mercoledì 11 febbraio 2015

Filo conduttore

Guardando Sanremo (embè? sono single, mi annoio e pur non avendo la tv in stanza esiste lo streaming, qualcosa per distrarmi devo pur farla!), durante l'intervista (scialba!) a Charlize Theron, una domanda mi ha colpito: "Qual è il filo conduttore della tua vita?" la sua risposta è stata piuttosto banale: "L'amore", e la mia? La mia sarebbe stata il dolore, sì, il dolore è sempre stato il filo conduttore di tutta la mia vita, nonostante le eccezioni che potessero attenuare per brevi lassi di tempo il dolore. Nonostante l'amore (poco nella mia vita), nonostante gli affetti, la famiglia o tutto quello che potrebbe attenuarlo, il dolore resta li, si attorciglia tutto intorno al cuore e se ti agiti stringe sempre più forte la sua morsa, se invece resti calma eccolo che pare attenuarsi o perlomeno dare meno fastidio. Quindi, sì, il mio filo conduttore è necessariamente il dolore. Dolore creato e subito. Dolore residuo e dolore appena nato. Dolore senza vie di fughe, dolore senza una porta d'aprire per fuggire a gambe levate. Dolore nella sua più infida rappresentazione. Si stringe al vuoto, alla paura, alla disperazione, alle lacrime e a tutte quelle emozioni cosi umane e cosi terribilmente negative.

IO SONO DOLORE

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