domenica 8 febbraio 2015

Lettera n°35

Mi dico che prima o poi smetterò di aver voglia di scriverti, che riprenderò a scrivere per me stessa e nulla di più, che debba smettere di dedicarti ulteriore tempo, ma al momento non è cosi. A prescindere dal tuo leggermi o meno, faccio quello che sento, e se da una parte devo trattenere il mio essere me stessa, tanto quanto (presumo) lo stia facendo tu, evitando di cercarti (in fin dei conti devo smetterla di umiliarmi, la vittima in questa situazione sono io, non di certo tu, sono io che ho investito sentimenti ed emozioni, e mi sono umiliata sin troppo nel pregarti ad amarmi, li ho sbagliato, ma lo rifarei ancora e ancora perché ci credevo, credevo in quello che sentivo venire da me e venire da te), evitando di scriverti direttamente per vie a noi più famigliari, almeno qui, nel mio "vomitatoio" provo ad essere me stessa senza troppe censure. Tant'è che ho ripubblicato le lettere che avevo censurato, per quanto male o fastidio possano darti sono MIE, sono cose che ho scritto perché sentite, sono pregne di emozioni, sono pregne di ME, di quella donna che ha fatto di tutto per farsi amare, che ti ha donato amore incondizionato illudendosi e credendo che anche da parte tua ci fosse qualcosa di simile, per quanto apparissi incapace di dimostrarlo, o perlomeno davo per scontato che ognuno ami a modo proprio. Sì, resto convinta che l'amore muti da persona a persona, non tutti amano in egual maniera e non smetterò mai di crederlo. Ma ormai questi discorsi appaiono a me stessa obsoleti, a dir poco ridondanti e inutili. Non capisco nemmeno perché diavolo stia scrivendo, ho lasciato che le dita scorressero a loro piacimento sulla tastiera, ma sono frenata, la parte di me che vorrebbe fingere che tu sia stato solo un sogno divenuto incubo va a frenare quella parte di me che ancora ti è legata. Dalla mia ho però la libertà di parola, non mi preoccupo di aprirmi soprattutto con chi non conosco, viene cosi facile lasciarsi andare, piangere e lasciarsi consolare. Viene cosi facile il parlare, il raccontare che tutto il resto passa in secondo piano. Questo ti manca. Non parli, non ti racconti, ti esorto a farlo, non di certo con me, sia mai che tu debba venire meno al tuo proposito di cancellarmi dalla tua vita, ma fallo con chi ti è più caro, non tenerti tutto dentro (sempre ammesso che tu stia ancora male, per quanto mi auguri in parte di no, questa cosa l'ha scritta la me che ancora ti vuole bene, quella che non ti vede come un uomo da dimenticare in fretta). Se non vuoi affidarti a qualcuno, scrivi. Scrivi per te stesso, scrivi a qualcuno, ma liberati. L'animo alleggerito fa funzionare meglio tutto il resto. Credimi. Si riacquista una certa lucidità, noti le contraddizioni, noti le cose importanti, noti cose che non avevi visto o a cui non avevi prestato attenzione. Ma una cortesia, non parlare di me con la tua prossima donna, non le mostrare nulla di quello che ti ho scritto, non le raccontare di me, di quel noi che tanto noi non lo è mai stato. Non esisto per le altre. Io non sono mai esistita, per le altre no. Non lo voglio. Non voglio esserci se sarai innamorato, non voglio essere una tua ex, non lo sono mai stata. Non siamo mai stati assieme. Eravamo una farsa. Una finzione. Un amore a senso unico.


"Tutto aveva perso importanza fino a qualche mese fa, fino a te"

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