sabato 7 febbraio 2015

Lettera n°34

Come si vive senza di me? 
Una domanda che mi assilla da giorni e alla quale ho dato svariate risposte, congetture come tante con valenza pari a zero, soprattutto perché la risposta effettiva non sono io quella che dovrebbe darla.
Senza di te è strano, paradossalmente ti sento molto più adesso di quanto avrei potuto sentirti quando fingevamo (fingevi sarebbe più corretto dire) di stare assieme. Paradossalmente pur cacciandoti dalla mente ti insinui prepotentemente e resti li ancorato come un piccolo diavoletto dispettoso. Sorrido blandamente mentre scrivo questa cosa, mi fa sorridere questa immagine, in fin dei conti tanto piccolo non lo sei. Mi impongo di non pensarti (non ci riesco molto bene), di non cercarti (questo mi sta riuscendo), mi impongo di pensare in maniera cattiva (a qualcosa devo pure aggrapparmi), ma non va bene, non va bene proprio per nulla. Va di merda, per usare una espressione Bukowskiana. Non troppo rispetto i primi giorni, ma tanto quanto basta per sapere che il processo è ancora agli inizi. Gradualmente recupero la lucidità perduta a causa di quello che provo (sì, non uso il tempo al passato, mentirei se lo facessi, e sinceramente non ho mai amato mentire, nemmeno se ciò avesse potuto o potrebbe provocare dolore negli altri). In fin dei conti lo sapevo, sapevo che non mi amavi, e tu lo sapevi da prima di me. Mi sono illusa e c'ho creduto fortemente in quello che mi trasmettevi, vorrei essere cattiva e pensare che tu sia stato un attore formidabile, ma c'è ancora una piccola parte di me che ti difende, che prende le tue parti e ti chiama semplicemente: uomo. Sì, sei solo un uomo con pregi e difetti come tanti altri. Un uomo che dinanzi ad un problema ha pensato che la via di fuga più semplice potesse essere il distacco, il silenzio, un uomo che in questo ha sbagliato, ma non sta a me ripetere sempre le stesse cose, quella l'unica colpa che posso imputarti. Se poi adesso hai o meno puntato i tuoi occhi altrove, come sento (e magari sbaglio), non lo so e sinceramente non mi interessa. Sta a te sapere quando mettersi nuovamente in gioco, da parte mia c'era ben più di un semplice affetto, quindi per ora resto col mio lutto e lascio che il disinnamoramento arrivi ad un buon punto, ma non prometto nulla, la noia e la rabbia potrebbero spingermi a conoscere chiunque, ma alla fine a te cosa importerebbe? Non dovrebbe importartene nulla, non sono più tua, non ti appartengo più. Vuoi che sia libera da te, libera di essere amata, quindi... Sii felice. Impara ad amare e cerca di capire che quello che tu vuoi da te stesso probabilmente non esiste, l'amore ha varie sfumature, muta la nostra percezione di esso e con ciò va a mutare anche le sue forme, ma anche questa volta mi sto ripetendo, non sta a me dirtelo, non sta a me dirti che l'amore non è quello che ci si aspetta da tutta la vita, non è quello dei film o dei libri che ci hanno fatto compagnia. L'amore è diverso da persona a persona. Spero che tu stia bene senza di me, spero che il mio pensiero sia meno frequente di quanto il tuo lo sia nella mia mente, spero che tu possa essere capace di amare nuovamente (per quanto l'idea mi possa far male). Ti perdono per il male che mi hai fatto. Abbiamo riprovato in due, non ha funzionato, abbiamo peccato entrambi di ingenuità. Spero che il tempo che ti ho dedicato e l'amore che ti ho regalato abbiano contato qualcosa, ma se cosi non fosse, non è un mio problema. Tu non sei più un mio problema, non devi più esserlo. Le mie priorità devo essere altre. 

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