lunedì 23 febbraio 2015

Lettera n°48

(Edvard Munch - Vampire)

Charles Baudelaire - Il Vampiro
Tu, che come un colpo di coltello 
nel mio cuore gemente sei entrata; 
tu che, forte come un armento 
di demoni, venisti, folle e ornata, 
del mio spirito umiliato 
a fare il tuo letto e il tuo regno; 
- infame, a cui sono attaccato 
come il forzato alla catena, 
come al gioco il giocatore accanito, 
come l'ubriaco alla bottiglia, 
come ai vermi la carogna infetta, 
- Maledetta, che tu sia maledetta! 
Ho pregato la spada rapida 
di conquistare la mia libertà, 
ho chiesto pure al veleno perfido 
di soccorrere la mia vita. 
Ahimè! sia il veleno che la spada 
m'hanno sdegnato e m'hanno detto: "Tu 
imbecille! - anche se fossimo capaci 
di liberarti dal suo dominio, 
risusciterebbero i tuoi baci 
il cadavere del tuo vampiro!" 

Ora comprendo cosa mi spinse a regalarti quel libro pochi giorni dopo che abbiamo iniziato a frequentarci. Quell'impulso irrefrenabile che a te fosse predestinato, quell'impulso che mi urlava nella mente "Gli appartiene!", non posso che connetterlo a quella che è la mia poesia prediletta di Baudelaire. Sai quanto per me questo poeta sia importante e sai perfettamente anche quanto mi è sempre stata cara questa poesia. Come, tramite la figura del Vampiro, Charles descriva un amore non corrisposto, un amore sofferente, un amore che ammazza giorno dopo giorno e che ti porta gradualmente in un crescendo di desiderio di porre fine alla sofferenza con l'atto meno coraggioso al mondo: il suicidio. Comprendo solo oggi quanto ben si sposi con quello che sento, ho riaperto il mio libro ed è stata nuovamente lei a rapire lo sguardo, mi ci sono letteralmente persa, in una sorta di trans in cui nei panni del poeta vivevo ogni sua emozione, ogni dolore, sofferenza, rabbia o quello stesso amore di cui ne è pregna in ogni vocale o consonante che ne compone le parole. Ogni virgola è un sospiro, ogni pausa un respiro forzato o interrotto da un singhiozzo per concludere con la visione di quell'incapacità di resistere alla forza di cotanto amore, per quanto doloroso con un solo bacio risusciterebbe nuovamente, perché l'amore non muore, nonostante tutto l'amore non termina cosi facilmente, non vi è nulla di veloce e indolore che possa risparmiare l'innamorato a soffrire meno, a desidera meno chi ama o a sentirne meno la presenza nella sua assenza. So che non leggerai, so che non ti importa, ma io sono qui, io sono quella che ancora ti vede in ogni dove, io sono quella che riacquista consapevolezza analizzando tutto quello che è stato, per doloroso che sia. Io resto Me.

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