E delle volte le parole sfuggono come la sabbia tra le dita, per quanto tu possa stringere il pugno, la manciata svanisce come per magia, scivola tra gli incavi dell'indice, del pollice, del mignolo, del medio e dell'anulare senza che tu possa contrastarlo. E in questi momenti la migliore medicina resta il far affidamento sulle parole altrui, magistralmente usate e sentite fortemente. Parole che vanno a descrivere quell'emozione che ti scoppia dentro e che ti rende impossibile formulare frasi di senso compiuto. Oggi è lui la mia musa, lui quello a cui ruberò parole, lui che descrive quello che sento:
ERICH FRIED – PENSARTI
Pensarti
e pensare a te
e pensare soltanto a te e
pensare a berti
e pensare ad amarti
e pensare e sperare
e sperare e sperare
e sperare sempre più
di rivederti sempre
Non vederti
e nei pensieri
non soltanto pensarti
ma già berti
e già amarti
E soltanto allora aprire gli occhi
e nei pensieri
soltanto allora vederti
e poi pensarti
e poi di nuovo amarti
e poi di nuovo berti
e poi vederti sempre più bella
e poi vederti pensare
e pensare che ti vedo
E vedere che posso pensarti
e sentirti
anche se per tanto tempo ancora
non potrò vederti
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