venerdì 13 febbraio 2015

Lettera n°40

E non mi illudo più che dietro le visite dalla Francia, dalla Germania, dagli Stati Uniti, dalla Malesia o dalla Ucraina siano visite "segrete", "celate", visite con modifica di proxy da parte tua. Non mi illudo più perché non ha senso farlo, non ha senso crederti interessato, non ha senso farlo soprattutto per gli orari in cui i picchi di visualizzazione dei post hanno luogo. Orari in cui tu (beato te!) dormi tranquillo, orari in cui io sono sveglia, l'insonnia, la mancanza, il dolore  e le lacrime non mi lasciano riposare. Ammazzo il tempo della veglia leggendo, scrivendo, parlando con sconosciuti (di te). Guardo il soffitto e mi rigiro tra le coperte nella speranza di scorgerti, di sentire le tue braccia che mi attirano a te, ma non avviene mai, non avverrà mai più. Lo so io e lo sai anche tu. Troverò pace più in la, col tempo. Già il tempo. Lo stesso che ancora ti dono con ogni singolo pensiero, lacrima e dolore che percepisco. Il tempo che avrei dovuto spendere per me sta scorrendo via velocemente, ma giovamento non ne sta portando. Tu almeno riposi, voglio crederlo, voglio augurarmi che tu non abbia problemi di insonnia, che tu ti sia ripreso, che il tuo malessere, la tua inquietudine, il tuo sentirti inadeguato e vuoto si siano un po' attenuati. In fin dei conti sono solo 17 giorni, 408 ore, un numero preciso di minuti e secondi che a me pare infinito. Ne passeranno altri, chiunque mi dice che il dolore si attenuerà, che devo lasciarlo fare, che non posso e non devo contrastarlo, che è normale, che poi smetterò di amarti, che con chiodo schiaccia chiodo mi passerà prima, ma non sanno. Loro non sanno quello che provo per te, loro non sanno quanto amore ci sia ancora dentro di me. Quanto amore avanzante ha inciso il tuo nome. Loro non lo sanno che chiodo schiaccia chiodo non fa per me, non lo sanno che solo l'idea di farmi sfiorare da un altro mi fa venire l'orticaria e un senso di nausea radicato nello stomaco. Loro non sanno quanto bene mi hai fatto. Loro non sentono quello che sento io da quella sera in casina, da quello sguardo in cui mi sono persa e nel quale ho visto tutto il mio futuro. Loro non lo sanno e mai lo sapranno, mai potrebbero capire quello che c'è dentro di me. Non trovo più le parole, in quel groviglio nel quale si sono impantanate restano immobili e impossibili da tirare fuori senza che con esse venga via un aggettivo o un sostantivo sbagliato. Prima o poi smetterò di scriverti, prima o poi mi dico che le parole avranno fine, prima o poi, ma non ora. Non ora dove tu resti il mio primo pensiero la mattina e l'ultimo la notte. Buon giorno amore mio. Spero tu abbia riposato bene. E' venerdì, ultimo giorno di lavoro e poi un bel ponte per il martedì grasso (almeno spero per te). Divertiti, non ci pensare a me. Vivi e fai esattamente il contrario di quello che sto facendo io. Sii felice.

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