martedì 31 marzo 2015

Parole pesate e pensate

Ci sono periodi in cui scrivere mi viene difficile, lo continuo a fare, ma ne doso le parole, la quantità. Presto attenzione a quello che scrivo, pur andando contro la poeticità stessa della libertà di farlo senza scopo alcuno. Eppure in questo periodo, non riesco ad essere libera di lasciare andare le emozioni che sento dentro. Non voglio e non ho bisogno di esaltarle più di quanto già non faccia. Non ho più bisogno di dimostrare quello che sento. Non muta, non è mutato e non è sbiadito. Inoltre a che pro scrivere se sino ad oggi l'ho fatto principalmente per far sapere a qualcuno come sto? Sempre ammesso che questa persona legga o meno, sempre ammesso che a questa persona interessi, potrebbe saperlo per vie traverse. Non mi nascondo, non celo poi troppo quello che sono, chi sono o cosa sento. Mi è insopportabile farlo, nonostante l'abitudine della censura fino a qualche mese fa era cosi prepotentemente presente, eppure... Eppure ad oggi è la mia stessa ragione che mi impone il silenzio, non scriverne, non parlarne non implica che sia in ripresa. Ho semplicemente ottenebrato la porzione di mente che vorrebbe ripropormi ad oltranza le stesse cose. Amo. Soffro. Piango come prima, ma non trovo più giusto per un riguardo verso me stessa, per un reale RISPETTO verso la sottoscritta, esternarlo. Non ha più senso farlo. Mi fa male, certo che mi fa male, dovrei impormi altre limitazione, impormi di non voler sapere, ma quello è ancora un po' difficile. In fin dei conti mi racconto che è l'unico modo a me concesso per sapere che, perlomeno, è ancora vivo. E mi basta. Nonostante il dolore. Mi basta. Silenzio dunque. Parole pesate e pensate. Poche, perché in realtà le sto perdendo, mi stanno abbandonando anche loro. Torneranno, di loro sono certa, tornano sempre, nonostante tutto, nonostante me, le parole, almeno loro, torneranno.

Nessun commento:

Posta un commento