sabato 28 febbraio 2015

Lettera n°49

Non esiste una persona giusta per noi. Esiste una persona che, se ti fermi un attimo a pensare, è in realtà la persona sbagliata. Perché la persona giusta fa tutto giusto, arriva puntuale, dice le cose giuste, fa le cose giuste, ma non abbiamo sempre bisogno delle cose giuste. La persona sbagliata ti fa perdere la testa, fare pazzie, scappare il tempo, morire d’amore. Verrà il giorno in cui la persona sbagliata non ti cercherà e sarà proprio in quel momento in cui vi incontrerete che il vostro donarsi l’un l’altra sarà più vero. La persona sbagliata è, in realtà, quello che la gente definisce una persona giusta. Quella persona ti farà piangere, ma un’ora dopo ti asciugherà le lacrime. Quella persona ti farà perdere il sonno, ma ti darà in cambio una notte d’amore indimenticabile. Quella persona forse ti ferisce e dopo ti riempie di gentilezze chiedendo il tuo perdono. Quella persona potrà anche non essere sempre al tuo fianco ma ti penserà. E’ bene che ci sia una persona sbagliata per ognuno di noi perché la vita non è sicura, niente qui è sicuro, quello che è sicuro è che dobbiamo vivere ogni momento, ogni secondo, amando, sorridendo, piangendo, emozionando, pensando, agendo, desiderando.
La persona sbagliata, Luis Fernando Verissimo


Questa citazione l'ho scritta altrove, su un quaderno blu che tu dovresti ancora avere, l'ho tirata in ballo spesso, anche solo in parte, ma è sempre cosi con le citazioni, ti rimangono dentro e se anche non le ricordi a memoria c'è un particolar,e un dettaglio che resta ancorato in una parte della memoria e torna a farti visita a sorpresa, un po' come per i ricordi. Tu eri la mia persona giusta/sbagliata, sorrido all'idea di questa cosa, ho perso il conto di quante volte l'abbia scritto o detto verbalmente. Ci ho creduto, ok, ci credo ancora, una parte di me ci crede ancora. In fin dei conti mi hai fatto piangere e hai asciugato le mie lacrime poco dopo. Se mi trattavi male per i tuoi motivi, poi eri lì pronto a chiedermi scusa, quando sono sparita per un po' tu c'eri , eri lì sempre presente, presente concretamente con email, messaggi e telefonate. Condividevi con me le tue giornate, i tuoi malumori, le tue soddisfazioni. Ti ascoltavo rapita sempre, anche quando mi raccontavi un aneddoto più volte restavo li ad ascoltarti pur sapendo come sarebbe andata a finire. Mi piaceva sentirti parlare e vedere quel sorriso nascere sulle tue labbra, arricciarne la fronte e rilassarla poco dopo. Mi piaceva vedere il tuo pizzetto muoversi col muoversi dei muscoli facciali. Mi piaceva sentire la tua erre incespicare come la mia. Ogni dettaglio è impresso a fuoco nell'animo. Ogni cosa che ti riguarda è qui, sia essa negativa o positiva, restano qui, nonostante tutto nella tua assenza sei presenza.
Mi dico che è difficile non considerare il fatto che tu sei stato quello che è stato in grado di farmi aprire, che, di conseguenza, ha portato alla luce la vera me stessa, liberandomi da muri e catene e aprendo quella porta sprangata anni addietro. Quello che mi ha donato amore per quanto non se ne renda conto, che mi ha donato giornate meravigliose nella loro semplicità, che mi ha fatto sentire donna, rispettata e mi esortava a scrivere. Tu sei stato quello che, sotto minaccia, mi ha fatto concludere il mio primo racconto lungo. Sei lo stesso che lo ha letto tutto e ha pianto e con cui poi ne abbiamo discusso assieme, sei quello che conosce il mio stile e riconosce da subito quando riposo le dita e riprendo dopo un po', sei quello che conosce ogni sfumatura del mio essere. Sei stato quello che mi ha insegnato ad azionare una lavatrice, nonostante avesse la febbre e io impedita non sapevo che pulsante spingere o quale manopola ruotare. Sei quello che mi ha insegnato a fare la focaccia di semola e che mi è venuto a prendere come un cavaliere errante con un ombrello da sotto casa. Sei quello che mi ha reso felice, nonostante le lacrime, il dolore straziante. Sei quello che mi ha dato una parvenza di amore, che tu abbia recitato o c'abbia provato veramente adesso, in questo momento non ha molta importanza. Infine sei quello che da un mese non è più presente nella mia vita pur essendo una presenza residuale che aleggia, come un ectoplasma, costantemente tra i miei pensieri.

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