi ci tiene a me sì e, per quanto non ti abbiano conosciuto e, per quanto si basino solo su quello che ho voluto raccontare, oggi mi sono ritrovata a discutere e a giustificarti (tanto per cambiare). Delle tante cose che mi son state dette una mi si è ficcata nel cervello, un po' come la tua presenza, una sorta di parassita mentale, una sanguisuga che non ha alcuna intenzione di staccarsi dal punto che ha deciso di abitare: "Ti dico: gli uomini sono semplici. O sono innamorati davvero e allora lo capisci oppure sono infatuati, lo stato delle cose va bene, stanno con una ragazza, scopano, hanno tutti i benefici e ne godono e fanno il minimo per alimentare l'altra parte che sanno innamorata persa, perché sennò non potrebbero altrimenti". Ti ho giustificato a spada tratta, trovando una scusa (un po' come quelle che adducevi tu con me, perché a questo punto erano solo scusanti e nulla di più) a quasi tutto, ma una parte di me si è ritrovata purtroppo ad annuire e a dire "Cazzo ha ragione!". Per carità non ho mai messo in dubbio che tu ci tenessi a me, che mi volessi bene, ma è pure palese che non era sufficiente tant'è che hai deciso di non volermi nella tua vita e di non far parte della mia, scelta che hai giustificato con un "rispetto", ma rispetto di cosa? Mi hai mancato cosi tanto di rispetto in questi mesi con la tua codardia e lo fai adesso, dopo tutto quello che sai e conosci di me semplicemente te ne freghi altamente, continui la tua vita come se non fossi mai esistita. Che fine ha fatto la premura? Che fine ha fatto il voler bene? Che fine ha fatto quel "sei speciale" o "sei importante"? Che senso hanno quelle parole che mi hai scritto? Non ho mai avuto alcun ruolo nella tua vita se non quello della scaldacazzi (lo ricordi questo termine? Non lo conoscevo me lo hai fatto conoscere tu e adesso ci sta tutto.), sono stata una fottuta infatuazione, una che ti ha scaldato il letto, che ti ha amato e reso potente per quell'amore, sono stata uno dei tuoi vuoti a perdere, uno di quelli che adesso non ti serve più. Lo vedi? Divento cattiva se mi ci metto di impegno, ma nonostante tutto mi manchi e ti amo, già mi schifo da sola, ma la verità è che ancora ti amo. A differenza tua esco solo per andare in palestra, portare il cane a spasso o fare la spesa, ma in fin dei conti per te è sempre stato più facile, tu non hai messo in gioco proprio nulla. I conti con se stesso, se non si ama vengono via facilmente, il difficile è smettere di amare, il difficile è lasciarsi andare con un altro, il difficile è evitare di ergere muri e allontanare chiunque perché una sanguisuga ti ha fottuto la mente. Posso sfogarmi quanto voglio, potrei pure essere più cattiva, tanto tu queste cose non le leggi, ma tranquillo, casomai dovessi capitare di qui, sappi che questa è l'ultima, veramente l'ultima. Sono stanca. Adesso tocca a me prendere le distanze da te, nonostante ciò possa ferirmi, a te non produrrà nulla. Vaffanculo (e no non ti sto dicendo ti amo, questa volta proprio no).

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