lunedì 9 febbraio 2015

Pensieri di una mente offuscata dall'amore e dal dolore.

Arriva la notte e tutto si moltiplica a dismisura, fatico a tenere a bada il dolore che ancora sento dentro, fatico a tenere a bada i ricordi e le lacrime che da un paio di giorni non mi hanno bagnato le gote. Fatico a contrastare tutto questo e mi lascio disarmare attimo dopo attimo. Nonostante le congetture negative (torno nuovamente a vedere tutto nero, peggio è meglio credo di poter affrontare la cosa se dovesse risultare poi effettivamente cosi, per quanto non potrò mai saperlo) mi ritrovo con ancora un abbondante amore che non posso smistare tra i vari affetti perché ha su un nome ed è destinato solo a quello che lo ha scaturito, ma che me ne devo fare io di questo bagaglio che non voglio più? Che cosa posso fare per disfarmene? Come posso smettere di stare male per tutti i pensieri e i film mentali che mi sto creando? Quando diammine tornerò ad essere totalmente lucida e padrona della mia razionalità? Quanto tempo di vuole prima che la smetta di vedere gli altri uomini come degli imbecilli e soprattutto quando smetterò di paragonali a chi mi ha preso l'anima, il corpo e la mente? Quando mi convincerò che non mi ama, che non sta male per me, che non gliene frega nulla? Perché tutte queste cose insieme non riescono a sopravvivere talmente a lungo da farmi passare una fottuta notte serena tra le braccia di Morfeo? Perché devo sentirmi una traditrice se qualcuno mi fa tornare il sorriso per un messaggio su whatsapp? Perché devo sentirmi ancora sua quando non mi ha mai voluta? Perché i ricordi devono fare male? Che fine ha fatto quell'uomo che al primo appuntamento mi ha tenuta sveglia fino all'alba a chiacchierare e a baciarci come ragazzini? Che fine ha fatto quell'uomo che mi scriveva e mi faceva sentire le gambe come gelatina? Che fine ha fatto quell'uomo che sentiva il bisogno di vivermi? Che fine ha fatto quell'uomo che non voleva perdermi dalla sua vita? Che fine ha fatto quell'uomo che mi voleva bene? Che fine ha fatto quell'uomo che si preoccupava se mangiassi o meno a sufficienza? Che fine ha fatto? Io non lo so, non mi è più tenuto saperlo. Non dovrei nemmeno pensarci, dovrei castrare il pensiero di lui sul nascere, ma contrastarlo e difficile, non ho le forze per reagire in alcun modo. Patetica, sono solo patetica. Una stupida innamorata di una persona che ha dovuto fingere per un lasso di tempo perché non sapeva come lasciarmi, ma li sono subentrata io. L'ho lasciato pur non volendolo fare. Ho rinunciato per lui in primis e poi per me. Già sempre in secondo piano, ancora in secondo piano. Che fine hanno fatto quei due pazzi che bruciavano la notte ridendo e parlando? Che avevano voglia di conoscersi e di entrare in comunione l'uno con l'altro? Che fine hanno fatto? Perduti. Si sono perduti su due binari che per un breve tratto si erano incontrati in un cuore. Una stazione vuota senza il suo trenino. 

Vuoto. Silenzio. Lacrime. Dolore. Mancanza.

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